Notizie Notizie Italia Telecom Italia: la peggiore del Ftse Mib, pesano schermaglie tra i soci

Telecom Italia: la peggiore del Ftse Mib, pesano schermaglie tra i soci

12 Marzo 2019 12:07

Giornata nera quella di oggi per Telecom Italia con il titolo che perde oltre il 4,7% a 0,527 euro, posizionandosi sul gradino più basso del Ftse Mib che scambia vicino alla parità dopo una partenza positiva. Le azioni della maggiore tlc italiana ritracciano dopo aver guadagnato oltre il 20% dal minimo a 0,446 euro toccato lo scorso 22 gennaio.

Si infittiscono i botta e risposta tra i soci Vivendi ed Elliott in vista dell’assemblea del 29 marzo. Ieri il fondo Usa ha pubblicato una nuova presentazione ‘Time for Tim’ (https://www.time-for-tim.com/) che illustra la scelta precisa di fronte alla quale si troveranno chiamati gli azionisti. Una scelta “tra la stabilità e il continuo recupero di valore per la società o il ritorno della cattiva gestione di Vivendi con le sue promesse non mantenute, la distruzione di valore e il disprezzo per le regole di buona governance”.

L’affondo del fondo attivista di Paul Singer arriva dopo la nuova presa di posizione di Vivendi che ha sollecitato nuovamente la Consob affinché accerti il ruolo di Elliott sulla defenestrazione dell’ex ceo Amos Genish. I francesi hanno inoltre messo in dubbio l’operato del presidente Fulvio Conti accusato di aver fuorviato i Sindaci e favorito Elliott.

Arriva la pronta risposta di Vivendi

Dopo la pubblicazione della presentazione di Elliott, Vivendi non ha perso tempo e ieri in serata ha diffuso una nota in cui critica i metodi adottati dal fondo speculativo di Paul Singer a livello globale e torna ad attaccare Elliott su Telecom Italia.

“Il documento pubblicato (riferendosi al ‘Time for Tim’) è un insulto all’intelligenza degli azionisti di Tim”, scrivono i francesi. Al contrario di quanto afferma Elliott, la società transalpina non avrebbe alcuna intenzione di controllare Telecom o di nominare i vertici.

“Vivendi è un investitore di lungo termine che non ha in essere meccanismi di collar e ha un solo obiettivo: un cda neutrale che rappresenti tutti gli azionisti. La nuova lista proposta è composta da manager di grande reputazione che agiranno come indipendenti e porteranno nuovo impulso e le competenze di cui ha bisogno il board”.

Elliott ritiene “non credibili” i candidati di Vivendi al cda

I francesi cercano quindi di difendersi dal documento pubblicato ieri mattina da Elliott in cui ribadisce che “è il momento di dare a Tim e al suo cda stabilità e spazio di manovra per portare avanti la sua strategia, per arrivare a quella riorganizzazione di cui c’è gran bisogno e per arrivare in modo sostenibile alla creazione di valore per gli azionisti. È ora che Tim si lasci alle spalle la dannosa gestione del passato e ribadisca la sua decisione di guardare con fiducia al futuro. È ora che Tim diventi, come afferma il suo nuovo Amministratore Delegato, una società normale”.

Inoltre, Elliott ritiene che “non sia possibile sostenere i candidati proposti da Vivendi, che non sono autenticamente indipendenti, e che un voto in loro favore semplicemente riconsegnerebbe il controllo a un gruppo che si caratterizza per dimostrati conflitti di interessi, operazioni con parti correlate e una lunga storia di distruzione di valore per gli azionisti di Tim”.

Cdp prosegue gli acquisti di azioni Telecom

Nel frattempo, mentre si avvicina l’assemblea del prossimo 29 marzo, Cassa depositi e prestiti continua ad accaparrarsi azioni sul mercato per aumentato ulteriormente la quota in Telecom Italia. Da un filing inviato alla Sec, la Consob statunitense, si legge che Cdp ora ha raggiunto l’8,7% del capitale della maggior tlc italiana. Il precedente aggiornamento attestava invece la cassa al 7,1%. Un cammino in linea con quanto indicato dal cda dello scorso 14 febbraio che aveva dato il via libera ad incrementare la quota in Tim fino al 10%.

Stando alle indiscrezioni delle scorse settimana, Cdp dovrebbe arrivare al 10% entro il 20 marzo in modo da potersi presentare all’assemblea con una quota significativa e appoggiare, insieme al fondo Elliott, il piano industriale approvato di recente, schierandosi quindi contro i francesi di Vivendi che hanno chiesto la revoca di 5 amministratori.

Cdp si candida sempre di più ad essere l’ago della bilancia tra Elliott e Vivendi in Telecom Italia. Di fatto, essendo anche azionista al 50% di Open Fiber, potrà favorire la costituzione della rete unica alla quale è favorevole il governo.