Telecom Italia: Cdp scende in campo. Vivendi presenta la sua lista, attesa per le mosse di Elliott
L’ingresso di Cassa depositi e prestiti in Telecom Italia è ufficiale. Ieri sera la Cassa guidata da Claudio Costamagna ha confermato le indiscrezioni circolate negli ambienti finanziari per tutta la giornata di ieri, rendendo noto in serata il via libera del consiglio di amministrazione di entrare nel capitale di Tim con una quota non superiore al 5% e con una “prospettiva di lungo periodo”. Una conferma che scalda anche oggi Telecom Italia a Piazza Affari: sin dai primi minuti di contrattazioni il titolo del gruppo guidato da Amos Genish avanza di oltre il 2% e si mantiene sopra quota 81 centesimi ad azione.
In particolare, nella nota ufficiale di ieri sera Cdp ha sottolineato che l’operazione è coerente con i criteri di sostenibilità economico-finanziaria che caratterizzano tutte le iniziative e l’ingresso condurrà alla progressiva acquisizione di una partecipazione finanziaria di minoranza, non superiore al 5% delle azioni ordinarie. E ancora l’investimento rientra nella missione dell’istituto a supporto delle infrastrutture strategiche nazionali e rappresenta un sostegno al percorso di sviluppo e di creazione di valore, avviato dalla società in un settore di primario interesse per il paese.
Una manovra, quella di Cdp appoggiata dal Governo e dalle Fondazioni, che potrebbe portare a un accordo con il fondo attivista Elliott (che al momento possiede il 5,74% in Tim, ma secondo indiscrezioni avrebbe arrotondato la partecipazione al 10%) al centro del quale ci sarebbe lo scorporo della rete e la fusione con Open Fiber (società partecipata alla pari da Cdp, attraverso la controllata Cdp Equity, ed Enel).
Si attendono le assemblee di primavera: 26 aprile e 4 maggio
Le prossime tappe sono le assemblee in calendario il 26 aprile e il 4 maggio. Nell’assemblea di aprile si vota sulla revoca e sulla nomina di sei nuovi membri del board, mentre nell’appuntamento di maggio si dovrebbe esprimere il parere sul rinnovo del board.
Intanto Vivendi (principale azionista di Tim con una quota del 23,9%) va avanti per la sua strada. E ieri il gruppo francese ha presentato ieri sera la sua lista di candidati al consiglio di amministrazione dell’operatore tlc italiano, proponendo il suo presidente Arnaud de Puyfontaine come presidente non esecutivo di Telecom Italia. L’attuale amministratore delegato del gruppo tricolore, Amos Genish, è il primo nome di questa lista. Seguono Arnaud de Puyfontaine e poi Franco Bernabè, ex numero uno di Tim, che sarà proposto come vice-presidente responsabile delle attività di sicurezza. Così Vivendi ha risposto alla campagna condotta dal fondo attivista Elliot contro la gestione francese in Telecom Italia. La lista di Vivendi sarà sottoposta al voto degli azionisti di Tim nell’assemblea convocata per il 4 maggio in vista delle dimissioni, il 22 marzo, della maggioranza degli amministratori, che provenivano dalla lista proposta da Vivendi.
Adesso si attendono le mosse del fondo guidato da Paul Singer e di Assogestioni in vista di lunedì 9 aprile, termine ultimo per presentare le liste per il cda di Tim.
Stamattina UniCredit ha smentito le notizie apparse su alcuni articoli di stampa riguardo la presunta influenza esercitata su Assogestioni con riferimento alle nomine del consiglio di amministrazione di Tim. “UniCredit non è né direttamente né indirettamente membro di Assogestioni e non ha alcuna influenza sui suoi processi decisionali”, rimarca una nota dell’istituto di piazza Gae Aulenti.