Simon Fiduciaria vuole votare all’assemblea Mediaset di domani, pronta ad agire in caso di esclusione
Simon Fiduciaria rompe il silenzio e vuole essere ammessa all’assemblea straordinaria Mediaset che domani 4 settembre sarà chiamata a votare il progetto di fusione del gruppo italiano e della controllata spagnola nella holding olandese Media For Europe (MFE).
Il trust del gruppo Ersel, in cui sono confluiti il 19,9% del capitale e il 19,94% dei diritti di voto di Vivendi in Mediaset, è pronta a valutare “qualsiasi ulteriore iniziativa” se il cda del Biscione dovesse escluderla dall’assemblea degli azionisti di domani. È quanto riporta una nota di Simon Fiduciaria, cui è stata trasferita la quota eccedente il 10% dei diritti di voto di Vivendi che per l’Agcom non può detenere fintanto che la società francese mantiene una quota superiore in Telecom Italia.
Un cda di Mediaset dovrebbe aver luogo prima dell’assemblea di mercoledì e, secondo a quanto riporta Il Sole 24 Ore, si riunirà oggi pomeriggio. Come già accaduto in vista delle assemblee del 27 giugno 2018 e del 18 aprile scorso, il board del Biscione dovrebbe confermare l’esclusione di Simon Fiduciaria dalla riunione dei soci, chiamati a votare un progetto di riorganizzazione internazionale del gruppo volto alla creazione di un nuovo polo tv europeo aperto all’ingresso di ulteriori gruppi industriali del settore che fossero interessati a farne parte.
Senza il possibile voto contrario di Simon, i conti sono presto fatti. L’operazione MFE va infatti approvata con la maggioranza semplice in Spagna, dove Mediaset ha il 54%, e con il voto favorevole dei due terzi del capitale presente in assemblea in Italia, dove la Fininvest di Berlusconi controlla oltre il 44% delle quote e un altro 3,7% di azioni proprie è custodito nelle casseforti del gruppo, mentre il flottante supera di poco il 20%.
Pronto il no di Vivendi per operazione MFE
La precisazione di Simon va ad aggiungere un altro tassello nella disputa tra il Biscione e la media company francese. Sabato scorso Vivendi ha ottenuto una vittoria dopo che il Tribunale di Milano ha emesso l’ordinanza in merito al ricorso d’urgenza presentato dai francesi per vedersi garantito il diritto di voto all’assemblea straordinaria di Mediaset del 4 settembre.
Vivendi ha accolto con favore la sentenza che riconosce alla società francese il diritto di partecipare e votare come azionista (con il 9,99% dei diritti di voto dopo aver tenuto conto del trasferimento delle azioni residue a Simon Fiduciaria) all’assemblea di Mediaset di domani. Vivendi ha confermato inoltre l’intenzione di votare contro la proposta di fusione di Mediaset in MFE. Il gruppo è giunto a tale decisione dopo aver valutato i diritti che sarebbero riconosciuti, o negati, agli azionisti di minoranza, e a Vivendi in particolare, dal proposto statuto di MFE.
Soddisfazione anche per Mediaset, dato che il tribunale ha ribadito la nullità dell’acquisto della partecipazione del 19,8% in capo a Simon Fiduciaria e l’esplicito divieto a partecipare all’assemblea. La società potrà quindi partecipare e votare soltanto ed unicamente per la quota del 9,9% in capo direttamente a Vivendi.
Operatori in attesa, titolo poco sopra soglia di recesso
La Borsa sembra attende la fatidica assemblea prima di prendere una posizione. Oggi il titolo Mediaset segna un calo dello 0,2% a 2,8 euro, poco sopra la soglia di recesso. Il prezzo del titolo del Biscione resta al centro della contesa proprio per il diritto di recesso fissato a 2,77 euro per azione fino a un massimo di 180 milioni. Solo esercitando il recesso con tutta la sua quota Vivendi potrebbe far saltare l’operazione MFE (l’incasso sarebbe di 900 milioni), ma solo nel caso in cui il titolo Mediaset quoti sotto i 2,77 euro. Si tratterebbe comunque di una brutta perdita per gli azionisti del gruppo francese che hanno il titolo in carico a 3,7 euro, poi svalutato a 2,9 euro. E non solo. I titoli venduti a 2,77 vanno offerti in opzione prima a tutti i soci, poi al mercato e infine a Mediaset (che può comprarne fino a 280 milioni). Sembra quindi minima la possibilità che alla fine di tutto questo giro rimanga più di 180 milioni. Bisogna infine valutare la possibilità che anche in Spagna il recesso sia o meno conveniente.
Di certo Mediaset non starà a guadare la possibile discesa del titolo senza fare nulla. Due settimane fa il gruppo di Cologno Monzese ha infatti depositato un esposto in Consob per denunciare alle autorità di vigilanza che nuovamente Vivendi sta agendo per deprimere il corso di Borsa del titolo Mediaset. “Infatti, come già accaduto nel luglio scorso – si legge nella nota del gruppo di Cologno Monzese – non appena il titolo Mediaset ha toccato la soglia dei 3 euro per azione, discostandosi così in modo apprezzabile dal valore di recesso, Vivendi ha fatto filtrare notizie non confermate con l’evidente intento di screditare tanto il merito dell’operazione di fusione transfrontaliera deliberata dai consigli di amministrazione di Mediaset e Mediaset Espana lo scorso 7 giugno, quanto la possibilità di realizzarla”.