S&P: verdetto su Pil Italia, tassi Bce e banche
L’agenzia di rating S&P Global Ratings ha parlato oggi di Pil Italia, tassi Bce e banche italiane, nel corso della presentazione del suo Economic Outlook per il 2023 nell’evento “2023 Italy Annual Press Conference”.
In particolare, Mirko Sanna, director-financial services di S&P Global Ratings, ha messo in evidenza la solidità delle banche italiane, affermando che gli istituti sono entrati nel 2023 in una situazione di solidità che “probabilmente non avevano mai avuto nella loro storia”.
Certo, ha sottolineato Sanna, “ci sono situazioni diverse da banca a banca, ma rispetto a 6-7 anni fa non ci sono più le criticità nel senso di problemi individuali delle banche”.
In questo contesto, e a dispetto delle sfide che arrivano dal fronte macroeconomico, S&P Global Ratings ha rimarcato di avere un oulook stabile sulle banche italiane, prevedendo un anno 2022 solido a livello di utili, a meno che le stesse banche non abbiano deciso nel corso del quarto trimestre di provvedere a un aumento degli accantonamenti per far fronte a quelle perdite sui crediti che potrebbero soffrire se l’ipotesi di recessione venisse confermata.
Ed è il caso di dire che gli annunci sugli accantonamenti arrivati dal fronte Usa, con le trimestrali di JP Morgan & Co la scorsa settimana e ieri con i conti di Goldman Sachs hanno messo ben in evidenza come le Big Banks made in US si stiano preparando alla probabilità di una recessione accantonando più riserve, temendo dunque una crescita dei crediti deteriorati-NPL.
A proposito di recessione sempre S&P Global Ratings ha annunciato oggi le sue stime sul Pil dell’Italia, previsto in contrazione dello 0,1% quest’anno, e poi in ripresa.
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Va detto che oggi di recessione o, meglio, della possibilità che non si verifichi, ha parlato Andrea Orcel, numero uno di UniCredit, da Davos, dove è in corso il World Economic Forum.
S&P rimane fiduciosa nei confronti delle banche italiane anche in uno scenario peggiore che prevede una recessione.
Mirko Sanna ha citato la capacità degli istituti di generare redditività nel 2023, grazie all’assist alla redditività stessa, in particolare al margine di interesse (NII), che arriva dall’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce di Christine Lagarde.
Tale assist dovrebbe più che compensare il potenziale impatto di una eventuale e lieve recessione sugli accantonamenti, che potrebbero aumentare per far fronte allo spettro di nuovi NPL.
Riguardo alla Bce, S&P Global Ratings ha reso noto di stimare un tasso terminale da parte della banca centrale pari al 3%, aggiungendo tuttavia che, “diversamente da molti, non stimiamo un taglio dei tassi (nell’area euro) prima della fine del 2024”.
Così ha detto Sylvain Broyer, responsabile economista EMEA dell’agenzia di rating nel corso dell’evento “2023 Italy Annual Press Conference”, riguardo al possibile percorso dei tassi di interesse da parte della Bce.
“Il ciclo è probabilmente più vicino alla fine che all’inizio ma non è ancora finito: nel nostro outlook il picco dei tassi di interesse sui depositi Bce è al 3%. Noi crediamo che verrà raggiunto probabilmente nel mese di marzo oppure a maggio. Ma, al contrario di molti, non prevediamo un taglio dei tassi prima della fine del 2024″.