Sergio Ermotti torna alla guida di UBS. La grande sfida
Sergio Ermotti: focus sul banchiere che tornerà a guidare UBS post acquisizione Credit Suisse
Il banchiere Sergio Ermotti torna dopo una pausa di poco più di due anni alla guida di UBS, il gigante bancario grande protagonista di queste ultime settimane convulse sui mercati, che ha salvato per il rotto della cuffia la rivale di casa Credit Suisse.
Esattamente dieci giorni fa, il 19 marzo, la Swiss National Bank (SNB, banca centrale della Svizzera) e il governo elvetico annunciavano l’accordo tra i due istituti, mettendo fine alla storia di Credit Suisse, banca alle prese con diversi problemi da anni, vittima delle proprie scommesse sulla finanza d’azzardo e alle prese anche con una importante fuga dei depositi.
Il ‘dramma’ Credit Suisse esploso sui mercati – con le borse europee andate a picco, massacrate dai sell sui titoli bancari – andato in scena appena dopo la notizia del collasso di Silicon Valley Bank (SVB) negli Stati Uniti, aveva convinto le autorità svizzere a intervenire con urgenza.
L’ansia per il destino di CS era stata tale da portare l’economista Nouriel Roubini a lanciare un appello alla Bce e alla Fed, invitando le due banche centrali a fermare il rialzo dei tassi (appello che è stato ignorato sia da Christine Lagarde che da Jerome Powell).
Roubini aveva definito Credit Suisse una banca troppo grande per fallire, ma troppo grande anche per essere salvata.
Poi, l’annuncio dell’intesa con UBS, i cui termini hanno scioccato i mercati, soprattutto a causa di quei bond AT1 di CS di un valore di 16 miliardi circa di franchi svizzeri, che di colpo sono arrivati a valere zero.
E così sui mercati già provati dalle vendite scattate con la paura di un rischio contagio SVB sulle banche regionali americane, si è innestata anche la preoccupazione per il mercato delle obbligazioni AT1.
Nelle ultime sessioni i movimenti violenti dei mercati sono rientrate, grazie alle rassicurazioni arrivate dalle autorità finanziarie sia made in Usa che europee.
Sergio Ermotti e l’esperienza unica per l’integrazione UBS-CS
Stamattina, a sorpresa, l’annuncio della decisione del cda di UBS di rimpiazzare l’attuale amministratore delegato Ralph Hamers – che, secondo alcune fonti, non avrebbe mancato di manifestare insoddisfazione per l’accordo UBS-Credit Suisse pilotato dal governo – con l’ex numero uno Sergio Ermotti, già AD di UBS nel periodo compreso tra il 2011 e il 2020.
Ermotti: un banchiere noto per aver essere riuscito a riposizionare con successo il colosso dopo le “grandi sfide emerse dalla crisi finanziaria globale” (come si legge nel comunicato della banca). E un banchiere che ha assicurato la solidità finanziaria di UBS, migliorandone la resilienza, mettendo al centro le attività di cui la banca vanta una leadership a livello globale, ovvero quelle di gestione patrimoniale e di gestione degli asset.
E’ stato per merito di Ermotti, si legge nel comunicato del gigante svizzero – se UBS è riuscita a “riguadagnare la fiducia dei clienti e di altri azionisti, ripristinando l’orgoglio di lavorare in UBS da parte dei dipendenti” .
E proprio “questa esperienza unica – si legge ancora nella nota della banca – unita alla sua profonda conoscenza dell’industria dei servizi finanziari, in Svizzera e a livello globale, rende Ermotti il candidato ideale a portare avanti l’integrazione (di UBS) con Credit Suisse”.
Sergio Ermotti, al momento presidente di Swiss Re, tornerà a prendere il timone di UBS in via ufficiale il prossimo 5 aprile.
UBS ha reso noto che l’attuale ceo Ralph Hamers rimarrà in UBS e lavorerà accanto a Sergio P. Ermotti durante il periodo di transizione, per “assicurare il successo del completamento della transazione (di acquisizione di Credit Suisse) e una consegna dei poteri fluida”.
A tal proposito il “consiglio di amministrazione di UBS esprime la sua profonda gratitudine a Ralph Hamers per la sua leadership eccezionale, e per aver portato UBS a riportare risultati record in due anni consecutivi, così come per il ruolo cruciale volto all’acquisizione di Credit Suisse“, si legge ancora nel comunicato.
Un articolo di Bloomberg ricorda come con Sergio Ermotti, UBS fosse riuscita a presentare anche un livello di capitale tra i migliori del settore bancario.
Non solo. Al banchiere si devono anche importanti cambiamenti di governance nella banca dopo il caso dello scandalo che vide protagonista l’allora trader di UBS Kweku Adoboli, poi condannato a sette anni di prigione a seguito del mea culpa sulla maxi perdita sofferta da UBS nel 2011, pari a 2,3 miliardi di dollari.
Sergio Ermotti, così si legge nella nota di UBS, ha definito la missione per cui è stato richiamato dalla banca – quella della integrazione della stessa con Credit Suisse – “un compito urgente e sfidante”.
“Al fine di realizzarlo con successo e in modo sostenibile, e nell’interesse di tutti gli azionisti coinvolti, dobbiamo valutare in modo accurato e sistematico tutte le opzioni”, ha detto ancora l’ex ceo che si appresta a diventare nuovo numero uno dell’altrettanta nuova realtà di UBS.
Ermotti: onorato in momento così importante per la Svizzera
Ermotti ha commentato il suo ritorno anche con un post su LinkedIn:
“Sono onorato di essere stato chiamato a guidare questa banca, in un momento che è così importante per tutti i suoi azionisti e per la Svizzera. Vorrei esprimere la mia gratitudine a Ralph (attuale ceo) per aver guidato con un così grande successo UBS”.
Il banchiere ha detto di essere “consapevole dell’incertezza che molti avvertono”.
Di conseguenza, “prometto che, insieme ai miei colleghi, la nostra attenzione sarà totalmente rivolta a garantire il miglior risultato possibile per i nostri clienti, i nostri dipendenti e per il governo svizzero”.
Per quanto riguarda l’ormai prossimo a diventare ex ceo di UBS Ralph Emers, un articolo di Reuters sottolinea che il dirigente, che rimarrà in UBS nelle vesti di consulente, non dispone di una grande esperienza nelle operazioni di M&A. Grande esperienza indispensabile, visto il compito di combinare due grandi banche, per l’appunto UBS e Credit Suisse, che dispongono di asset per un valore di 1,6 trilioni di dollari, di uno staff che conta più di 120.000 dipendenti e di bilanci complessi.
Tra le principali sfide che si stagliano all’orizzonte, il licenziamento di migliaia di dipendenti, il ridimensionamento della divisione di investment bank di Credit Suisse e, come indica un articolo di Reuters, il riuscire a convincere i Paperon de’ Paperoni del mondo che UBS rimane la banca migliore dove parcheggiare la propria liquidità.
UBS è diventata praticamente la prima grande banca made in Svizzera, l’unico istituto di credito svizzero che opera a livello globale, sostenuto da prestiti e garanzie di stato che ammontano a 260 miliardi di franchi svizzeri: una somma che è stata erogata dalle autorità elvetiche (governo e banca centrale) per blindare il gigante dalle eventuali perdite e grattacapi vari legati alla preda Credit Suisse.
La nomina di Sergio Ermotti è stata salutata con favore da diversi banchieri e nomi del mondo dell’alta finanza. Così, intervistato da Reuters Davide Serra, ceo di Algebris Investments.
“La decisione di far tornare Sergio Ermotti è molto positiva e riduce i rischi di integrazione e di esecuzione dell’80% – ha sottolineato Serra – Sergio ha già ridotto il rischio e ha portato l’investment bank a servire i suoi clienti, non i suoi investment bankers come aveva fatto Credit Suisse. Come azionista e obbligazionista sono molto contento“.
La grana Russia con Credit Suisse
Tra le sfide che Sergio Ermotti è chiamato ad affrontare, non si può non menzionare quella della grana Russia.
Un articolo di Blomberg recentemente pubblicato ha messo in evidenza i legami tra le due banche big della Svizzera con la Russia di Vladimir Putin.
Prima del lancio delle sanzioni occidentali scattato a seguito dell‘invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022, Credit Suisse era ben nota per erogare diversi servizi ai Paperon de’ Paperoni made in Russia.
La banca in passato è arrivata a gestire più di 60 miliardi di dollari per conto dei suoi clienti russi, che le assicuravano un incasso compreso tra $500 milioni e $600 milioni di fatturato all’anno.
La guerra tra la Russia e l’Ucraina e le sanzioni varate dall’Occidente hanno costretto Credit Suisse, nel maggio del 2022, a mettere una pietra sopra ai servizi fino ad allora erogati agli oligarchi russi.
In quel momento, Credit Suisse deteneva ancora ben $33 miliardi appartenenti alla sua clientela russa, ammontare superiore del 50% rispetto ai depositi russi detenuti da UBS.
Considerando che la divisione di wealth management di UBS è più grande di quella di CS, i numeri danno un’idea di quanto fosse significativa l’esposizione dell’istituto verso la Russia.
Biografia Ermotti dal profilo del banchiere su LinkedIn
Così si legge nella biografia che Sergio Ermotti stesso ha postato sul suo profilo LinkedIn.
Il banchiere ricorda che, prima di trasferirsi a UBS, è stato vice amministratore delegato di UniCredit, nel periodo compreso tra il 2007 e il 2010, responsabile “delle aree strategiche di bsuiness del Corporate and Investment Banking e del Private Banking”.
Ermotti era arrivato a UniCredit nel 2005, ricoprendo inizialmente la carica di responsabile della divisione di mercati e investment banking.
Nel periodo compreso tra il 1987 e il 2003 aveva ricoperto diversi ruoli presso Merrill Lynch.
In particolare, tra il 2001 e il 2003, aveva assunto la funzione di co-responsabile della divisione di Global Equity Markets e di esponente della Commissione esecutiva di management di Global Markets & Investment Banking.
Laureato alla Oxford University, Sergio Ermotti ha iniziato la sua carriera di banchiere nella sua città natale svizzera di Lugano, presso una piccola banca locale, continuando a studiare mentre lavorava.