Tasse non pagate: dal 2025 le rate si allungano. Le novità
Una boccata d’ossigeno per i contribuenti che hanno debiti pendenti con il Fisco fino a 120mila euro: nel prossimo biennio si potrà avere una dilazione in 84 rate mensili contro le 72 attuali, e successivamente a 96 rate fino ad arrivare dal 2029 a 108 rate.
Questa una delle maggiori novità che arrivano dal decreto della delega fiscale targata Meloni-Leo che si pone come obiettivo quello di svuotare il magazzino di debiti fiscali, arrivato alla cifra monstre di 1.200 miliardi evitando al contempo che se ne crei uno simile in futuro. Fine ultimo è rendere la riscossione più veloce ed efficiente.
Tasse non pagate: come cambieranno le rate
Fulcro portante del decreto è l’allungamento dei piani di dilazione. L’agente della riscossione, l’Agenzia delle Entrate per intenderci, potrà concedere una rateizzazione per debiti inferiori o pari a 120mila euro su semplice richiesta del contribuente, fino a 84 rate mensili per le richieste presentate nel 2025 e 2026.
Le rate si allungheranno a 96 per le richieste nel 2027 e 2028 e a 108 per le richieste dal 2029. Quanto il contribuente documenterà la temporanea situazione di obiettiva difficoltà, potrà beneficiare di un piano di dilazione di 120 rate per somme oltre 120mila euro, indipendentemente dalla data di presentazione.
Tasse non riscosse: come funzionerà il recupero
Il decreto interviene anche a ridefinire la disciplina sulle operazioni di recupero. Dopo la prima volta, senza esser riusciti a portare a casa le somme da recuperare, e, la riscossione potrà essere gestita direttamente dall’ente creditore, attraverso gara pubblica, a un soggetto privato iscritto nell’albo dei riscossori o gestita sempre dall’ente creditore.
Cartelle: discarico automatico dal 2025
L’obiettivo principale della riforma è arrivare a una progressiva riduzione del magazzino fiscale che a fine 2023 contava 1.206,6 miliardi di euro.
Così il decreto prevede che dai carichi affidati dal 1° gennaio 2025 scatterà un contatore di cinque anni, dopo i quali scatterà il discarico automatico degli importi attribuiti dagli enti creditori all’agente della riscossione.
Previste anche delle ipotesi in cui il discarico, ossia la riconsegna anticipata, può essere chiesta o dall’agente della riscossione o dall’ente creditore. Nel primo caso, è necessario che sussistano specifici requisiti come:
- la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale,
- l’assenza di beni suscettibili di poter essere aggrediti,
- l’assenza di nuovi beni rispetto a quelli per cui, nel biennio precedente, le attività di recupero sono state concluse con esito parzialmente o totalmente infruttuoso.
Dopo ventiquattro mesi dalla presa in carico per i crediti già affidati quando entrerà in vigore il decreto delegato e tra i 24 e i 30 mesi per i crediti che saranno affidati dopo l’entrata in vigore (giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale), gli enti creditori potranno, invece, procedere al discarico anticipato.