Tassi Bce, analisti divisi. Sui mercati piombano anche anticipazioni inflazione 2024
Il Bce Day si avvicina. E alla vigilia dell’atteso appuntamento con la riunione di politica monetaria dell’istituto guidato da Lagarde l’incertezza è la protagonista indiscussa, con gli analisti spaccati sulle possibili mosse di domani sui tassi d’interesse (una pausa o un nuovo rialzo). A scuotere ulteriolmente la vigilia di un meeting che si preannuncia teso, sono arrivate anche alcune voci sulle nuove proiezioni di crescita economica che verranno presentate domani. In particolare, le stime sull’inflazione per il 2024, pubblicate da Reuters, che hanno acceso alcune spie sui mercati.
Secondo quanto riportato dall’agenzia, che cita una fonte anonima, la Bce prevede che l’inflazione resterà al di sopra del 3% nel 2024, “rafforzando le ragioni a favore di un decimo aumento consecutivo dei tassi d’interesse” nella riunione di domani. Il consiglio resta in ogni caso diviso sulla decisione di politica monetaria che sarà annunciata domani a partire dalle 14:15.
L’outlook sull’inflazione desta preoccupazione
Domani verrà pubblicato anche l’aggiornamento sulle proiezioni macroeconomiche dell’area euro. L’outlook sull’inflazione è quello che preoccupa maggiormente e che potrebbe far scattare domani il decimo rialzo consecutivo dei tassi dal luglio del 2022. Stando alle anticipazioni , la proiezione aggiornata per il 2024 sarebbe ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della banca centrale e potrebbe essere superiore al 3% previsto a giugno. Non solo, il dato sarebbe anche superiore al 2,7% rilevato dagli economisti interpellati da Reuters.
Più volte è stato ribadito che la scelta di agire ancora sui tassi o prendere una pausa sarebbe dipesa dai dati. I numeri più recenti parlano di una inflazione in calo, ma che resta su livelli elevati. A fine agosto, l’Eurostat ha pubblicato il dato di agosto con l’inflazione della zona euro che è restata stabile al 5,3%, deludendo gli analisti che si attendevano un rallentamento al 5,1% su base annua.
Nell’ultima riunione prima della pausa estiva, quella di luglio, la Banca centrale europea ha rivisto nuovamente al rialzo i tassi di 25 punti base i tassi (con i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%). La fonte citata da Reuters ha, tuttavia, precisato che la decisione sui tassi non è stata ancora presa.
Le attese
Anche Gianni Piazzoli, Chief Investment Officer di Vontobel Wealth Management SIM, si sofferma sulle anticipazioni della Reuters di una stima Bce d’inflazione 2024 sopra il 3% quando la commissione UE ha ufficializzato lunedì scorso una stima d’inflazione 2024 a +2,9%. “Ciò contribuisce a far salire i rendimenti, +4/7 bps lungo tutte le curve. Non capita spesso di avere anticipazioni sulle stime Bce a 24 ore dalle decisioni di politica monetaria – afferma l’esperto -. Restare sopra il 3% nel 2024 non significa che la Bce aumenterà necessariamente i tassi domani, ma lascia sul mercato l’ipotesi di un aumento in arrivo entro fine anno“. Piazzoli sottolinea inoltre che il mercato ha già incorporato +16 bps per domani e arriva ad un tasso terminale a +25 entro fine anno. “Il punto, come al solito, sarà capire per quanto tempo la banca centrale manterrà i tassi fermi a quel livello: in questo momento il mercato prezza dei tagli a partire da marzo/aprile, ma se l’inflazione resterà alta anche quest’aspettativa dovrà adeguarsi”, conclude l’esperto.
Anche per Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, l’esito della riunione del Consiglio Direttivo sia molto incerto, un testa a testa tra una pausa nel ciclo di rialzi e un ulteriore incremento del costo del denaro di 25 bps. In particolare, spiega l’esperto, “il dilemma per la Bce sarà trovare un compromesso tra le diverse parti con opinioni ben diverse sulle strategie monetarie. I mercati finanziari stanno scontando con maggiori probabilità una pausa da parte della Bce“.
“I timori sull’inflazione spingeranno i partecipanti del Consiglio Direttivo a procedere con un ulteriore rialzo di 25 bps dei tre tassi di riferimento chiave (tasso sui depositi rialzato dal 3,75% al 4%, tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale alzato dal 4,25% al 4,50%) – afferma Diodovich -. La decisione di rialzare i tassi sarà tuttavia accompagnata da molti elementi dovish con evidenti aperture (probabilmente durante la conferenza stampa del governatore Lagarde) per una lunga pausa nel corso dei prossimi mesi”.