Spread Btp-Bund in calo dopo S&P, ecco i prossimi test
Lo spread Btp-Bund apre la settimana in calo, dopo la conferma del rating sovrano da parte di S&P Global Ratings. Ecco le indicazioni dell’agenzia e gli appuntamenti che attendono l’Italia nelle settimane seguenti, con focus in particolare su Bce e Moody’s.
S&P conferma il rating e l’outlook
Venerdì sera S&P Global Ratings ha confermato il rating BBB dell’Italia con outlook stabile.
Le prospettive stabili, sottolinea l’agenzia, “ bilanciano la nostra visione di un consolidamento di bilancio più lento di quanto precedentemente previsto, anche a causa dell’aumento dei pagamenti di interessi sull’ampio debito pubblico, con il significativo stimolo economico che i fondi UE dovrebbero fornire.”
Le previsioni di S&P sui conti pubblici
Secondo l’agenzia, la crescita economica in Italia rallenterà nel 2023 e nel 2024 a causa di una serie di fattori: l’aumento del risparmio del settore privato, l’inasprimento delle condizioni di credito, il rallentamento del settore manifatturiero e l’indebolimento del commercio globale.
S&P prevede che il Pil torni a registrare una crescita del Pil superiore all’1% entro il 2025, grazie all’accelerazione dell’utilizzo dei fondi Next Generation EU, che si estenderà probabilmente oltre il 2026.
Il consolidamento del bilancio sarà più graduale di quanto previsto in precedenza, a causa del rallentamento dell’economia e dell’aumento degli interessi in percentuale del PIL, che raggiungeranno il 4,2% l’anno prossimo rispetto al 3,6% del 2021.
L’agenzia di rating ha rivisto le previsioni sul deficit di bilancio per il 2023 al 5,5% del PIL, riflettendo in parte una spesa aggiuntiva pari allo 0,8% del Pil derivante dalla contabilizzazione dell’incentivo fiscale del Superbonus.
Possibile revisione dell’outlook
“Il debito dell’Italia e la sua sensibilità alle condizioni del mercato resteranno su livelli elevati”, afferma S&P. “Dato l’elevato livello del debito pubblico, l’Italia rimane particolarmente sensibile a un deterioramento delle condizioni di finanziamento, che potrebbe pesare ulteriormente sulla performance di bilancio.”
Per quanto riguarda le prospettive future, conclude l’agenzia, “potremmo abbassare i rating nel caso in cui la traiettoria di bilancio del Governo si discostasse significativamente dai suoi obiettivi. Anche un’attuazione solo parziale delle riforme strutturali economiche e di bilancio, in particolare quelle legate all’erogazione dei fondi europei del Pnrr, porrebbe rischi per la crescita economica e le finanze pubbliche, e di conseguenza eserciterebbe una pressione al ribasso sul rating”.
I prossimi giudizi delle agenzie di rating
Standard & Poor’s è stata la prima agenzia a rilasciare il proprio parere sul merito creditizio dell’Italia, in un calendario serratissimo da qui a inizio dicembre.
Questo venerdì (27 ottobre), a mercati chiusi, è atteso il verdetto della canadese DBRS, mentre il 10 novembre sarà il turno di Fitch. Anche in questi casi le aspettative sono per una conferma dei rating, rispettivamente pari a BBB high e BBB, eventualmente con una revisione dell’outlook (al momento stabile per entrambe).
La data chiave è il 17 novembre, giorno in cui Moody’s si pronuncerà sull’Italia. L’agenzia ha già minacciato di declassare il rating dall’attuale Baa3 con outlook negativo, facendo scivolare l’Italia in area “speculative grade”.
Infine, il 1° dicembre, sarà resa nota la decisione di Scope, che a luglio ha ribadito il rating BBB+ con outlook stabile.
Rendimenti in rialzo ma lo spread Btp-Bund si riduce
Al momento, il rendimento del Btp decennale italiano si attesta al 4,96%, dopo aver momentaneamente superato il 5% nel corso dell’ultima settimana. Lo spread Btp-Bund è pari a 199 punti base, in diminuzione di circa 3 punti base rispetto alla chiusura di venerdì, prima del giudizio di S&P, dopo aver toccato due settimane fa un picco di 209 punti base.
Il lieve rialzo odierno del rendimento del Btp (+1,5 bp) si inserisce in un contesto di forti incrementi dei tassi a livello internazionale, con il Treasury decennale in aumento di 9 bp al 5% e il Bund in risalita di 6 bp al 2,95%.
Giovedì si riunisce la Bce
In settimana i riflettori saranno puntati sulla riunione della Bce, in programma giovedì 26 ottobre. Le attese sono per una conferma dei tassi sui livelli attuali. Come sottolineato dagli analisti di MPS, “sarà soprattutto importante seguire la successiva conferenza stampa della Lagarde per capire se emergeranno indicazioni sulle future mosse alla luce anche dei recenti sviluppi geopolitici”.
Tra i temi chiave del meeting potrebbero esserci le discussioni su un eventuale “stop anticipato al reinvestimento dei titoli acquistati tramite PEPP (la cui scadenza attuale è prevista per dicembre 2024), così come l’innalzamento del coefficiente di riserva obbligatoria.”
In vista della riunione, concludono gli analisti, la Bce pubblicherà domani la Bank lending survey, utile per capire le dinamiche della domanda di credito.
Focus su conti pubblici e spread nelle prossime settimane
Le prossime indicazioni provenienti dalla Bce e dalle agenzie di rating saranno molto importanti per la dinamica dei Btp e dello spread. Eventuali segnali di una possibile revisione del PEPP o downgrade del merito creditizio dell’Italia rischiano di danneggiare la credibilità del Paese come creditore agli occhi degli investitori internazionali.
Questo potrebbe provocare un aumento dei rendimenti dei Btp e ricadute negative per i conti pubblici, già sotto osservazione delle autorità europee.
A rischio, secondo alcuni analisti, anche l’ammissibilità dei titoli di Stato agli acquisti da parte della Bce, compresi quelli che l’istituto potrebbe attuare nell’ambito del Transmission Protection Instrument, lo scudo anti spread attivabile a patto che vengano rispettati i parametri finanziari europei.