Notizie Notizie Italia Spread inquieta le banche, Unicredit sotto i 10 euro. Piazza Affari arranca

Spread inquieta le banche, Unicredit sotto i 10 euro. Piazza Affari arranca

28 Maggio 2019 10:18

Settore bancario sotto stress anche oggi. Dopo i cali di ieri, dettati dall’impennata dello spread oltre i 280 punti base, anche oggi si preannuncia una seduta difficile con gli investitori che guardano con apprensione alle dinamiche della dialettica tra Italia e Ue. Lo spread continua la sua salita – picco in avvio a 289 pb – dopo che ieri è emerso il rumor di una lettera dall’UE in arrivo per l’Italia. Bruxelles si appresterebbe a comminare all’Italia una multa da 3,5 miliardi di euro, per non aver osservato gli impegni presi per ridurre i propri livelli di debito e deficit. Inoltre, il vice premier Matteo Salvini sembra intenzionato a portare avanti una linea più dura sul fronte conti pubblici, con il possibile sforamento dei vincoli di bilancio.  “L’arrivo della lettera (previsto per venerdì) sembra costituire la riapertura delle ostilità tra l’italia e l’EU dopo la pausa elettorale”, sottolinea Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.

Unicredit e Intesa soffrono

Tra i singoli titoli si conferma la debolezza delle banche, appesantite proprio dal caro spread. Unicredit cede oltre 2% e scivola sotto i 10 euro, sui minimi da febbraio e in calo del 23% circa dai massimi annui toccati lo scorso 17 aprile. Male anche l’altra big Intesa Sanpaolo con -1,96%. Tra i finanziari oltre -3% Finecobank e -1,5% Mediobanca. 

Passano in secondo piano le nuove indiscrezioni odierne circa la voglia di risiko nel settore bancario italiano. Diversi attori di rilievo lavorano sulle aggregazioni e, come sottolinea oggi un articolo di Repubblica, la caduta dei M5s, partito poco dialogante con banchieri e affini, rinverdisce dossier mai davvero accantonati. La forza della Lega, che presidia tutte le regioni del Nord a maggior trama di banche e imprese, è ritenuta da più di un banchiere un’opportunità per riprendere il solco del consolidamento dimensionale degli istituti.

Ubi, Banco Bpm e Bper sarebbero le più proattive. In particolare Unipol (che si appresta a salire al 20% di Bper) guarderebbe con grande interesse a Banco Bpm. Sulo sfondo anche Mps – controllata dal Tesoro al 68%, che dovrà dire alla nuova Commissione Ue in autunno come riprivatizzerà Siena.