Telecom: analisti predicano prudenza, debito diventa un problema
L’asta 5G ha aggiunto un nuovo elemento di preoccupazione del mercato sulle prospettive di Telecom Italia. L’assegno monstre di circa 2,4 miliardi di euro che ha dovuto staccare Telecom Italia, in particolare per aggiudicarsi il blocco pregiato 3,7GHz, andrà inevitabilmente a intaccare il debito del gruppo. Gli analisti di Credit Suisse, che hanno tagliato oggi il prezzo obiettivo su Telecom Italia da 0,7 a 0,55 euro, hanno rivisto al ribasso la valutazione su Tim proprio alla luce del forte esborso per l’asta 5G e anche in virtù del recente declassamento deciso per l’intero settore tlc. I principali rischi al ribasso sono individuati nel debito elevato e nelle minacce di lungo termine che arrivano da Iliad e Open Fiber.
Per il terzo trimestre dell’anno, il primo che inglota totalmente l’impatto dell’arrivo in Italia di Iliad, Credit Suisse si aspetta che il segmento mobile di Tim vada sotto pressione, mentre il business wireline dovrebbe beneficiare dei recenti aumenti dei prezzi.
Nei giorni scorsi erano arrivate le bocciature di altri analisti con Barclays che ha tagliato la valutazione di Tim a 0,43 euro; taglio di prezzo obiettivo deciso ieri anche da parte di Equita e Banca Akros.
POSIZIONE DI GENISH SEMPRE IN BILICO
Di oggi anche i rumor che vedono una convergenza nel CdA di Tim (espressione della lista promossa da Elliott e di quella di Vivendi) per un cambio al vertice che porti alla sostituzione del ceo Amos Genish. Domani sarebbe previsto un incontro a Parigi tra i vertici di Vivendi (anche se fonti vicine alla tlc francese smentiscono) e sul nome del nuovo Ceo sarebbe aperto un confronto anche con CDP.
“L’ennesimo cambio al vertice per il gruppo non aiutebbe a portare avanti una strategia di medio periodo – argomentanom gli analisti di Equita – anche se le aspettative iniziali sull’operato del CEO al momento non sono state suffragate da risultati tangibili”.
Nel frattempo il titolo Tim cerca di allontanarsi dai minimi pluriennali toccati nelle scorse sedute e segna un balzo di quasi il 2% a 0,495 euro. Negli ultimi 5 mesi il titolo segna un saldo negativo di -43% con titolo piombato a ridosso dei minimi storici.