Sfida del debito per l’Italia, Fitch indica tre possibili scenari
Dopo la caduta del governo Draghi a luglio, l’Italia andrà alle urne il 25 settembre. I sondaggi indicano come risultato più probabile una maggioranza parlamentare di centro-destra con la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che potrebbe diventare il prossimo primo ministro Non crediamo che una vittoria della coalizione di destra implichi necessariamente che il prossimo governo sarà in rotta di collisione con l’UE dicono gli analisti di Fitch. La Meloni sta cercando di rassicurare gli elettori e i partner internazionali che lavorerà in modo costruttivo con l’UE. “Ci aspettiamo che un governo di centro-destra punti a ridurre la pressione fiscale, a ridisegnare il sistema del reddito di cittadinanza e ad aumentare la spesa pensionistica”.
Come il nuovo governo dovrà ridurre il debito: la ricetta di Fitch
Tuttavia, la politica fiscale del prossimo governo italiano dovrà adattarsi all’aumento dei tassi di interesse e alla crisi energetica se vuole ridurre il debito pubblico, afferma Fitch Ratings in un nuovo rapporto. L’analisi di Fitch suggerisce che se i rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni rimarranno vicini al 4%, saranno necessari saldi primari più elevati per mantenere il rapporto debito/PIL su un percorso discendente. Ciascun partito sostiene la necessità di ridurre le tasse, ma anche di aumentare le pensioni minime e di introdurre nuove disposizioni per il pensionamento anticipato. Queste proposte comporterebbero un certo allentamento fiscale e continuerebbero la strategia dell’amministrazione Draghi di dare priorità alla crescita e di ridurre il consolidamento. Tuttavia, l’attuazione di tali politiche sarà complicata dalla crisi energetica e dall’aumento dei tassi di interesse. La legge di bilancio 2023 aiuterà a valutare l’orientamento della politica fiscale e probabilmente si concentrerà sulla protezione delle famiglie e delle imprese dallo shock energetico. Le simulazioni aggiornate di Fitch mostrano l’impatto del cambiamento delle circostanze economiche e dell’aumento dei rendimenti sovrani. Se i rendimenti rimangono intorno al 4%, il debito è stabile a circa il 150% del PIL. Un secondo scenario, coerente con le previsioni del Global Economic Outlook di settembre, che prevede una recessione nel 2023 dovuta allo shock energetico e uno scarso consolidamento, vede il rapporto debito/PIL salire al 157% entro il 2031. In un terzo scenario, in cui la riduzione del debito è prioritaria, il rapporto diminuisce di 10 punti percentuali.