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Stellantis: le stime sui conti e i giudizi degli analisti

20 Luglio 2023 14:23

Il 26 luglio si riunirà il Cda di Stellantis per l’approvazione dei conti al 30 giugno 2023. Oltre ai risultati economico finanziari del secondo trimestre e alle proiezioni per l’intero esercizio l’attenzione si focalizzerà sulle altre tematiche calde del settore automotive, come la strategia produttiva dei prossimi mesi, la penetrazione nel mercato dei veicoli elettrici e le dinamiche relative agli approvvigionamenti di componenti elettronici.

Le stime di Bloomberg su ricavi e consegne di veicoli di Stellantis nel 2Q

Secondo le stime sul secondo trimestre raccolte da Bloomberg, Stellantis dovrebbe archiviare il periodo aprile giugno con ricavi pari a 49,125 miliardi di euro, in aumento del 5,6% su base annua e del 4% rispetto ai primi tre mesi del 2023.

La ripartizione dei ricavi stimata prevede 22,43 miliardi in Nord America, 18,10 miliardi in Europa, 4,28 miliardi in Sudamerica, 1,88 miliardi in Medioriente e Africa e 1,25 miliardi in Cina, India e Asia-Pacifico, oltre a 769 milioni da Maserati.

Le proiezioni relative al numero di veicoli venduti si attestano a 1,621 milioni, rispetto a 1,476 milioni consegnati nel primo trimestre. In particolare, le vendite stimate evidenziano la seguente suddivisione: 746 mila unità in Europa, 497 mila in Nord America, 225 mila in Sud America, 52 mila in Medioriente e Africa, 36 mila in Cina, India e Asia-Pacifico, oltre a circa 6.600 unità di Maserati.

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Il consensus sul FY

Per quanto riguarda il consensus relativo all’intero esercizio 2023, la mediana dei giudizi degli analisti indica ricavi pari a 184,5 miliardi di euro, in crescita del 2,7% rispetto al 2022.

L’Ebitda è atteso pari a 27,4 miliardi mentre a livello di Ebit si stima una diminuzione del 15,1% a 19,8 miliardi. Le proiezioni sull’utile netto (adjusted) si attestano a 15,19 miliardi, in calo del 9,5% su base annua.

L’EPS è atteso in discesa dell’8,8% a 4,89 euro, rispetto a 5,36 euro del 2022, mentre il Dividend per Share (DPS) è previsto in aumento del 29,3% a 1,345 euro.

Le previsioni sulle vendite di veicoli per il full year 2023 sono mediamente pari a 6,13 milioni di unità.

Le stime di Equita sul 2023

Gli analisti di Equita Sim hanno recentemente confermato il giudizio Buy sul titolo Stellantis, alzando leggermente il target price a 21,0 euro per azione, rispetto a 20,5 della precedente valutazione.

Per il 2023 Equita ha rivisto al rialzo le stime, prevedendo un fatturato in aumento del 3% a 188 miliardi, un Ebit adjusted di 20 miliardi (+10%) e un net profit di 14,4 miliardi (+8%). La Sim ha invece limato le proiezioni per il 2024, per tenere conto della discesa dei prezzi e della normalizzazione dei livelli di magazzino.

Attualmente, secondo Equita, Stellantis “tratta a multipli che scontano già abbondantemente il peggio della transizione tecnologica e dell’atteso calo dei prezzi: FY23-24E EV/Ebitda inferiore a 1,5x e adjusted P/E 3,6/3,5x”.

L’andamento di ricavi e consegne nel 1Q

Ricordiamo che Stellantis aveva iniziato il 2023 registrando valori consistenti di consegne e ricavi netti in tutti i segmenti, affermando di essere ben posizionata “per continuare a generare nell’intero anno una robusta performance finanziaria.”

In particolare, nei primi tre mesi dell’anno i ricavi netti sono cresciuti su base annua del 14% a 47,2 miliardi di euro, grazie soprattutto alle maggiori consegne e ai prezzi netti favorevoli. Le consegne (+7% a 1,476 milioni) hanno beneficiato della migliore disponibilità di semiconduttori rispetto al primo trimestre 2022.

Lo stock complessivo di veicoli nuovi al 31 marzo 2023 si attestava a 1,3 milioni di unità, riflettendo un ritorno ai normali livelli di operatività, incluso uno stock di proprietà di 384 mila unità.

La strategia di Stellantis sui chip

Uno dei fattori da monitorare nel settore automotive resta la disponibilità di semiconduttori. Nei giorni scorsi Stellantis ha annunciato una strategia diversificata per far fronte alla crescente domanda e gestire le forniture di chip nel lungo periodo.

In particolare, la strategia combina accordi con i produttori (come Infineon, NXP, onsemi e Qualcomm), l’acquisto diretto di componenti e la piena visibilità delle future esigenze di semiconduttori. Ad oggi, Stellantis ha avviato una partnership per la fornitura per un valore d’acquisto di oltre 10 miliardi di euro fino al 2030. Inoltre, sta collaborando con aiMotive e SiliconAuto per sviluppare i propri chip in futuro.

I semiconduttori svolgono un ruolo chiave nell’offerta di funzionalità e caratteristiche nelle future piattaforme di veicoli STLA incentrate sui veicoli elettrici (BEV) e nelle piattaforme software STLA basate sull’intelligenza artificiale di Stellantis. La fornitura sicura di componenti potenti e innovativi aiuterà così i veicoli a raggiungere gli ambiziosi obiettivi del piano strategico Dare Forward 2030.

Gli ultimi dati sulle immatricolazioni in Ue e Italia

Stellantis opera in un mercato, quello dell’automobile, che sta manifestando segnali di ripresa dopo le difficoltà del 2022. Tuttavia, i livelli di vendite rimangono ben lontani da quelli del 2019. Basti osservare i dati sulle immatricolazioni dell’Europa occidentale (Ue+Efta+Uk), cresciute del 18,7% annuo a giugno e del 17,6% nel primo semestre, ma in calo del 21,8% rispetto ai primi sei mesi del 2019.

Stellantis ha fatto decisamente peggio del mercato, con una flessione tendenziale del 2,5% a giugno, a 210.495 unità, e un aumento del 5,3% nel semestre, a 1,145 milioni di veicoli.

Per quanto riguarda l’Italia, a giugno sono state immatricolate 138.927 auto (+9,2% a/a) e nella prima metà dell’anno si è registrata una crescita del 23% a più di 840 mila. Stellantis, invece, ha subito una flessione dell’11,2% a giugno (48 mila) e realizzato una crescita del 9,7% nel semestre (279 mila).

La view degli analisti e la performance di Borsa di Stellantis

Nel complesso, i giudizi degli analisti su Stellantis sono ampiamente positivi, con una stragrande maggioranza di raccomandazioni favorevoli da parte dei broker.

Nel complesso, i 29 giudizi raccolti da Bloomberg si dividono in 25 Buy e 4 Sell, con un target price medio fra i 26 studi più aggiornati pari a 21,96 euro. Questa valutazione implica un rendimento potenziale del 32% rispetto al prezzo attuale del titolo Stellantis, in area 16,6 euro.

Da inizio anno le azioni del gruppo automobilistico hanno guadagnato all’incirca il 25%, rispetto al +21,5% del Ftse Mib e del +21% dell’indice di settore Stoxx Europe 600 Auto&Parts, all’interno del quale Stellantis risulta uno dei titoli migliori nel 2023.

Focus sull’elettrico

Come detto, una delle priorità di Stellantis è la spinta progressiva verso l’elettrificazione. Le vendite globali di BEV sono aumentate del 22% rispetto al primo trimestre 2022 ed è previsto il lancio di ulteriori 9 veicoli elettrici a batteria nel 2023, per arrivare a un’offerta totale di 47 modelli elettrificati a batteria entro la fine del 2024.

La spinta all’elettrificazione in Nord America sta procedendo rapidamente, mentre il processo arranca in Italia. Un problema non solo per Stellantis, ma per tutta la filiera italiana, come spiegato da Luca Montagner, Senior Advisor di Quintegia e Associate Director di ICDP.

Guardando al processo di elettrificazione, l’Italia è fanalino di coda in Europa: dopo i primi sei mesi del 2023 le vetture completamente elettriche faticano a raggiungere il 4% del mercato complessivo, rispetto alle quote intorno al 15-20% di Paesi come Francia, Germania e UK. Se l’industria europea va nella direzione dell’elettrico è difficile pensare che un mercato singolo possa andare in controtendenza, come già osservato con il diesel. È quindi improbabile che l’Italia possa mantenere un gap così importante con gli altri mercati; anzi, bisogna capire come ridurlo, lavorando su sistemi di incentivazione e penalizzazione”.

L’impegno a produrre 1 milione di auto in Italia

Ricordiamo che, dopo un confronto con le istituzioni, Stellantis si è impegnata nelle ultime settimane a rafforzare la produzione di auto in Italia, fissando un target pari a un milione di vetture. Un obiettivo ambizioso se confrontato con la produzione degli ultimi tre anni, inferiore a 500 mila veicoli.

Tuttavia, come sottolinea Montagner, “non si tratta di una soglia in grado di spostare in misura importante, dal punto di vista strategico, gli investimenti nel sistema italiano. Fino ai primi anni 2.000 l’Italia produceva 2 milioni di vetture; tornare oggi a 1 milione non significa certo recuperare la centralità dell’industria manifatturiera, rispetto alla quale siamo dietro a Germania, Francia, Spagna e diversi Paesi dell’Est.

Importante in tal senso l’esempio della Spagna, dove anni fa è stata avviata una riqualificazione industriale che l’ha portata a produrre 4-5 milioni di vetture. Questo dimostra come in Italia “manchi un sistema supportato da una adeguata politica industriale, fondamentale per un settore come l’auto che genera un indotto importantissimo”, conclude Montagner.

 

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