Notizie Notizie Italia Spread e tassi BTP a record in settimane, Barclays avverte su rischi elezioni anticipate

Spread e tassi BTP a record in settimane, Barclays avverte su rischi elezioni anticipate

8 Maggio 2018 10:29

Mercati sull’attenti dopo la proposta del presidente della Repubblica “governo neutrale o ritorno al voto”. Proposta che è stata già accolta dal M5S e dalla Lega con un no deciso all’ipotesi di governo neutrale fino a dicembre.

Luigi Di Maio e Matteo Salvini premono per il ritorno alle urne, e sono già d’accordo sulla data, come emerso dalle dichiarazioni rilasciate ieri nell’ultimo giro di consultazioni al Quirinale, del prossimo 8 luglio. Fonti parlamentari indicano il 22 luglio come la data più fattibile.

Lo spettro delle elezioni anticipate agita i mercati, con lo spread tra i BTP e i Bund a 10 anni che segna un balzo significativo, toccando e superando quota 130. Il differenziale balza di fin oltre +8%, a fronte del forte rialzo dei tassi sui BTP, che volano fino all’1,8690%.

A Piazza Affari prevalgono le vendite, con il Ftse Mib che cede fino oltre -2%, tartassato dalle vendite su Italgas e sulle banche italiane. 

In una nota, il cui titolo dice tutto: “Fresh elections likely, old risks certain”, ovvero nuove elezioni probabili, vecchi rischi certi, gli analisti di Barclays fanno il punto della situazione. 

“La crisi politica italiana si è acuita, dopo il fallimento con cui si è concluso il terzo giro di consultazioni per la formazione di un governo. Il nostro scenario di base è di elezioni anticipate probabili nel corso di quest’anno. Il ritorno al voto cambierebbe l’outlook del rischio politico: in presenza di alcune circostanze, potrebbe diventare sempre più probabile, dopo le prossime elezioni, un governo anti-sistema tra il M5S e la Lega“.

Nel motivare come più probabile, rispetto a un governo temporaneo, le elezioni anticipate, Barclays ricorda che l’esecutivo neutrale proposto da Mattarella “potrebbe non avere il sostegno parlamentare necessario per aggiudicarsi la fiducia in entrambe le Camere”.

Di fatto, viene fatto notare come, “a seguito del discorso di Mattarella, la Lega e il M5S hanno detto di preferire il ritorno anticipato alle urne alla formazione di un governo temporaneo/tecnico”.

Gli analisti ritengono tuttavia che sia più probabile che si torni al voto a settembre, che non a luglio.

“Partendo dal presupposto che Mattarella sciolga le Camere entro una settimana, riteniamo che le elezioni anticipate possano tenersi al più presto domenica 22 luglio (come indicato da fonti parlamentari nelle ultime ore). Tuttavia, votare nella seconda metà di luglio o ad agosto potrebbe condizionare in modo significativo l’affluenza alle urne“.

Di conseguenza, “crediamo che votare nella seconda metà di settembre appaia un’ipotesi più probabile. Detto questo, non escludiamo che le elezioni avvengano a luglio, visto che un voto a fine settembre darebbe meno tempo al prossimo governo per emanare quelle misure fiscali alternative necessarie a evitare che si attivino le clausole di salvaguardia (dunque a evitare l’aumento dell’Iva), fattore che potrebbe incidere negativamente sulla crescita, come ha fatto notare il presidente Mattarella nel suo discorso”.

“Senza una riforma della legge elettorale – continua Barclays – i sondaggi elettorali indicano che è probabile che si ripresenti l’attuale impasse politica. Quello che potrebbe mutare, a nostro avviso, è il potenziale atteggiamento dei partiti politici dopo le prossime elezioni, in particolare della Lega (di Matteo Salvini) che, in caso di nuova impasse, questa volta potrebbe decidere di rompere la tradizionale alleanza con i partiti di centro destra, Forza Italia (Silvio Berlusconi) e Fratelli di Italia (Giorgia Meloni), scenario che avevamo invece escluso a seguito delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo”.

Da un punto di vista prettamente economico, gli analisi intravedono due principali rischi.

“Il primo è che, la fase prolungata di incertezza politica potrebbe minare la fiducia delle imprese, che potrebbero di conseguenza scegliere di posticipare le decisioni di investimento. Secondo fattore, è che il prossimo governo potrebbe non avere il tempo sufficiente per disattivare le clausole di salvaguardia del 2019, e dunque di evitare l’aumento dell’Iva ordinaria fino al 24,2% e dell’Iva agevolata fino all’11,5%. Ciò avrebbe ripercussioni immediate sull’outlook dell’economia italiana, in quanto andrebbe a detrimento dei consumi privati, roccaforte della ripresa economica modesta a cui abbiamo finora assistito”.

IL DISCORSO DI MATTARELLA

Non esiste una maggioranza con la sola Lega e i Cinque Stelle e si è rivelata impraticabile una maggioranza M5s con Pd ed è stata sempre affermata da entrambe le parti, l’impossibilità di un’intesa tra il centrodestra e Partito democratico. Tutte queste indisponibilità mi sono state confermate questa mattina – così ha confermato nella serata di ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla fine del terzo giro di consultazioni – Il governo presieduto dall’onorevole Gentiloni, che ringrazio per il lavoro che ha svolto e sta svolgendo in questa situazione anomala, ha esaurito la sua funzione e non può essere ulteriormente prorogato in quanto espresso da una maggioranza parlamentare che non c’è più“.

Di conseguenza,  ha continuato Mattarella, “ritengo che sia più rispettoso” della dinamica democratica che a “portare alle elezioni sia un governo non di parte”.  

“L’ipotesi alternativa è indire nuove elezioni subito ma non vi sono tempi per il voto entro giugno, si potrebbero svolgere in piena estate ma finora è stato evitato perché per gli italiani è difficile esercitare il voto, si potrebbe fissare in autunno”.

Sarebbe la prima volta che il voto popolare non viene utilizzato e non produce alcun effetto. Scelgano i partiti con il loro libero comportamento e nella sede propria parlamentare. Cerchino una maggioranza politica per un governo neutrale entro l’anno oppure nuove elezioni subito, in autunno o nel mese di luglio“.

Ma a questo punto, l’ipotesi più probabile è quella del ritorno alle urne, ergo elezioni anticipate, a luglio: oltre alla data dell’8 luglio, su cui si sono trovati d’accordo M5S e Lega, fonti parlamentari indicano quella del 22 luglio, che sarebbe in realtà la più fattibile.

Per gli italiani, si tratterebbe della prima volta di un voto dato in estate inoltrata.

Un altro record sarebbe rappresentato dal fatto che ci sarebbero due elezioni politiche nello stesso anno.

(aggiornato alle 11.49 ora italiana)