Stellantis prova assalto ai top storici. Immatricolazioni Ue e scioperi Usa, i temi caldi
Stellantis avanza dell’1,7% a Piazza Affari, dopo i dati sulle immatricolazioni in Europa che mostrano una crescita, seppur con una diminuzione della quota di mercato ad agosto. Nel frattempo, la Società rimane alle prese con i potenziali rischi derivanti dagli scioperi negli Usa.
Ecco tutti i dettagli sulle vendite di nuove auto nella regione, con focus in particolare sul boom dell’elettrico, oltre ad un’analisi sul titolo.
- Le immatricolazioni di Stellantis ad agosto
- Le vendite di nuove auto in UE, UK ed Efta
- Forte domanda di veicoli elettrici
- La minaccia dalla Cina
- La Francia studia misure per premiare la produzione locale
- Bonomi (Confindustria): “Stellantis a trazione francese”
- Potenziali rischi per Stellantis dagli scioperi negli Usa
- Stellantis tenta l’assalto ai massimi storici (a cura di Giulio Visigalli)
Le immatricolazioni di Stellantis ad agosto
Secondo i dati Acea sulle vendite di auto nell’area che comprende Ue, UK e Paesi Efta, ad agosto Stellantis ha registrato nuove immatricolazioni per un totale di 145.400 veicoli, in aumento del 6,3% su base annua, anche se la quota di mercato è scesa dal 18,2% al 16,1%. Da inizio anno, la crescita è pari al 4,3% a 1.450.361 unità, con una quota di mercato in calo dal 19,2% al 17,0%.
Con riferimento alla sola Unione Europea, ad agosto emerge un +6,4% e negli otto mesi un +4,8% a 1.296.197.
Analizzando nel dettaglio l’andamento dei diversi marchi di proprietà del gruppo, Fiat ha registrato un incremento del 4,2% ad agosto, Jeep un +95% e Alfa Romeo +11%; per Lancia/Chrysler invece -12%. Peugeot ha venduto il 4,7% di auto in più, Opel/Vauxhall il 9% in più e DS ha realizzato un +18%, mentre Citroen ha subito una contrazione del 4,8%.
Le vendite di nuove auto in UE, UK ed Efta
Nel complesso, le vendite di automobili sono aumentate per il tredicesimo mese consecutivo in Europa, registrando ad agosto un incremento del 20,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un totale di 904.509 unità. Da inizio anno, l’aumento è pari al 17,9%, con 8.516.943 auto immatricolate nei 31 mercati dell’area in esame.
Un risultato che tuttavia resta nettamente inferiore (-21,4%) al record di 10.831.855 immatricolazioni raggiunto nel gennaio-agosto 2019, prima della pandemia.
Nel singolo mese Volkswagen svetta con un totale di 240.500 nuove auto (+20,5%), seguita da Stellantis (+6,3%), Renault (+22,1%), BMW (+17,9%) e Mercedes-Benz (+11,4%). Tesla ha realizzato un impressionante +242,5%, Toyota un +15,4% e Hyundai un +5,6%.
Le case automobilistiche continuano a beneficiare degli ordini accumulati durante la fase prolungata di carenza dei componenti in seguito alla pandemia e ai lockdown, ma questo slancio potrebbe interrompersi, anche a causa delle politiche restrittive delle banche centrali e delle conseguenze sulla spesa dei consumatori.
Forte domanda di veicoli elettrici
A trainare la domanda in Europa Occidentale, oltre alle flotte aziendali, ha contribuito in maniera significativa il boom del mercato elettrico. Ad agosto, le immatricolazioni di auto elettriche sono più che raddoppiate (+101,6%) a 196.647 e negli otto mesi del 2023 sono aumentate del 53,6% a 1.284.920 unità.
La spinta verso l’elettrico è alimentata da generosi incentivi, alcuni dei quali scadevano ad agosto; questo spiega l’impennata di questo mese, soprattutto in Germania, dove sono state immatricolati 86.649 veicoli completamente elettrici, con un aumento del 171%. Al secondo posto la Francia, con 19.657 veicoli (+60%), seguita dal Regno Unito con 17.243 (+72%).
La percentuale di auto elettriche sulle immatricolazioni totali di agosto è pari al 21,7%, mentre da inizio anno si attesta al 15,1% (contro l’11,6% dell’anno precedente). Negli 8 mesi, i Paesi del nord Europa primeggiano: Norvegia 83%, Islanda 39,9% e Svezia 37,8%.
L’Italia è ferma al 3,9%, frenata dalla “mancanza di un sistema supportato da una adeguata politica industriale, fondamentale per un settore come l’auto che genera un indotto importantissimo”, come affermato da Luca Montagner, Senior Advisor di Quintegia e Associate Director di ICD, in un’intervista di qualche settimana fa.
“Se l’industria europea va nella direzione dell’elettrico è difficile pensare che un mercato singolo possa andare in controtendenza, come già osservato con il diesel. È quindi improbabile che l’Italia possa mantenere un gap così importante con gli altri mercati; anzi, bisogna capire come ridurlo, lavorando su sistemi di incentivazione e penalizzazione”.
Ad agosto l’elettrico ha rappresentato la terza scelta fra gli acquirenti di nuove auto, dopo la benzina (33%) e le ibride (24,1%).
La minaccia dalla Cina
I veicoli elettrici, tuttavia, rischiano di diventare il nuovo oggetto di tensioni commerciali tra Occidente e Cina. La Commissione europea, infatti, ha aperto questo mese un’indagine contro le sovvenzioni sulle auto elettriche prodotte in Cina.
“Ci piace la concorrenza, ma deve essere una concorrenza leale”, ha detto la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen. “Quello che vediamo sono massicci sussidi nel settore dell’EV in Cina, che ovviamente contribuisce a creare degli squilibri a livello competitivo.”
La Cina però giudica l’inchiesta come un atto di protezionismo, a cui potrebbe rispondere limitando l’accesso ai propri mercati ai produttori europei (soprattutto le case tedesche), rallentando anche l’adozione di auto elettriche.
La Francia studia misure per premiare la produzione locale
Anche per questo motivo, la Francia sta rivedendo il suo schema di sussidi per i veicoli elettrici, al fine sostenere i produttori locali dal massiccio afflusso di auto elettriche sul mercato dalla Cina
Come evidenziato da Banca Akros, il governo transalpino dovrebbe pubblicare a breve un decreto per regolare l’accesso al bonus ecologico, escludendo di fatto i produttori cinesi sulla base di criteri legati ai materiali, le batterie e i trasporti.
Secondo gli analisti, l’intervento potrebbe aiutare le vendite sul mercato interno delle case europee. “Si stima che i veicoli elettrici importati dalla Cina costino 5-10 mila euro in meno rispetto ai corrispondenti europei. La misura francese rispecchia in qualche modo le misure adottate dagli Stati Uniti un anno fa e potrebbe rappresentare un modello per un’iniziativa europea.”
Per Banca Akros “le dichiarazioni della von der Leyen confermano che l’UE ha adottato una posizione nuova e dura nei confronti della Cina; riteniamo che gli OEM tedeschi siano i più esposti ad una possibile ritorsione cinese, mentre l’esposizione di Stellantis al mercato cinese è quasi nulla”.
Bonomi (Confindustria): “Stellantis a trazione francese”
In merito al legame di Stellantis con la Francia, dopo la fusione con PSA, è intervenuto Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, affermando:
“Stellantis è un’azienda a trazione francese, è innegabile, che ha importanti stabilimenti in Italia. Quando fui eletto presidente di Confindustria in presenza della maxi garanzia che lo Stato italiano diede a Fiat dissi: bisogna tutelarsi, chiedere garanzie su investimenti, ma non furono chieste. Noi dobbiamo avere stabilimenti di produzione in Italia dell’automotive, altrimenti nell’anno della transizione rischiamo di perdere 70mila posti di lavoro”.
“Dobbiamo creare le filiere delle tecnologie del futuro, Stellantis è fondamentale. Dobbiamo porci nella maniera corretta con loro e trovare un punto di incontro affinché per loro sia necessario investire”, ha osservato Bonomi.
Potenziali rischi per Stellantis dagli scioperi negli Usa
Uscendo dai confini europei, Stellantis è una delle case automobilistiche alle prese con uno sciopero del sindacato United Auto Workers negli Stati Uniti.
Al momento, le trattative tra UAW e le “Big 3” di Detroit – Stellantis, Ford e General Motors – sono in una fase di impasse. Le posizioni appaiono molto distanti, soprattutto sulla questione dei salari: mentre il sindacato richiede un aumento del 40%, le aziende offrono solo il 21%. L’ultima proposta di Stellantis è stata bollata come “profondamente ingiusta” da UAW, poiché non bilancia l’aumento dell’inflazione, senza considerare la situazione passata.
Pertanto, non si intravede alcuna soluzione all’orizzonte. UAW ha annunciato che, se non si registrano “progressi significativi nelle discussioni”, venerdì partiranno ulteriori scioperi. “Non continueremo ad aspettare indefinitamente mentre loro temporeggiano. Non stiamo scherzando”, ha dichiarato il presidente del sindacato, Shawn Fain, esprimendo la sua frustrazione per la mancanza di progressi nelle trattative durante gli ultimi incontri.
Gli analisti di Banca Akros giudicano le ultime notizie “potenzialmente negative. Attualmente, lo sciopero ha un impatto limitato sulla forza lavoro, coinvolgendo solo circa l’8,5% dei lavoratori sindacalizzati. Tuttavia, se UAW dovesse interrompere l’attività nelle fabbriche di montaggio di SUV e pick-up, l’impatto sui margini di profitto potrebbe aumentare drasticamente.”
Stellantis tenta l’assalto ai massimi storici (a cura di Giulio Visigalli)
A Piazza Affari, andamento sostenuto per il titolo Stellantis, che grazie agli acquisti delle ultime sedute ha portato il suo bilancio da inizio anno ad un rialzo di oltre il 37% (+80% dai minimi di luglio di quest’anno).
In particolare, Stellantis da metà agosto è riuscito a risollevarsi mettendo a segno un rimbalzo di quasi il 13% dopo aver testato il minimo di periodo intorno a quota 16 euro ad azione, principale area supportiva al momento.
Al rialzo, il breakout con volumi di contrattazione in aumento dell’area di resistenza poco sotto a quota 19 euro, livelli massimi di luglio di quest’anno, potrebbe condurre i corsi verso l’area dei 20 euro, nuovi massimi storici per il titolo della casa automobilistica.
Al contrario, le aree supportive di breve periodo si trovano prima a quota 17,27 euro e poi sarà da monitorare la tenuta di quota 16,5 – 16 euro. Ecco che proprio il cedimento di quest’ultima fascia di prezzo potrebbe riportare una certa debolezza su Stellantis. In ogni caso fino a che i prezzi rimarranno al di sopra della trendline rialzista (linea blu), costruita dai minimi dello scorso luglio, la tendenza del titolo rimane rialzista.
Segnali convincenti sull’andamento del titolo arrivano anche dall’analisi algoritmica. Da questo punto di vista si segnala la posizione dei prezzi al di sopra delle principali medie mobili a 50 e 200 periodi, con l’indicatore di direzione Parabolic Sar che si trova in posizione Long.