Notizie Notizie Italia Tassa extraprofitti banche, Bce: rischio ritirata investitori nazionali ed esteri

Tassa extraprofitti banche, Bce: rischio ritirata investitori nazionali ed esteri

13 Settembre 2023 13:51

Arriva il verdetto della Bce sulla tassa sugli extraprofitti delle banche proposta dal governo Meloni.

Il giudizio è, come anticipato giorni fa, negativo.

Diverse sono le questioni che l’Eurotower guidata dalla Bce di Christine Lagarde solleva nel documento pubblicato oggi, alla vigilia tra l’altro del grande evento che i mercati di tutto il mondo stanno aspettando:

l’annuncio sui tassi di interesse dell’area euro, che le colombe sperano corrisponda, domani, a una pausa del ciclo di rialzi avviato nel luglio del 2022.

Le indiscrezioni piombate sui mercati rendono le stime su quanto accadrà domani, con la Bce, ancora più incerte e confuse.

Tassa extraprofitti banche, Bce: rischio frenata investitori nazionali ed esteri

PARERE DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA del 12 settembre 2023 relativo all’imposizione di un’imposta straordinaria agli enti creditizi “. E’ stato con questo testo che la Bce ha reso noto il proprio giudizio sull’imposta annunciata dal governo Meloni.

Diversi i rilievi che indicano la bocciatura del prelievo da parte della Banca centrale europea:

Secondo l’Eurotower, la tassa sugli extraprofitti rappresenta un ostacolo per le banche italiane sotto diversi punti di vista.

Tra le obiezioni presentate da Francoforte, quella secondo cui il prelievo “può rendere più costoso per le banche attrarre nuovo capitale azionario e finanziamento all’ingrosso, in quanto gli investitori nazionali ed esteri potrebbero avere meno interesse a investire in enti creditizi italiani che hanno prospettive più incerte.“.

“Inoltre – si legge – l’introduzione di una imposta retroattiva ad hoc aumenta indebitamente l’incertezza sul quadro fiscale, danneggiando la fiducia degli investitori e influenzando potenzialmente anche il costo del finanziamento per le società non finanziarie”.

Bce su prelievo extraprofitti: non usare tassa per risanare il bilancio

La Bce ha indicato anche la necessità che il governo Meloni non si affidi alla tassa sugli extraprofitti delle banche con l’obiettivo di risanare il bilancio dello Stato.

Nella missiva la Bce ha ricordato, di fatto, di avere già “raccomandato in precedenza che è necessaria una chiara separazione tra la natura straordinaria dei proventi e le risorse di bilancio generali di un governo per evitarne l’uso a fini generali di risanamento di bilancio”.

Un appello è stato lanciato inoltre al governo italiano, affinché non metta a repentaglio la solidità dei bilanci delle banche italiane:

“Occorre prestare cautela per garantire che l’imposta straordinaria non incida sulla capacità dei singoli enti creditizi di costituire solide basi patrimoniali e di effettuare adeguati accantonamenti per maggiori svalutazioni e un deterioramento della qualità creditizia”, ha scritto l’Eurotower, lanciando un alert anche sulle possibili conseguenze che l’imposizione del prelievo avrebbe sulla trasmissione della sua stessa politica monetaria.

“Limitare la capacità degli enti creditizi di mantenere posizioni patrimoniali adeguate o di costituire con prudenza accantonamenti nel contesto di una possibile flessione della qualità creditizia potrebbe mettere a repentaglio una regolare trasmissione delle misure di politica monetaria”.

Con la pubblicazione del parere, la Bce ha ricordato il quadro economico in cui la proposta del governo Meloni si è andata a innestare:

“La Bce evince che la decisione del Governo italiano sia motivata dai costi sociali potenzialmente ingenti per famiglie e imprese collegati al contesto di tassi di interesse elevati”, sulla scia del trend dei tassi di inflazione dell’area dell’euro, che “hanno raggiunto livelli record nel corso del 2022 e hanno posto sfide significative per la conduzione della politica monetaria”.

Bce: con tassa rischio di frammentazione sistema finanziario europeo

Ma in questa situazione la tassa sugli extraprofitti annunciata dal governo Meloni, rileva la banca centrale europea, “può portare a una frammentazione del sistema finanziario europeo a causa della natura eterogenea di tali imposte per il settore bancario”.

“Il rischio di una doppia imposizione per gli enti creditizi che operano anche attraverso succursali in altre giurisdizioni in cui si riscuote
ugualmente un’imposta straordinaria può rappresentare – di fatto – un’ulteriore fonte di tale frammentazione”.

La Bce raccomanda di conseguenza al governo Meloni che, “al fine di valutare se la sua applicazione pone dei rischi per la stabilità finanziaria, e in particolare se ha il potenziale di compromettere la capacità di tenuta del settore bancario e di causare distorsioni del mercato, il decreto-legge sia accompagnato da un’analisi approfondita delle potenziali conseguenze negative per il settore bancario”.

“Tale analisi dovrebbe illustrare in dettaglio in particolare, l’impatto specifico dell’imposta straordinaria sulla redditività a più lungo termine e sulla base patrimoniale, sull’accesso ai finanziamenti e sulla concessione di nuovi prestiti e sulle condizioni di concorrenza sul mercato, e il suo potenziale impatto sulla liquidità”.

L’Eurotower segnala anche che “il decreto-legge non è accompagnato da alcuna relazione illustrativa che ne spieghi la ratio. Inoltre, la documentazione tecnica inviata al Senato della Repubblica italiana in relazione al decreto-legge contiene una sintesi delle principali disposizioni legislative, ma non contiene alcuna spiegazione dalla ratio alla base del decreto-legge”.