Stati Uniti: payrolls sopra le stime anche a luglio, tasso di disoccupazione ai minimi da 16 anni
Ennesima prova di forza del mercato del lavoro statunitense. Battendo le attese, ferme in quota 180 mila unità, l’indice statunitense che misura il saldo delle buste paga nei settori non agricoli, le c.d. non-farm payrolls, a luglio ha registrato un saldo positivo per 209 mila unità. Salite di 440 mila unità in due mesi (il dato di giugno è stato rivisto a 231 mila), le nuove buste paga hanno spinto il tasso di disoccupazione ai minimi da 16 anni dal 4,4 al 4,3 per cento.
Nonostante questo, le retribuzioni continuano a muoversi a rilento. Nel mese di luglio la retribuzione media oraria è salita dello 0,3% a 26,36$ confermando il dato annuo al 2,5%. In genere, un mercato del lavoro così solido permette alle retribuzioni di salire tra i 3 e i 4 punti percentuali ogni anno ma questa volta, rilevano gli analisti, un mix di bassa produttività, competizione globale e timore a cambiare lavoro stanno comprimendo i salari.
Con un dato ormai saldamente sotto la soglia del 5% diventa particolarmente importante l’andamento dell’aggregato U-6, che al tasso “classico” aggiunge i lavori scoraggiati, marginali e chi lavora a tempo parziale ma vorrebbe essere impiegato full-time. Al 9,7% a luglio 2016, l’U-6 il mese scorso si è confermato all’8,6%. Lieve segno più per il tasso di partecipazione, passato dal 62,8 al 62,9%.
Ovviamente si tratta di indicazioni che permettono piena libertà di movimento per la Federal Reserve. Dato per scontato un nuovo rialzo dei tassi nel corso del 2017, per la Banca centrale con sede a Washington potrebbe essere arrivato il momento di avviare una massiccia riduzione del bilancio. Maggiori dettaglio potrebbero arrivare dal simposio di Jackson Hole, in calendario il 24-26 agosto.