Tassi Bce: mercati a caccia di indizi su tagli 2024. Lagarde terrà fede alla sua recente retorica?
Il primo Supergiovedì del 2024 per la Banca centrale europea (Bce) è arrivato. Una riunione in cui la presidente Christine Lagarde sarà chiamata a tenere a bada i mercati che continuano a scommettere su tagli ancitipati ai tassi. Analisti, economisti ed esperti sembrano invece più orientati verso una Bce cauta.
“Ci si aspetta che la Lagarde tenga fede alla recente retorica sua e dei membri, e sottolinei che, allo stato attuale, e mantenendo un approccio data dependant, il consenso dei membri non vede alcun taglio del Depo prima della seconda metà dell’anno. Ora, la curva monetaria EU in effetti non sconta più che una probabilità marginale di taglio a marzo, e non lo sconta nemmeno interamente per aprile, ma solo al 67% di probabilità”, commenta Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.
Riunione Bce, giovedì gli annunci ufficiali
Tra meno di 48 ore arriveranno le comunicazioni ufficiali da Francoforte sulla politica monetaria della Banca centrale europea che si riunirà per la prima volta nel 2024.
Come di consueto alle 14:15 di oggi giovedì 25 gennaio verrà diffuso il comunicato contenente le ultime decisioni assunte dal Consiglio direttivo sui tassi di interesse e sugli altri strumenti della Bce, mentre a parire dalle 14:45 la presidente Lagarde spiegherà in dettaglio le motivazioni alla base delle ultime decisioni di politica monetaria.
Si parte dalle decisioni dell’ultimo meeting di dicembre, quando la Bce ha mantenuto i tassi fermi dopo 10 strette consecutive annunciate tra luglio 2022 e settembre 2023. A dicembre il consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. Nel dettaglio, come ricorda la Bce, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.
Da allora il mercato si interroga sulle tempistiche dei tagli dei tassi, mostrandosi spesso “troppo ottimista” sulle aspettative di un imminente annuncio di una sforbiciata. Di recente, da Davos a raffreddare queste attese ci hanno provato diversi membri del board della Bce, tra cui la stessa Lagarde che ha dichiarato che un primo taglio dei tassi della Bce potrebbe arrivare probabilmente in estate. Un condizionale che resta d’obbligo perchè le decisioni, come spesso ribadito, resteranno legate ai dati. La Bce tornerà a riunirsi giovedì con l’inflazione dell’Eurozona che è scesa dal picco del 10,6% a fine 2022 al 2,9% del mese scorso, avvicinandosi nuovamente al target dell’istituto centrale al 2%.
Nell’ultima riunione 2023 sul fronte inflazione la Bce segnalava: “L’inflazione, pur essendo diminuita negli ultimi mesi, tornerà probabilmente a registrare un temporaneo incremento nel breve periodo”. Il quadro resta complesso (anche alla luce delle tensioni geopolitiche che si sono intensificate nell’ultimo periodo, tra cui la questione del Mar Rosso) e deve essere valutato con estrema attenzione.
IG Italia: attesi pochi indizi sulle tempistiche del prossimo taglio dei tassi
“La decisione di non impegnarsi su un prossimo taglio del denaro sia legata al fatto dei rischi al rialzo sulle pressioni inflazionistiche sia per un potenziale aumento dei prezzi energetici per le tensioni geopolitiche in Medio Oriente sia per i prossimi accordi sindacali sui salari dei lavoratori in alcuni paesi dell’Eurozona”. È di questa convinzione Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, secondo il quale “il consiglio direttivo della Bce cercherà di usare una comunicazione con l’obiettivo di cambiare le aspettative del mercato fissate su un taglio del costo del denaro da parte dell’istituto di Francoforte già a marzo/aprile (tentativo di allontanare le aspettative del mercato verso un taglio dei tassi di interesse in estate)”.
La view di IG Italia è che la BCE non abbia interesse ad alimentare ulteriormente le aspettative di un imminente taglio dei tassi di interesse. E’ corretto avere un atteggiamento di cautela, tuttavia, tenendo in considerazione che il ritardo degli effetti della politica monetaria sull’economia reale è solitamente compreso tra i 12 e i 24 mesi, esiste un significativo rischio che il livello attuale dei tassi di interesse possa pesare notevolmente sull’andamento delle attività economiche in Europa”, segnala Diodovich.
Bce immobile su tagli, nessuna mossa prima che “genio inflazione sia rimesso saldamente nella bottiglia”
I responsabili della politica monetaria vorranno andare con i piedi di piombo ed essere sicuri che il genio dell’inflazione sia stato rimesso saldamente nella bottiglia. E’ di questo avviso Katharine Neiss, chief European economist di PGIM Fixed Income, che spiega: “Nonostante i chiari segnali di indebolimento dell’area dell’euro e il ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo, ci aspettiamo che la Bce mantenga i tassi invariati al prossimo meeting e che la prospettiva di tagli sia ancora lontana”. Un ragionamento, sottolinea l’esperta, che deriva dai commenti della Bce che suggeriscono che il Consiglio direttivo vorrebbe vedere un allentamento di una serie di fattori che influenzano la pressione inflazionistica interna sottostante. Ciò include non solo l’inflazione core e dei servizi, ma anche i salari e i margini di profitto delle imprese. Per Katharine Neiss il secondo trimestre sarebbe il periodo più prossimo per i tagli.
Secondo Claudia Fontanive-Wyss, portfolio manager di Vontobel, “chi si aspetta un’inversione della politica dei tassi della Bce nella riunione di giovedì rimarrà probabilmente deluso. Dopo la recente retorica da falco e considerato che la Presidente Lagarde a Davos ha indicato la possibilità di un taglio dei tassi d’interesse quest’estate, riteniamo che la Bce rimarrà immobile questa settimana e inizierà a tagliare i tassi da giugno in poi, di 25 o addirittura 50 punti base, in sintonia con la Fed“. Da Vontobel si attendono inoltre che l’Eurotower rimanga dipendente dai dati e che, nella conferenza stampa, contrasti verbalmente le scommesse degli investitori su tagli anticipati.
Goldman Sachs vede primo taglio tassi ad aprile
Mentre la maggior parte degli analisti ed economisti sembra orientato verso un taglio dei tassi in estate, c’è chi come Goldman Sachs che prende ancora in considerazione la possibilità che il primo taglio avvenga in primavera. Pur non escludendo a priori una sforbiciata a marzo (considerata in ogni caso prematura) gli esperti della banca d’affari Usa mantengono la loro previsioni di “un primo taglio dei tassi di 25 punti base ad aprile in linea con il nostro scenario di base, e di altri tagli di 25 punti base che portino il tasso sui depositi al 2,25% all’inizio del 2025″.
In vista del meeting di giovedì, Goldman Sachs si attende “una guidance formale che ribadirà che i tassi rimarranno su livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario” e che Lagarde, pur accogliendo con favore i progressi sull’inflazione, sottolinearà ancora una volta la necessità che altri dati confermino che “l’inflazione stia rallentando in modo sostenibile verso il target”.