Notizie Notizie Italia Tassi Fed: lavoro Usa non scioglie tutti i dubbi su (entità) tagli

Tassi Fed: lavoro Usa non scioglie tutti i dubbi su (entità) tagli

6 Settembre 2024 15:32

La prima settimana di settembre si chiude con gli attesi dati sul lavoro americano che mostrano un quadro piuttosto contrastante. La disoccupazione è tornata a quota 4,2%, le nonfarm payrolls si sono mantenute sopra il livello di 100mila, attestandosi a +142mila dalle +89mila della lettura di luglio, ma sono state inferiori alle attese.

Vediamo nel dettaglio i numeri dell’employment report, con il mercato che si spinge già oltre con lo sguardo. Guarda già alla settimana prossima, quando arriverà anche il dato sull’inflazione Usa per il mese di agosto. Un ulteriore importante spunto per Powell & Co.

I numeri

Gli investitori stanno soppesando in questo momento le indicazioni arrivate dal mercato del lavoro Usa (in particolar modo guardano al dato sulle buste paga nel settore non agricolo sotto le attese).

Dal dai dati diffusi dal Us bureau of labor statistics poco dopo le 14:30 ora italiana la buona notizia (attesa) è il tasso di disoccupazione che scende e si riporta al 4,2% dal 4,3% di luglio. Con un tasso di partecipazione alla forza lavoro che è stabile al 62,7%.

Le note dolenti riguardano appunto le nonfarm payrolls che sono cresciute di 142mila ad agosto dalle +89mila della lettura di luglio, con il consensus Bloomberg che si attendeva un dato pari a +165mila. Riviste fortemente al ribasso le cifre dei mesi scorsi (-86 mila posti di lavoro in totale rispetto alle stime precedenti). Il dato di giugno è stato rivisto al ribasso di 61 mila unità a +118k, quello di luglio al ribasso di 25 mila a +99k. “Sorprendono negativamente le forti revisioni al ribasso dei mesi precedenti”, segnala Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia.

La crescita dei salari medi orari è stata superiore alle attese ad agosto. Su base annua il dato ha mostrato una crescita del 3,8% rispetto al precedente 3,6% e al 3,7% indicato dagli analisti, mentre su base mensile la crescita è stata al ritmo dello 0,4% dallo 0,2% di lugli e dallo 0,3% del consensus Bloomberg.

Taglio di 25 o 50? I dubbi restano

Dati contrastanti che non sembrano sostenere del tutto le scommesse di chi ipotizza un taglio dei tassi di 50 punti base da parte della Federal Reserve (Fed) nella riunione del 18 settembre.

Ira Jersey, Chief US Interest Rate Strategist di Bloomberg Intelligence, commenta a caldo: “Con le revisioni al ribasso, il mercato potrebbe non escludere completamente la possibilità di un taglio di 50 punti base alla prossima riunione della Fed, anche se i salari rimangono solidi. I dati sull’inflazione della prossima settimana saranno ora il fattore determinante”.

“Il rapporto di agosto sul mercato del lavoro statunitense ha dipinto un quadro piuttosto contrastante dello scenario occupazionale”, segnala Michael Brown, senior research strategist di Pepperstone, segnalando che i dati diffusi oggi “non chiariscono i dubbi sul dibattito in vista della riunione della Fed di settembre“. E spiega: “le colombe indicheranno il ritmo di raffreddamento della crescita delle buste paga come potenziale motivazione per un taglio più ampio di 50 punti. Mentre i falchi punteranno ragionevolmente alla mancanza di ulteriore raffreddamento rispetto al rapporto di luglio, come ragioni per dare il via al ciclo di normalizzazione con una mossa più modesta di 25 punti base”. Michael Brown si attende un taglio di 25 punti base, visto che esiste il rischio che la corsa della Fed possa accendere il panico del mercato se venisse effettuato un taglio più consistente.

Oggi si attendono ancora le dichiarazioni di due esponenti della Fed, quelle di Williams e Waller, attentamente monitorate “per eventuali accenni espliciti sulle prospettive di politica monetaria”.

“I numeri sono da interpretare come segnali di debolezza per il mercato del lavoro che potrebbero spingere la Fed a pensare anche ad un taglio di 50 bps nel prossimo meeting del Fomc il 18 settembre. Al momento il mercato sconta una probabilità di un taglio dei tassi di interesse nella prossima riunione della commissione operativa della Fed vicina al 100%, mentre le chance tra un taglio di 25 bps o di 50bps sono le stesse di un lancio di una monetina (50%)”, commenta Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, che però mantiene una view secondo la quale il prossimo taglio possa essere di soli 25 punti base e solamente un debole dato sull’inflazione della settimana prossima potrebbe convincere i membri del Fomc a procedere con una riduzione del denaro più aggressiva (50 bps).

Questo rapporto “quasi come previsto” ma “meglio di quanto temuto” mostra un mercato del lavoro che si è ammorbidito e, allo stesso tempo, non si sta deteriorando eccessivamente. Questo offre agli investitori il sollievo di cui hanno bisogno dopo il rapporto sui posti di lavoro di luglio e i numeri dei JOLT di questa settimana”, afferma, invece, Jakob Westh Christensen, market analyst di eToro.

Aspettando l’inflazione Usa

Prima della riunione del 18 settembre, il Fomc avrà a disposizione anche un altro importante dato: ovvero la lettura di agosto dell’inflazione. Secondo le attese il Cpi Usa, in calendario mercoledì 11 settembre, dovrebbe scendere dal 2,9% al 2,6% ad agosto, mentre la componente ‘core’ è attesa stabile al 3,2%.

“Il dato non dovrebbe modificare più di tanto le attese di un taglio da parte della Fed visto che il focus del mercato si sta spostando sempre più sul mercato del lavoro”, segnalano gli strategist di Mps Capital Services ricordando che oltre al dato sull’inflazione, negli Usa sono attesi anche i prezzi alla produzione (giovedì), “che sono importanti in quanto alcune componenti rientrano nel calcolo del deflatore PCE, ovvero la misura d’inflazione preferita dalla Fed”.