Stress test Fed: Deutsche Bank Usa non passa, congelati aumenti pay-out di Goldman Sachs e Morgan Stanley
La sussidiaria americana di Deutsche Bank è stata praticamente bocciata, mentre sei colossi bancari americani sono stati costretti a rimettere nel cassetto l’idea di aumentare le remunerazioni a favore dei loro azionisti, sotto forma di pay-out: questi, in generale, i risultati degli stress test più severi rispetto al passato, condotti dalla Federal Reserve sulle principali banche americane.
Così come fa notare un articolo del Financial Times, considerati i risultati deludenti di alcuni istituti, il pay-out ratio complessivo dell’intero settore dovrebbe rimanere a questo punto invariato rispetto al livello dello scorso anno, ovvero al 95%. Da segnalare che il pay-out ratio è il capitale che viene distribuito come proporzione degli utili.
“Anche presentando piani di capitale più conservativi, Goldman Sachs e Morgan Stanley sono scesi al di sotto delle soglie di capitale richieste. La Fed ha comunque dato la sua approvazione alla distribuzione di quei pay-out che sono risultati meno aggressivi. I funzionari hanno affermato che la debolezza rinvenuta negli stress test riflette in parte l’impatto contabile della storica riforma fiscale che Donald Trump ha firmato lo scorso anno. Riforme che, secondo Randal Quarles, reponsabile della divisione di regolamentazione della Fed, hanno creato “sfide straordinarie”.
Guardando ai singoli casi, Deutsche Bank ha visto la sua sussidiaria bocciata a causa di “lacune diffuse e gravi” nel suo piano. Come si legge nel comunicato della Fed, “il board si è opposto al piano di capitali presentato da DB USA Corporation, a causa di timori qualitativi. Tali preoccupazioni si riferiscono alla debolezza sostanziale ravvisata nelle competenze e nei controlli dei dati che sostengono il processo di pianificazione del capitale; così come si rileva una debolezza negli approcci e negli assunti da cui si parte per prevedere i livelli di fatturato e perdite in caso di stress“. Il risultato dello stress test non impedisce al colosso tedesco, il numero uno in Germania, di erogare dividendi agli azionisti in Germania. La sussidiaria Usa non potrà tuttavia staccare alcun dividendo alla casa madre tedesca, a meno che la misura non venga approvata dalla Fed.
Il Board non ha obiettato ai piani di capitale di Goldman Sachs e Morgan Stanley, il che significa che entrambe le banche manterranno ai livelli degli ultimi anni le loro politiche di distribuzione di capitale. I capital ratio di entrambe le banche, tuttavia, in base ai piani proposti e a causa di una riduzione di capitale straordinaria provocata dai cambiamenti alla legge fiscale (leggi ancora riforma Trump= sono scesi sotto i livelli richiesti, nel caso di uno scenario ipotetico. Detto questo, tale riduzione straordinaria non riflette secondo la Fed la performance delle banche in una condizione di stress e gli istituti possono aspettarsi di conseguire utili al netto delle tasse, andando in avanti. Si può dire dunque che Goldman Sachs e Morgan Stanley sono state promosse, ma con riserva. Idem per State Street, a cui è stato comunque richiesto di prendere provvedimenti, al fine di migliorare la gestione e l’analisi delle sue esposizioni in condizioni di stress.
JP Morgan Chase, America Express, KeyCorp e M&T Bank Corporation sono state portate inoltre a ripensare ai loro piani di distribuzione di dividendi ai loro azionisti, seppur promosse in toto, dopo aver presentato, la scorsa settimana, i piani di capitale.
La Fed ha dato inoltre il via libera alle proposte presentate da altre 28 banche, relative alla distribuzione di capitale e all’erogazione dei dividendi.
Sono questi gli esiti del test Comprehensive Capital Analysis and Review, noto con l’acronimo di CCAR, alla sua ottava edizione.
Il test monitora sia i fattori quantitativi che qualitativi dei piani che le banche presentano su eventuali operazioni di buyback azionario e di aumento dei dividendi.
Da segnalare che tutte le 35 banche hanno superato la prima fase dello stress test della scorsa settimana, in cui è stata simulata una situazione di tonfo dell’azionario del 65% e di balzo del Vix a 60. I risultati del CCAR sono stati annunciati a seguito della conclusione della seconda fase degli stress test.