Tagli tassi: Svizzera spiazza tutti, arriva a sorpresa la prima mossa
Sui mercati piomba la sorpresa svizzera che per prima avvia, tra le maggiori banche centrali, avvia ufficialmente il ciclo di tagli dei tassi. Mentre tutti gli operatori era concentrati questa settimana sulle mosse della Federal Reserve (Fed), che ieri sera ha mantenuto i tassi fermi e confermato le proiezioni sui dotplot (con tre tagli dei tassi attesi nel 2024), e hanno accolto le ultime dichiarazioni della presidente della Banca Centrale europea (Bce), Christine Lagarde, che ha ribadito che “nei prossimi mesi avremo a disposizione più dati, che ci aiuteranno a valutare se la certezza che abbiamo sul percorso futuro è tale da poter passare alla prossima fase del nostro ciclo di politica monetaria”, oggi la Banca Nazionale Svizzera (Bns) ha tagliato il proprio tasso d’interesse principale di 25 punti base, che è così passato dall’1,75% all’1,50%, cogliendo di sorpresa gli analisti che si attendevano una conferma sul fronte dei tassi.
“Nella riunione di marzo, la Banca nazionale svizzera, nota per le sue decisioni talvolta inaspettate, ha deciso ancora una volta di cogliere tutti di sorpresa e di tagliare il tasso di riferimento di 25 punti base dall’1,75 all’1,5%. Per giustificare questa decisione, la Bns cita il forte calo dell’inflazione in Svizzera, che da giugno 2023 è inferiore al 2% ed è quindi in linea con l’obiettivo della banca centrale. A febbraio l’inflazione in Svizzera si è attestata all’1,2%”, sottolineano gli economisti di ING commentando a caldo la decisione dell’istituto centrale elvetico.
La mossa a sorpresa
La Banca nazionale Svizzera “batte tutti sul tempo”, modificando per prima la politica monetaria restrittiva azionata a livello globale per far fronte all’impennata dell’inflazione. “Comincerò dalla nostra decisione di politica monetaria. Abbiamo deliberato di abbassare il tasso guida Bns di 0,25 punti percentuali all’1,5%”, annuncia oggi Thomas Jordan, presidente della Bns, che spiega:
“L’allentamento della nostra politica monetaria è stato possibile grazie all’efficacia della lotta all’inflazione durante gli ultimi due anni e mezzo: da alcuni mesi l’inflazione si colloca di nuovo al di sotto del 2% e quindi nell’area che assimiliamo alla stabilità dei prezzi. Come indicato dalla nostra nuova previsione, l’inflazione dovrebbe rimanere all’interno di quest’area anche nel corso dei prossimi anni”.
Inflazione sempre nel radar
Focus sull’inflazione. Il presidente Jordan ha rimarcato come dall’inizio dell’anno questa sia diminuita ulteriormente attestandosi in febbraio all’1,2%. Con un calo riconducibile al minor rincaro dei beni, mentre la spinta maggiore ai prezzi proviene attualmente dai servizi interni. “La nostra nuova previsione condizionata di inflazione si situa nettamente al di sotto di quella formulata in dicembre”, segnala. L’inflazione è, infatti, calata rapidamente dal suo massimo del 3,5% nell’agosto 2022 e si situa oggi all’1,2%. In tutto questo periodo le aspettative di inflazione sono rimaste ben ancorate.
Guardando in prospettiva, l’istituto segnala che la “previsione condizionata” di inflazione si attesta lungo l’intero orizzonte previsivo nell’area di stabilità dei prezzi. Nella media annua essa si colloca all’1,4% per il 2024, all’1,2% per il 2025 e all’1,1% per il 2026.
“La Svizzera tagli i tassi dall’1,75% all’1,50%. Sopresa per i mercati. Il Franco si indebolisce e i rendimenti dei Titoli di Stato svizzeri in forte calo. Il decennale allo 0,85% di ieri allo 0,70% di oggi. Il 2 anni dall’1,22% di ieri allo 0,99% di oggi”, segnala l’analista indipendente Andrea De Gaetano, commentando la decisione della Svizzera. “Nel comunicato stampa della banca centrale nitido il paragone fra la Svizzera, che è riuscita a far tornare l’inflazione sotto il 2% e altri Paesi ‘in alcuni paesi l’inflazione potrebbe mantenersi più a lungo su livelli eccessivi e richiedere quindi una politica monetaria più restrittiva di quanto atteso nello scenario di base’ – indica l’esperto -. Si evidenziano altresì ‘rischi significativi’ per l’economia mondiale, con una crescita globale ‘presumibilmente moderata’”.
Ulteriori tagli in vista? La view di ING
La Banca nazionale Svizzera lascia poi la porta aperta per ulteriori tagli. “Continueremo ad osservare attentamente l’evoluzione dell’inflazione e, se necessario,
adegueremo nuovamente la politica monetaria per far sì che il rincaro si mantenga a medio termine nell’area di stabilità dei prezzi”, si legge nel comunicato ufficiale.
“A meno che non arrivi una brutta sorpresa nel contesto internazionale che provochi un nuovo brusco aumento delle pressioni inflazionistiche, il tono odierno della Bns e la massiccia revisione al ribasso delle previsioni di inflazione suggeriscono che molto probabilmente un ulteriore taglio a giugno riporterà il tasso di riferimento al livello 1,25%. È probabile anche un ulteriore taglio a settembre, ma dipenderà ovviamente dalle previsioni di inflazione della banca centrale”, suggeriscono ancora gli esperti della banca olandese.