Spread Btp-Bund a 150 bp, per Morgan Stanley può tornare a 200
Lo spread Btp-Bund ha toccato i 150 punti base per la prima volta da febbraio, in un contesto di rialzo dei rendimenti obbligazionari in Europa. Al di là dell’impennata di oggi, alimentata dal caos politico scatenato in Francia dalle elezioni europee, ci sono concrete possibilità che il differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi possa ampliarsi nei prossimi mesi. Il perché, lo spiegano gli analisti di Morgan Stanley.
Spread Btp-Bund in rialzo di 10 bp
Lo spread Btp-Bund viaggia in prossimità dei 150 punti base, livello superato in tarda mattinata, in aumento di quasi 10 bp rispetto a ieri, la maggior variazione da marzo 2023. Il decennale italiano è in rialzo di quasi 6 bp al 4,13% e il titolo di Stato tedesco in calo di 4 bp al 2,63%.
Oltre ai Btp, sono sotto pressione anche gli OAT francesi e i titoli di Stato della Grecia, mentre Svezia, Regno Unito e Paesi Bassi registrano un calo dei rendimenti. Il differenziale fra OAT e Bund decennali ha raggiunto i massimi da marzo 2020, in prossimità dei 63 bp.
La decisione del presidente francese Emmanuel Macron di convocare elezioni anticipate ha innescato una svendita di obbligazioni governative della Francia e dei Paesi percepiti come più rischiosi nel Vecchio Continente. Tensioni ulteriormente alimentate dalle indiscrezioni, poi smentite, sulle possibili dimissioni di Macron.
In ogni caso, la prospettiva di un prolungato periodo di incertezza politica sta minando la fiducia degli investitori nell’economia e nelle prospettive politiche del Paese e il disagio inizia a diffondersi ad altri mercati europei, in primis l’Italia.
I target di Morgan Stanley per il differenziale Italia-Germania
In un report diffuso oggi sulle banche italiane, Morgan Stanley ha toccato l’argomento spread, prevedendo un probabile rialzo nei prossimi mesi. In particolare, gli strategist della banca d’affari americana stimano un ampliamento del differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi dagli attuali livelli fino a circa 170 bp entro il terzo trimestre.
Nello scenario bearish, lo spread raggiungerà i 185 bp fra il terzo e il quarto trimestre, i 200 bp nei primi tre mesi del 2025 e i 210 nel secondo trimestre del prossimo anno. Nel caso migliore, invece, il differenziale toccherà al massimo i 150 bp nel prossimo trimestre, per poi scendere progressivamente verso i 120 bp.
I fattori che possono muovere lo spread Btp-Bund
Secondo Morgan Stanley, tutti gli aspetti positivi che hanno determinato una contrazione dello spread sono più che scontati agli attuali livelli. Tenendo conto delle valutazioni, del posizionamento di mercato e della composizione della base di investitori in titoli di Stato italiani, in mancanza di ulteriori stimoli i BTP potrebbero perdere terreno rispetto alle altre obbligazioni governative, ampliando il differenziale nei confronti del benchmark tedesco.
Per la banca d’affari statunitense, in futuro, il sostegno da parte del pubblico retail (emerso con chiarezza nel caso del Btp Valore) potrebbe ridursi, vista la sensibilità delle famiglie ai livelli assoluti dei rendimenti.
Un parziale supporto può giungere dalle banche, venditrici nette di titoli di Stato negli ultimi tre anni per un importo di 23 miliardi di euro. Tuttavia, i livelli ridotti dei BTP rispetto agli swap e il deterioramento del carry osservato rischiano di ostacolare gli acquisti.
Anche i detentori di debito esteri, la seconda maggiore componente dopo la Banca d’Italia, potrebbero fornire un sostegno, ma da febbraio 2023 hanno già ricomprato circa 86,5 miliardi di euro (dopo aver venduto circa €105 miliardi), pertanto lo spazio per ulteriori acquisti è potenzialmente limitato.