Scossa su BTP e spread dopo parole Juncker, le scommesse long e short dei gestori
In Italia esplode il caso Juncker, che consiglia all’Unione europea di tenersi pronta allo “scenario peggiore” nel paese dopo il voto, ovvero al rischio di un governo non operativo. Le reazioni dei mercati sono immediate: Il Ftse Mib cede nei minimi intraday -1,5% e, in chiusura, seppur con perdite ridotte, si conferma il peggiore listino dell’Europa.
Le vendite sui BTP allargano lo spread fino a 139 punti, al massimo in due settimane. Il differenziale ritraccia poi dai livelli record, ma rimane sotto osservazione e stamattina apre a quota 140. La domanda è: fino a che punto i BTP rischiano di tornare a essere attaccati? E tale rischio, in primis, esiste davvero?
In realtà, finora non c’è stato alcun panico sui mercati italiani, la cui performance è stata pilotata piuttosto dagli eventi globali.
I rendimenti dei BTP, per esempio, sono tornati a salire oltre la soglia del 2%, allineandosi al trend recente dei tassi a livello globale. Sono stati soprattutto i timori sul rischio che la Federal Reserve alzi i tassi in modo più aggressivo a spingere verso l’alto i tassi dei BTP, non il timore sull’esito delle elezioni italiani.
Detto questo, gli esperti di Allianz Global Investors ritengono che, a prescindere dai possibili scenari che si concretizzeranno il prossimo 4 marzo, i BTP siano comunque al momento piuttosto costosi e, di conseguenza, prevedono che lo spread BTP-Bund possa tornare a salire a 145-150, e anche oltre. Detto questo, per gli analisti l’Italia rimane un buy:
“Se non ci saranno chiari vincitori dopo le elezioni (e così emerge dai sondaggi), potremmo assistere a un allargamento degli spread nel caso in cui un accordo tra il PD e Forza Italia richiedesse del tempo per materializzarsi. Allo stesso tempo, la frattura della coalizione di centro destra costringerebbe la Lega a concentrarsi ulteriormente sulle sue posizioni contro l’euro, che ha di recente smorzato. Ma anche se gli spread si allargheranno prima o dopo le elezioni, crediamo che l’Italia rappresenti opportunità di investimento attraenti”.
Stando a quanto ha riportato un articolo di Bloomberg lo scorso 13 febbraio, inoltre, Brian Tomlinson, gestore presso Allianz Global Investors GmbH, preferisce acquistare bond italiani a 15 anni contro titoli tedeschi a cinque anni. A suo avviso, infatti, l’acquisto dei bond al picco delle crisi si è rivelato storicamente una mossa vincente, grazie alla loro resilienza relativa.
Fiducia nel debito italiano anche da parte di Fidelity International, che preferisce i BTP ai bond spagnoli, affermando che i bond italiani sono tra i più liquidi in Europa.
Più cauta Mizuho, con Peter Chatwell, responsabile della strategia sui tassi dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) della banca giapponese, che avverte che il rischio è che gli investitori siano diventati troppo compiacenti sulle conseguenze del voto italiano. E che consiglia di conseguenza di proteggersi contro il rischio di un qualsiasi eventuale shock possa verificarsi dopo il 4 marzo.
Il modo migliore per proteggersi è “scommettere sull’allargamento dello spread tra i tassi dei BTP e quelli dei bond francesi a 10 anni. Altre buone opzioni sono: shortare l’euro verso il dollaro, puntare long sugli spread swap tedeschi e shortare gli indici azionari italiani.
Mizuho, in particolare, ha un target sullo spread BTP-bond francesi (differenziale tra tassi dei BTP con scadenza nel settembre del 2028 e tassi bond francesi con scadenza nell’ottobre del 2027) a 100 punti base, rispetto agli attuali 88 punti base. Ricorrendo invece all’euro come hedge contro il rischio, gli investitori dovrebbero puntare a un calo della moneta unica fino a $1,18, rispetto agli $1,23 attuali.
IL CASO JUNCKER
In un discorso proferito presso il Centre for European Policy Studies, think tank di Bruxelles, Juncker si è così espresso:
“Dobbiamo tenerci pronti allo scenario peggiore, e lo scenario peggiore potrebbe essere un governo non operativo” in Italia.
“L’inizio di marzo – ha sottolineato – sarà molto importante per l’Unione europea. C’è il referendum dei socialdemocratici in Germania e ci sono le elezioni italiane, e sono più preoccupato per l’esito delle elezioni italiane che per il risultato del referendum dell’Spd”.
La conseguente tensione che ha infiammato lo spread e Piazza Affari ha portato il premier Paolo Gentiloni a intervenire:
Nel suo intervento a Porta a Porta, il presidente del Consiglio ha affermato:
“Tranquillizzerò (Juncker), i governi sono tutti operativi, non ce ne è uno meno operativo e uno più operativo, i governi governano”, ha detto, aggiungendo che “con il voto non c’è un salto nel buio”.
Juncker stesso ha poi fatto dietrofront, con una nota diffusa nella serata di ieri:
“Le elezioni sono un’occasione di democrazia. E questo si applica anche all’Italia, un Paese a cui mi sento molto vicino. Il 4 marzo gli italiani si recheranno alle urne ed esprimeranno il loro voto. A prescindere da quello che sarà l’esito, ho fiducia che avremo un governo che assicurerà all’Italia di rimanere player centrale dell’Europa, contribuendo al suo futuro”.
(in fase di scrittura)