Tassi Bce-Fed e come investire: outlook Algebris per il 2023
La scorsa settimana l’inflazione statunitense ha nuovamente sorpreso al ribasso, aumentando a novembre di appena lo 0,1% su base mensile, il valore più basso registrato dall’estate. Come rivela il team strategie di credito globale di Algebris, “il rallentamento dell’inflazione si è tradotto in un messaggio più tenue da parte della Fed mercoledì. Come ampiamente previsto, i tassi sono stati aumentati di 50 punti base e portati ad un livello attuale di 4,25-4,50%. Le previsioni dei membri del FOMC (Federal Open Market Committee) evidenziano un tasso terminale più elevato, pari al 5,1% e un indebolimento delle prospettive economiche per il 2023”.
“Nel complesso, continuano gli esperti, ci aspettiamo che la Fed porti i tassi al 5%, prima di spostare l’attenzione sull’economia. Un periodo di stabilità dei tassi appare del tutto possibile da aprile in poi, poiché l’inflazione si abbasserà, pur rimanendo elevata”.
Prevediamo che le discussioni sul taglio dei tassi si svolgeranno verso la fine del 2023. Manteniamo un orientamento positivo sui tassi statunitensi e un orientamento negativo nei confronti del dollaro USA, in quanto la fine del ciclo politico è ormai alle porte.
Per quanto riguarda la Bce, la riunione della scorsa settimana è stata sorprendentemente orientata al rialzo. “Come previsto, la banca centrale ha aumentato il tasso di deposito di 50 punti base, sino a raggiungere il 2%, sebbene la guidance sia stata estremamente orientate al rialzo. Il Consiglio direttivo ha incrementato le previsioni sull’inflazione al 6,6% nel 2023, riducendo la crescita in misura minore rispetto alle attese del mercato. Sulla base delle previsioni aggiornate, l’inflazione core rimane elevata per tutto l’orizzonte di policy e l’inflazione complessiva si manterrà al di sopra dell’obiettivo fino al 2025. Inoltre, il Presidente Lagarde ha affrontato esplicitamente il tema dei prezzi di mercato nel corso della conferenza stampa, giudicando troppo basso il 3% previsto dai mercati. La BCE sta orientando i mercati verso un tasso terminale nell’intervallo 3,25-3,5% con un certo rischio di rialzo. È stato inoltre annunciato un quantitative tightening, caratterizzato da una riduzione di 15 miliardi di euro al mese a partire da marzo e fino all’estate, quando il ritmo sarà aumentato” dicono da Algebris.
“In Europa, l’inflazione è più elevata rispetto agli Stati Uniti e i segnali indicano che il picco arriverà successivamente. Di conseguenza, è logico che la BCE si dimostri più aggressiva in questa fase”. “La variazione del tasso terminale corrisponderà probabilmente a un aumento di 25 punti base. Sebbene i mercati possano temere ulteriori rialzi in caso di rallentamento, a nostro avviso l’obiettivo finale non subirà grandi variazioni. Il mercato dei tassi ha reagito alla notizia con un ampio movimento generalizzato, in cui i bund si sono mossi di circa 30 punti base dopo la riunione e i BTP di quasi 50 punti base. Riteniamo che la manovra sia maggiormente giustificata per i bund, dal momento in cui i rialzi più lunghi incontreranno un’elevata emissione da parte del governo tedesco nel 2023” continuano.
Mercati: le previsioni sul 2023
Gli analisti ritengono “che il 2023 si rivelerà un anno di smorzamento delle tensioni”.
Il rallentamento non costituirà una profonda recessione e di conseguenza anche il credito ne sarà avvantaggiato. In ogni caso, favoriamo i settori maggiormente sensibili ai tassi, quali il credito investment-grade e i titoli finanziari. Nel complesso valutiamo negativamente il dollaro USA e positivamente gli asset non statunitensi, alla luce della potenziale riapertura della Cina e del cambio di rotta della Fed.