Si infiamma la chip war per colpa di questi due metalli rari
Se da una parte gli operatori di mercato continuano ad essere concentrati prevalentemente sugli sviluppi macroeconomici e delle Banche centrali, dall’altra parte si è riaccesa nelle ultime ore la cosiddetta “guerra dei chip” tra Stati Uniti e Cina.
Cosa sta succedendo nel mercato dei chip?
Nei giorni scorsi, il Ministero del commercio cinese ha annunciato che a partire dal 1° agosto saranno introdotte delle limitazioni all’export di due metalli rari, il gallio e il germanio, indispensabili, tra le altre cose, anche per la produzione di microchip. Questa mossa da parte della Cina è stata accolta con preoccupazione sia in Europa che negli Stati Uniti, aree ancora scottate dalla crisi nella catena di approvvigionamento dei semiconduttori che si verificò post pandemia e limitò la produzione di chip, innescando una carenza globale di questi preziosi componenti.
Ecco che in questo contesto, la mossa di Pechino rappresenta un ulteriore tassello della guerra commerciale tecnologica con Stati Uniti ed Europa, con la Cina che sta mettendo in piedi una vera e propria ritorsione per le restrizioni imposte dal governo federale degli Stati Uniti e anche da diversi Paesi dell’Unione Europea, che hanno accolto gli inviti di Washington di rallentare e in alcuni casi bloccare l’export di prodotti tecnologici verso Pechino.
Ricordiamo infatti, che lo scorso ottobre, gli Stati Uniti hanno interrotto le esportazioni verso la Cina di apparecchiature (macchine litografiche) utilizzate per produrre semiconduttori tecnicamente più avanzati e si sono appoggiati ad alleati come la Corea del Sud e i Paesi Bassi.
Con le nuove regole, ora il governo cinese impone restrizioni all’esportazione di gallio e germanio, minerali fondamentali oltre che per la produzione di semiconduttori, anche di sistemi missilistici e celle solari. In tal senso, gli esportatori di questi due metalli dovranno quindi richiedere le licenze al ministero del commercio se vogliono continuare a spedirli al di fuori dal paese, e oltre a ciò saranno anche obbligati a segnalare i dettagli degli acquirenti esteri e le loro richieste.
La mossa cinese è stata giustificata facendo riferimento alla salvaguardia della sicurezza e degli interessi nazionali, con le restrizioni all’esportazione che hanno lo scopo effettivo di rallentare le industrie ad alta tecnologia delle altre nazioni.
Dopo l’annuncio cinese, non si è fatta attendere la risposta degli USA che, secondo quanto riportato dal WSJ, starebbe valutando il divieto di accesso per le società cinesi ai servizi di cloud e IA forniti dalle stesso compagnie statunitense.
L’amministrazione Biden sta cercando di invogliare produttori come Samsung e Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. ad espandersi negli Stati Uniti, ma sembra improbabile convincerli a voltare le spalle alla Cina.
Né il gallio né il germanio sono commercializzati in grandi quantità. Entrambi hanno tuttavia usi importanti per industrie particolari, in particolare la produzione di semiconduttori che sono spesso progettati e per l’uso negli Stati Uniti anche se realizzati a Taiwan e in Corea del Sud.
“Questa misura avrà un immediato effetto a catena sull’industria dei semiconduttori, in particolare per quanto riguarda i chip ad alte prestazioni”, ha affermato Alastair Neill, membro del consiglio del Critical Mineral Institute che ha quasi 30 anni di esperienza con l’industria dei metalli in Cina.
L’intervento del Giappone
L’annuncio della Cina di nuovi controlli sulle esportazioni di gallio e germanio, è solo l’ultimo campanello d’allarme sulle vulnerabilità nella catena di fornitura dei chip. Tuttavia, dopo che la Cina ha svelato i suoi piani di restrizione per i due preziosi metalli, il Giappone e l’UE hanno concordato di intensificare la cooperazione sui semiconduttori. In particolare, le due parti hanno concordato un sistema di “allarme preventivo” sui problemi nella catena di fornitura dei chip in un memorandum che sarà firmato a breve dal ministro del Commercio giapponese Yasutoshi Nishimura e da Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno.
Ricordiamo infatti che Stati Uniti, Giappone ed UE sono tra i governi che mirano a portare a casa una maggiore produzione di chip per rafforzare la resilienza e limitare alcune esportazioni correlate verso la Cina.
Ma non solo, il Giappone lo scorso maggio ha concordato di approfondire la cooperazione con gli Stati Uniti nella ricerca avanzata sui semiconduttori, investendo miliardi di dollari per sovvenzionare muove iniziative nazionali per lo sviluppo di chip sempre più all’avanguardia.
L’impatto sui titoli IA
In questo clima di incertezza nel comparto dei semiconduttori, le ultime mosse di Pechino hanno beneficiato proprio le aziende cinesi produttrici di chip e di metalli. Yunnan Lincang Xinyuan Germanium Industrial Co, società cinese impegnata principalmente nell’estrazione mineraria, è balzata di oltre il 10% dopo l’annuncio. Stessa sorte anche per Yunnan Chihong Zinc & Germanium Co.
Buon andamento anche per Zhuzhou Smelter Group, società impegnata principalmente nella produzione e distribuzione di prodotti in metallo non ferrosi e prodotti chimici. Ecco che questi titoli sono balzati sulle aspettative che le nuove restrizioni cinesi all’offerta avrebbero alimentato massicci aumenti dei prezzi di questi metalli.
Al contrario, debolezza sui titoli americani e non legati all’intelligenza artificiale, con alcuni operatori che vedono la fine del rally dell’IA. In tal senso, le azioni di Nvidia sono scese del 4,5% la scorsa settimana, con la debolezza che si è estesa anche ad altri titoli tecnologici statunitensi.
Ricordiamo infatti che se guardiamo i dati sui ricavi geografici di Nvidia, è facile accorgersi che la Cina è stato di gran lunga il principale motore dei ricavi trimestrali della big tech americana.
Cosa sono il gallio e il germanio?
L’Ue dipende quasi totalmente dalle forniture della Cina sia per quanto riguarda il gallio che il Germanio, metalli che vengono ampiamente utilizzati per una vasta gamma di beni tecnologici (come chip, computer, smartphone), ma hanno anche diversi scopi militari (ad esempio il nitruro di gallio serve anche per la produzione di radar Aesa).
Questi due metalli non sono particolarmente rari, ma la produzione globale è trainata dalla Cina, infatti, nell’ultimo anno “circa l’80% della produzione mondiale di gallio e germanio è cinese; mentre gli Stati Uniti fanno affidamento sulle importazioni per oltre il 50%”, hanno commentato alcuni analisti di Jefferies.
Delle 372 tonnellate di gallio prodotte nel 2021, circa il 94% di queste arriva dalla Cina, un 3% dalla Russia, e l’1% a testa tra Ucraina, Giappone e Corea.
I due metalli sono spesso prodotti come sottoprodotto da raffinerie focalizzate su zinco e alluminio, e al momento non ci sono molte alternative immediate per la fornitura di germanio, con gli Stati Uniti che sono si ricchi di riserve, ma ci vuole tempo per costruire impianti di trasformazione idonei per lavorarlo al meglio.
Sia il gallio che il germanio compaiono tra i 50 minerali che l’US Geological Survey ritiene “critici”, nel senso che sono essenziali per la sicurezza economica o nazionale degli Stati Uniti e hanno una catena di approvvigionamento vulnerabile alle interruzioni.
Il gallio
Il gallio, un metallo morbido, argenteo e brillante. È un elemento chimico relativamente raro sulla pianeta Terra, ma viene spesso estratto come sottoprodotto durante il processo di estrazione dell’alluminio e del zinco. Il gallio ha un punto di fusione relativamente basso (intorno ai 30°C), il che lo rende un metallo interessante per le applicazioni tecnologiche. Proprio per le sue caratteristiche fisiche, il gallio trova impiego in diversi settori industriali, ma è particolarmente rilevante proprio nel campo dei chip elettronici. In tal senso, il gallio arsenide (GaAs), una lega di gallio e arsenico, viene utilizzato per creare circuiti integrati ad alte prestazioni, come ad esempio nei telefoni cellulari, nelle reti di telecomunicazione e nei radar.
Tra le principali aziende specializzate nella produzione di gallio, troviamo: Honeywell International, AXT Inc. e China Hongqiao Group.
Il germanio
Il germanio è un semimetallo grigio-bianco e a differenza del gallio, è relativamente abbondante sulla Terra, ma è spesso estratto come sottoprodotto durante il processo di estrazione di altri metalli. È un elemento semiconduttore con una conduttività elettrica inferiore rispetto al silicio, ma con una migliore mobilità degli elettroni.
Anche il germanio gioca un ruolo rilevante nell’industria dei chip. Esso ha infatti giocato un ruolo importante nello sviluppo dei primi transistor e delle prime valvole termoioniche, ma con l’avvento del silicio come materiale di riferimento per i chip, il germanio è stato in gran parte sostituito. Tuttavia, negli ultimi anni il germanio ha iniziato a fare un ritorno nel settore dei chip, in quanto viene impiegato come strato sottile nei chip a transistor ad alte prestazioni e nei dispositivi fotovoltaici.
Tra le principali aziende specializzate nella produzione di germanio possiamo citare: Umicore, Yunnan Lincang Xinyuan Germanium Industry e Chihong Zn&Ge.
Yellen in Cina
Come abbiamo visto, sia il gallio che il germanio svolgono un ruolo vitale nell’industria dei chip elettronici. La Cina è il principale produttore di entrambi i metalli, che saranno sempre più utili e cruciali per le moderne tecnologie. Proprio per questo motivo le nuove restrizioni imposte dalla Cina potrebbe riportare alta volatilità su questo comparto pesando sensibilmente sulle già fragili catene di approvvigionamento dei semiconduttori.
In ogni caso, la situazione al momento rimane ancora incerta, vedremo da questo punto di vista se la visita in Cina del Segretario al Tesoro Yellen in
programma questa settimana riuscirà a portare segnali distensivi o meno tra le due super potenze globali.