Snam: primi 9 mesi in crescita. Ceo Alverà: prosegue attività investimenti in Italia
Primi nove mesi dell’anno in crescita per Snam, sia in termini di utili sia di ricavi. Il gruppo guidato da Marco Alverà ha archiviato il periodo gennaio-settembre con ricavi pari a quasi 1,9 miliardi di euro, in crescita dell’1,9% rispetto ai ricavi totali pro-forma adjusted dei primi nove mesi del 2016, grazie ai continui investimenti e ai maggiori volumi di gas immesso. Crescita a doppia cifra anche per l’utile netto è salito del 18,2% a 755 milioni di euro in scia “ai minori oneri finanziari netti che beneficiano della riduzione del costo medio del debito.
Lo comunica il gruppo in un comunicato nel quale si specifica che il consiglio di amministrazione ha deliberato la distribuzione di un acconto sul dividendo 2017 di 0,0862 euro per azione, con pagamento a partire dal prossimo 24 gennaio. Nel periodo in esame il risultato operativo (Ebit) ha mostrato una crescita del 3,3% a 1,063 miliardi che si deve, spiega il gruppo con sede a San Donato Milanese, “alla riduzione dei costi operativi che beneficiano delle azioni di efficienza avviate. Lato investimenti tecnici, Snam segnala che sono aumentati del 15%, attestandosi a 683 milioni di euro. A Piazza Affari, il titolo Snam mostra un rialzo dello 0,36% a 4,472 euro ad azione.
Tra gli highlight operativi, nei primi nove mesi dell’anno la domanda di gas naturale si è attestata a 52,28 miliardi di metri cubi, in crescita dell’8,1% rispetto ai primi nove mesi del 2016, e in aumento per l’undicesimo trimestre consecutivo. Il gas immesso nella rete di trasporto è stato pari a 55,48 miliardi di metri cubi, +7,9% rispetto ai primi nove mesi del 2016. La capacità disponibile di stoccaggio conferita ha raggiunto la soglia di 12,2 miliardi di metri cubi (99,98% della capacità disponibile).
“I positivi risultati raggiunti nei 9 mesi riflettono sia gli investimenti effettuati che il maggior impegno nell’efficienza economico-finanziaria”, ha commentato Marco Alverà, a.d. di Snam, spiegando che “in linea con quanto previsto dal piano strategico, stiamo proseguendo la nostra attività di investimento in Italia, con l’obiettivo di migliorare la competitività e la sicurezza degli approvvigionamenti del gas, che si conferma centrale nella transizione energetica verso un’economia a basse emissioni”. “Grazie ai risultati raggiunti confermiamo il nostro impegno nel garantire agli azionisti una crescita profittevole e remunerativa“, ha concluso il manager.
Snam investirà 5 miliardi nel 2017-2021
Per quanto riguarda gli investimenti, nel periodo 2017-2021 Snam ha in programma un piano di investimenti significativo, pari a circa 5 miliardi di euro, di cui 1 miliardi nel 2017, per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture italiane e la loro interconnessione con quelle europee, rafforzando la sicurezza, la flessibilità e la liquidità dell’intero sistema gas. “Il piano – spiega la società – prevede il potenziamento della rete di trasporto, consentendo anche il completamento della realizzazione di capacità in reverse flow verso gli altri Paesi europei e accogliendo anche nuovi flussi di gas dalla regione del Caspio attraverso il gasdotto Tap”. In particolare, gli investimenti nei business del trasporto e del CNG (Compressed Natural Gas), pari a 4,1 miliardi nell’arco di piano, saranno volti non solo a garantire la sicurezza e l’affidabilità della rete, ma anche a soddisfare i requisiti di capacità e di diversificazione delle forniture, a beneficio degli shipper e degli utenti finali. È inoltre prevista la realizzazione di circa 300 stazioni per il rifornimento di veicoli alimentati a gas naturale.
Nell’attività di stoccaggio e GNL, il programma di investimenti pari a 0,6 miliardi nel periodo 2017- 2021 è volto a garantire una maggiore capacità sia di modulazione sia di punta, migliorando la liquidità e la flessibilità complessive del sistema e favorendo ulteriori opportunità di scambio di gas. Snam potrà inoltre far leva sulle proprie partecipazioni internazionali per favorire una crescente interconnessione delle infrastrutture europee e lo sviluppo di una maggiore diversificazione e flessibilità dei flussi di gas, massimizzando al tempo stesso la redditività dei propri asset.