Notizie Notizie Italia Spread ‘festeggia’ pericolo schivato (per ora) Moody’s. Marzotto SIM illustra strategia sui BTP

Spread ‘festeggia’ pericolo schivato (per ora) Moody’s. Marzotto SIM illustra strategia sui BTP

21 Agosto 2018 12:02

Pericolo downgrade schivato, ma solo per il momento. Moody’s ha deciso di rimandare al dopo Def e manovra 2019 il giudizio sul rating del debito italiano. Lo ha reso noto la stessa agenzia, motivando la decisione con l’esigenza di disporre di un quadro più chiaro, e dunque di poter usufruire di una “maggiore chiarezza” , riguardo alle previsioni sull’economia, in modo particolare riguardo al trend dei conti pubblici.

Le dinamiche del debito e del deficit saranno indubbiamente più facili da prevedere quando arriveranno le stime su diversi parametri, nella nota di aggiornamento al Def e, successivamente, quando sarà varata la legge di bilancio per il 2019. Cruciale  capire come si presenterà la prossima manovra, in un momento in cui da diversi esponenti dell’esecutivo, si parla della possibilità di sforare il limite del 3% stabilito dall’Ue per il rapporto deficit-Pil di tutti i paesi dell’area.

Lo stesso premier Giuseppe Conte, in un’intervista a Il Corriere della Sera, ha affrontato l’opzione di ridiscutere i vincoli di bilancio, tetto del 3% in primis, reiterando l’intenzione di “viaggiare tutti i giorni”, “se necessario, per illustrare” ai leader europei “le varie riforme strutturali e il piano di investimenti che presenteremo, e per attestare la nostra lucida e consapevole determinazione”.

“Andremo per gradi. La prima cosa è far capire all’Europa il significato e la portata delle nostre riforme”, ha aggiunto Conte.

E Moody’s vuole evidentemente capire fino a che punto l’esecutivo M5S-Lega si spingerà per promuovere le riforme promesse agli italiani, e contenute nel contratto di governo. Sempre Conte ha detto chiaramente che alcune importanti riforme, come quella sul fisco e del reddito di cittadinanza compariranno nella manovra di autunno.

Moody’s rimane in attesa, ma pronta all’attacco, visto che aveva già messo sotto osservazione il rating italiano con rischio di downgrade. Al momento la valutazione assegnata all’Italia è pari a “Baa2” mentre il credit watch negative è in vigore dallo scorso 25 maggio. (Da segnalare che la legge di bilancio per il 2019 sarà presentata all’Unione europea dall’Italia entro il prossimo 15 ottobre. Il Def sarà invece presentato al Parlamento entro fine settembre). A questo punto, la decisione dell’agenzia dovrebbe arrivare entro la fine di ottobre, come si legge nella stessa nota.

Lo spread BTP-Bund ‘festeggia’ la mancata bocciatura, scivolando di oltre -3,5% a 263 punti base, a fronte di tassi sui BTP decennali che scendono sotto il 3%, dopo aver testato un massimo intraday al 3,06% e dopo il 3,12% a cui erano saliti lo scorso venerdì. I rendimenti viaggiano attorno al 2,95%.

NOTA MARZOTTO SIM: STRATEGIA SUI BTP IN CONTESTO DI FORTE VOLATILITA’

Così Marzotto Sim commenta i movimenti che stanno interessando il mercato italiano dei titoli di stato:

“Sembra evidente che i titoli di stato italiani siano diventati uno degli strumenti preferiti dagli speculatori per puntare sul deterioramento del clima globale dei mercati. Di conseguenza, qualsiasi notizia o evoluzione negativa del quadro globale, sembra colpire i BTP in maniera sproporzionata rispetto alle effettive conseguenze sul sistema economico italiano. Un chiaro esempio ci viene proprio dalla crisi turca, che certamente potrà avere un impatto sul nostro paese, ma non certo delle proporzioni suggerite dal movimento dei BTP degli ultimi 3-4
giorni”.

“UnA ulteriore dimostrazione del clima negativo e fortemente speculativo contro i BTP – scrive Marzotto SIM – ci viene dalla giornata del 15 agosto, durante la quale: con gli operatori italiani non operativi, in assenza di particolari notizie (anzi la Lira turca ha recuperato) e su volumi molto ridotti, il rendimento dei BTP è aumentato in media di 10 basis ponts in una sola seduta. In senso almeno parzialmente positivo, i movimenti non sono legati quindi a notizie specifiche sull’Italia, ma piuttosto a generali aspettative pessimistiche sull’operato del nuovo governo, ed in particolare sui contenuti della legge di bilancio che verrà discussa a partire dalle prossime settimane. Come è noto, forti aspettative negative già anticipate dai mercati, creano spesso i presupposti per movimenti di recupero se il pessimismo non viene poi confermato dai fatti”.

Riguardo al posizionamento sui BTP, la SIM spiega che “il movimento del 15 agosto sembra compatibile con un tentativo degli operatori più speculativi dei mercati di far scattare “stop-loss” al rientro dal periodo estivo. Nel breve periodo è forse questo il pericolo maggiore per gli investitori in titoli di stato italiani. Considerando che circa il 20% delle obbligazioni governative del nostro paese è in mano alla BCE, e che un altro 55% è in mano a investitori domestici mediamente poco speculativi, resta solo il 25% in mano ad investitori internazionali. Le vendite degli ultimi mesi sono, con tutta probabilità, state effettuate in buona parte da due sole tipologie di operatori: investitori esteri con mandato discrezionale che avevano acquistato BTP per sfruttare il rendimento relativamente elevato, speculatori che hanno venduto allo scoperto sperando di ricomprare successivamente a prezzi più bassi. Questi ultimi in particolare, hanno ora il problema di dover ricomprare in un mercato potenzialmente molto poco liquido e con pochissimi titoli a disposizione. Da qui il tentativo di “smuovere” una parte degli investitori domestici costringendoli a vendere. Se questa strategia dovesse riuscire, è plausibile una continuazione della fase di volatilità con prezzi potenzialmente ancora più bassi di quelli attuali, per poi assistere ad un recupero almeno parziale quando gli speculatori avranno deciso che è il momento di chiudere le posizioni a ribasso“.

Marzotto SIM scrive, riguardo alla legge di bilancio, che “se arriveranno segnali di una finanziaria in forte contrasto con le normative europee in ambito di bilanci pubblici, la crisi dei BTP si aggraverà e non solo chi ha venduto allo scoperto non si ricoprirà, ma la speculazione aumenterà a dismisura. Se invece arriveranno segnali di una finanziaria nei fatti non eccessivamente ostile alle norme europee, ricordando che il livello di pessimismo di investitori e operatori è già parecchio elevato, ci potranno probabilmente essere i presupposti per un recupero anche molto significativo dai livelli attuali”

Due elementi che potrebbero comunque favorire i BTP nelle prossime settimane sono individuati dalla SIM:

  • La volatilità e la pressione “preventiva” dei mercati sul governo, dovrebbero/potrebbero aumentare la probabilità di provvedimenti che siano più in linea con i desiderata degli investitori (al di là delle dichiarazioni, il governo attuale non ha nessun interesse a scatenare una crisi economica);
  • La BCE, che in questa fase sembra aver assunto un atteggiamento abbastanza passivo potrebbe rientrare in gioco se la volatilità dovesse superare certe soglie.

Nel complesso per Marzotto SIM, la situazione resta molto delicata e va monitorata giornalmente con grande attenzione, ma a meno che non si prevedano comportamenti particolarmente aggressivi e imprudenti da parte del governo italiano in fase di approvazione della Finanziaria 2019, la combinazione di: 1) Un clima economico ancora complessivamente positivo; 2) un posizionamento già molto pessimista sul BTP e sull’Italia (che quindi ha più spazio di miglioramento); 3) una serie di dichiarazioni abbastanza caute di alcuni esponenti del governo riguardo alla Legge Finanziaria 2019 (sulle quali dobbiamo ovviamente avere conferma nelle prossime settimane) ci spinge ad un cauto ottimismo per la fine 2018. La strategia più logica per i detentori di BTP quindi, tanto più se costretti dalle normative a concentrare comunque gli investimenti in titoli di stato (come nel caso degli operatori bancari), sembra quella di mantenere le posizioni in attesa di un miglioramento delle quotazioni”.

Tornando a Moody’s, l’agenzia ha intanto lanciato qualche avvertimento al governo sulla legge di bilancio del 2019, ricordando che l’esecutivo dovrà trovare anche risorse, per un valore di circa 12,5 miliardi di euro (0,7% del Pil), per compensare il mancato aumento dell’Iva che sarebbe scattato nel gennaio del 2019 e che invece è stato escluso.

Critiche anche contro il decreto dignità: “Il provvedimento rappresenta un lieve cambiamento piuttosto che una retromarcia vera e propria rispetto alle precedenti riforme del lavoro”. Ma “le misure approvate riducono la flessibilità ed è improbabile che portino ad un aumento concreto dei contratti a tempo indeterminato”.