Tassa extraprofitti banche, WisdomTree calcola impatto su UniCredit, Mps & Co.
Tassa extraprofitti banche: quale impatto è previsto per la redditività del sistema bancario italiano?
Con il tonfo di ieri dei titoli, che ha portato in particolare i titoli Mps e Bper ad affondare di quasi l’11% , scioccando il mercato intero, gli analisti fanno la conta dei danni, cercando di calcolare al contempo quelle che potrebbero essere le conseguenze dell’imposta sul trend degli utili.
La buona notizia che consola il comparto è arrivata nella serata di ieri con la nota del Mef, che ha dimostrato come il governo Meloni abbia corretto il tiro.
Nella nota “Extra-profitti delle banche: un fulmine, ma non a ciel sereno. Reazione del mercato eccessiva” Piergiacomo Braganti, direttore della divisione macroeconomica di WisdomTree, ha commentato la tassa sugli extraprofitti annunciata l’altroieri, al termine della riunione del Consiglio dei ministri, e la reazione catastrofica dei titoli bancari a Piazza Affari, durante la sessione di ieri.
“Il governo italiano tassa per due anni gli extra profitti da margine di interesse (margine da attività di raccolta & impiego). La nuova tassa dovrebbe pesare di più e retroattivamente sul 2022, meno sul 2023″.
Ovvero?
Braganti ha spiegato che “l’impatto dovrebbe essere al massimo del 10%, ma probabilmente assai meno, sugli utili netti 2023″.
Riguardo al 2024, invece, c’è “poca visibilità”.
Tassa extraprofitti banche, WisdomTree: reazione mercato pare eccessiva
L’esperto di Wisdom Tree ha spiegato che, a suo avviso, il “provvedimento non intacca la redditività organica corrente delle banche italiane, che resta molto buona” aggiungendo che “la reazione del mercato pare eccessiva”.
Certo, “la tassa sugli extraprofitti bancari, di cui si era discusso in primavera e che poi pareva accantonata, è tornata alla ribalta”, e “in pieno clima di vacanze”.
Detto questo, “c’è tempo per ragionarci sopra”, in attesa che “il Disegno di Legge venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale e successivamente convertito in Legge dal Parlamento entro 60 giorni”.
Di tempo ce n’è, visto che “il Parlamento riaprirà ai primi di settembre dopo la pausa estiva”.
In ogni caso, per il numero uno della divisione di ricerca macroeconomica di WisdomTree “la nuova imposta, retroattiva dal 1° gennaio 2022, pone a carico del sistema bancario italiano, dopo una prima parte dell’anno 2023 decisamente florida, un fardello fiscale addizionale significativo ma sopportabile”.
Il paragone con la Spagna e le stime sul gettito fiscale che si otterrà con l’imposta
Viene fatto il paragone con la stessa misura che è stata adottata all’inizio dell’anno dalla Spagna e che ha portato le banche spagnole, incluse “Santander, Bankinter, CaixaBank, Sabadell, Unicaja” a “versare nelle casse dello Stati circa 3 miliardi di euro di ‘windfall profit tax’ (tassa sugli extra profitti)”, nel periodo compreso tra febbraio e marzo.
“In Italia, per quanto sia ancora difficile fare stime accurate, il gettito fiscale stimato dovrebbe essere tra 2 e 3 miliardi: così riportano oggi alcuni giornali quotidiani, citando ‘fonti governative’. Il prelievo fiscale – ricorda Braganti – sarà nella misura del 40%, non già dei ‘profitti in generale’, ma degli extra-profitti del 2022 e 2023″.
A tal proposito viene ricordato che “per extraprofitti si intendono quelli maturati come ‘margine di interesse’, cioè quelli rappresentati dal differenziale tra interessi ‘passivi’ riconosciuti sui depositi e ‘interessi’ attivi pagati dai clienti sulle somme prese a prestito”.
L’impatto su Intesa, UniCredit, Bper, Banco BPM, Mps
Su quello che sarà l’impatto sulle prime cinque banche italiane: Intesa-Sanpaolo, Unicredit, Bper, Banco Bpm e MPS, l’analista ricorda che gli istituti “nel 2022 hanno realizzato un maggior margine di interesse rispetto al 2021 di circa 4 miliardi di euro, soprattutto per effetto dei rialzi dei tassi decisi dalla Bce, che hanno permesso alle banche di adeguare immediatamente i tassi applicati ai prestiti concessi ai clienti, ma non certo quelli riconosciuti ai depositanti, lasciati testardamente a zero”.
“Nel primo semestre 2023 le stesse cinque banche hanno segnato forti incrementi del margine d’interesse, stimati in circa +55% rispetto allo stesso periodo del 2022, creando pertanto una base idonea e ben più ampia da assoggettare alla nuova ‘Robin Hood tax‘”.
Nel ricordare che le prime cinque banche italiane “rappresentano circa il 60% del sistema bancario italiano”, e sulla base di “una nostra stima approssimativa” che porterebbe a prevedere una crescita del margine di interesse del sistema bancario italiano tra 6,0 e gli 7,5 miliardi”, Braganti calcola “un corrispondente gettito fiscale della nuova tassa tra i 2,4 ed i 3,0 miliardi di euro”, precisando comunque che si tratta di previsioni.
Nel complesso, “difficile dire se la nuova ‘extra tassa’ sarà resa deducibile dalla base imponibile soggetta a tassazione ordinaria: al momento sembra di no, ma l’iter parlamentare potrebbe modificare la scelta. Se lo fosse l’impatto sugli utili netti 2023 sarebbe a singola cifra, compreso tra -6 e -9%. Se non lo fosse potremmo ipotizzare un impatto sugli utili netti 2023 tra il -8% e – il 11% circa”.
Tassa extraprofitti racconta e conferma settore bancario in salute
Per il 2024, riuscire a fare una stima dei danni che saranno provocati dalla tassa sugli extraprofitti – sempre che diventi operativa con il sì del Parlamento – è difficile, anche perchè si prevede intanto un rialzo dell’NII più contenuto a causa di questi fattori:
- Le banche saranno “costrette” dalla pressione dei media, dalla concorrenza e dai clienti, a remunerare meglio le giacenze “cash”.
- Probabilmente sarà terminata la fase di rialzo dei tassi da parte delle Banche centrali, compresa quella Europea.
- I clienti continueranno ad ‘asciugare’ la liquidità lasciata sui depositi ‘a vista non remunerati’ in favore di opportunità più favorevoli, e ciò indurrà le banche a fare azioni di ritenzione della liquidità basate sul riconoscimento di migliori interessi.
La conclusione di WisdomTree è che la reazione dei titoli delle banche italiane, affondati ieri a Piazza Affari fino a quasi l’11%, ” appare sproporzionata, visto che il provvedimento colpirà il conto economico solo per due anni e con particolare incisività soprattutto nel 2023″.
Inoltre, conclude Pierpaolo Braganti di WisdomTree, la nuova tassa ci “racconta e conferma un settore bancario ‘in salute’ e, ci sentiamo di dire, allettante a livello borsistico per i ridotti livelli di valutazione rispetto a quelli storici ed una redditività da dividendo tornata elevata, sopra il 4%”.