Tassi Bce e crescita salari: “un’accelerazione che complica le prospettive”, la view dell’esperto
La Banca centrale europea continua a essere sotto i riflettori questa settimana. Numerosi gli interventi da parte dei membri del board, a cominciare dalla stessa presidente Christine Lagarde, e anche le pubblicazioni tra cui “Financial Stability Review“, che ha messo in evidenza come “la crescita economica rimanga fragile” e “le preoccupazioni sulle prospettive per il commercio globale si siano aggiunte all’incertezza geopolitica e politica”. Con “le vulnerabilità del debito sovrano che stanno aumentando”.
Sotto la lente in questi giorni anche l’ultimo aggiornamento sui salari negoziati. Un dato quest’ultimo monitorato da vicino dalla Bce in ottica di politica monetaria. Nel terzo trimestre del 2024, i salari negoziati nella zona euro sono tornati a salire al ritmo annuo del 5,43% rispetto al 3,54% del trimestre precedente, superando anche la lettura dei primi tre mesi del 2024, quando la crescita era stata al 4,7% (stesso ritmo riportato nel terzo trimestre del 2023).
Vediamo nel dettaglio questo dato, discutendo dei potenziali impatti in ottica di mosse Bce con Jakob West Christensen, market analyst di eToro.
Verdetto salari: i risvolti e impatti sulle prossime decisioni della Bce
Mancano due settimane esatte e il consiglio direttivo della Bce tornerà a riunirsi per quello che è l’ultimo meeting del 2024. Nell’attesa il mercato passa al setaccio ogni dato, in vista della riunione di dicembre ma anche dei prossimi incontri del 2025. Ieri è arrivato sul mercato un dato molto atteso: la Bce ha pubblicato il dato del terzo trimestre relativo alla crescita dei salari negoziati che ha registrato una decisa accelerazione.
Ecco l’analisi di Jakob West Christensen, market analyst di eToro.
Qual è il vero significato di questa accelerazione dei dati?
L’accelerazione della crescita dei salari negoziati nell’Eurozona segnala una tendenza al rialzo sostenuta delle retribuzioni dei lavoratori, che riflette sia le continue pressioni inflazionistiche sia un mercato del lavoro più rigido in diversi settori. Questi dati indicano che i sindacati e i datori di lavoro stanno concordando aumenti salariali più consistenti, spesso in risposta agli aumenti del costo della vita che hanno eroso i salari reali dall’inizio della crisi dell’inflazione nel 2022.
Tuttavia, questa crescita salariale suggerisce anche che le pressioni inflazionistiche potrebbero persistere più a lungo del previsto. L’aumento dei salari può sostenere la spesa dei consumatori, ma rischia anche di incorporare l’inflazione nell’economia aumentando i costi di produzione e mantenendo alta la domanda. Per i policymaker, ciò evidenzia la sfida continua di trovare un equilibrio tra crescita economica e controllo dell’inflazione.
Quali sono le aspettative sul fronte salariale per il 2025?
Le aspettative per il 2025 indicano una potenziale stabilizzazione della crescita salariale, a seconda di alcuni fattori chiave. Se l’inflazione continuerà a moderarsi e la crescita economica rallenterà, i datori di lavoro potrebbero resistere a concedere aumenti salariali significativi. Tuttavia, fattori strutturali come la persistente carenza di manodopera in settori chiave, i cambiamenti demografici e le continue pressioni sindacali potrebbero mantenere la crescita dei salari al di sopra delle norme storiche.
Anche gli accordi di contrattazione centralizzata e gli adeguamenti dei salari minimi in alcuni paesi dell’Eurozona potrebbero contribuire a mantenere gli aumenti salariali relativamente robusti, anche se l’inflazione si attenua. Tuttavia, si prevede una normalizzazione della crescita salariale man mano che le aspettative d’inflazione diventano più ancorate.
Quale impatto può avere sulle prossime decisioni della Bce?
L’accelerazione della crescita dei salari complica le prospettive di politica monetaria della Banca centrale europea (Bce). Sebbene la Bce abbia sospeso i rialzi dei tassi d’interesse, segnalando cautela nei confronti di un eccessivo irrigidimento in un contesto di rallentamento dell’attività economica, il persistere dell’inflazione trainata dai salari potrebbe costringere i responsabili politici a mantenere i tassi più alti più a lungo o a ritardare i tagli dei tassi.
La Bce monitora attentamente l’inflazione di fondo, che è sensibile alle dinamiche salariali. Se i salari continuassero a crescere a questo ritmo, potrebbero sostenere l’inflazione di fondo al di sopra dell’obiettivo del 2% della Bce, minando gli sforzi per ancorare le aspettative di inflazione. Ciò potrebbe costringere la Bce ad adottare un approccio più lento all’allentamento dei cicli di interesse in attesa di prove emergenti di moderazione dell’inflazione.
In sintesi, l’accelerazione della crescita salariale è un’arma a doppio taglio: sostiene il potere d’acquisto dei lavoratori ma rischia di prolungare l’inflazione e di complicare la normalizzazione della politica monetaria.