Notizie Notizie Italia Savona: ‘Giappone lo dimostra, debito-Pil a 200% possibile’. Borghi: ‘avanti con minibot, convinceremo Tria’

Savona: ‘Giappone lo dimostra, debito-Pil a 200% possibile’. Borghi: ‘avanti con minibot, convinceremo Tria’

14 Giugno 2019 16:09

Debito pubblico, trattative con Bruxelles per scongiurare la minaccia della procedura di infrazione per debito eccessivo – procedura che potrebbe essere aperta formalmente il prossimo 9 luglio – minibot di Claudio Borghi.

I dossier italiani continuano a essere attentamente monitorati dal mondo della finanza, e non solo. Soprattutto se a riparlare dopo tanto tempo è il neo numero uno della Consob, l’ex ministro degli Affari europei Paolo Savona, noto per le sue posizioni euroscettiche, pomo della discordia tra l’asse M5S-Lega e il Quirinale quando Matteo Salvini lo propose subito dopo il voto del 4 marzo del 2018 al dicastero del Tesoro, beccandosi un netto no dal presidente Sergio Mattarella.

Paolo Savona parla in occasione dell’incontro annuale con il mercato finanziario, per la prima volta nelle vesti di presidente della Consob, a Palazzo Mezzanotte.

Diversi i temi affrontati: il discorso è forte, per molti versi l’ex ministro rimane fedele al suo DNA. Fa scalpore il paragone che fa tra l’Italia e il Giappone, laddove critica i credo dei vari economisti che avvertono l’Italia sul sentiero pericoloso che ha deciso di intraprendere in termini di deficit e debito.

PAOLO SAVONA: DEBITO-PIL 200% ESEMPIO GIAPPONE ISTRUTTIVO

Per Savona, invece, laddove esistono fiducia e risparmio, il rapporto debito-Pil al 200% non solo non è un problema, ma non deve esserlo.

“La teoria economica e la ricerca empirica non hanno fornito una risposta univoca su quale sia il legame ottimale tra il debito pubblico e il PIL, soprattutto se il rapporto è valutato in modo indipendente dallo stato della fiducia – ha detto nel discorso proferito nella sede di Piazza Affari – “L’esempio del Giappone è istruttivo: se la fiducia nel paese è solida e la base di risparmio sufficiente, livelli di indebitamento nell’ordine del 200 per cento rispetto al PIL non contrastano con gli obiettivi economici e sociali perseguiti dalla politica”.

Certo – precisa – “ciò non significa che non esista un limite all’indebitamento ma, come insegna un elementare criterio di razionalità economica, per garantirne la sostenibilità il suo saggio di incremento deve restare mediamente al di sotto del saggio di crescita del PIL. Ogni indicatore che comporta l’esistenza di un limite oggettivo alla crescita, come l’output gap, resta privo di validità storica e pratica, ancor prima che logica. Se il criterio di razionalità indicato venisse accettato a livello europeo e fosse rispettato dalle autorità di Governo, si restituirebbe ai debiti sovrani, incluso quello italiano, la dignità di ricchezza protetta che a essi attribuiscono giustamente gli investitori. Il raggiungimento di questa condizione allontanerebbe i sospetti sulla possibilità di insolvenza del nostro debito pubblico, oggettivamente infondati”.

PAOLO SAVONA: CITA CAVERNA DI PLATONE, IMMAGINE DISTORTA SU ITALIA

Paolo Savona parla di debito-Pil al 200% proprio mentre il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’economia Giovanni Tria cercano di sventare la minaccia della procedura di infrazione.

Il punto è che, secondo Savona, troppi hanno una immagine distorta dell’Italia. Non per niente l’economista si improvvisa filosofo e spiega il caso-Italia con il mito della caverna di Platone.

“Senza voler negare l’esistenza di problemi interni al Paese – efficamente analizzati nelle recenti Considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia -i giudizi negativi non di rado espressi da istituzioni sovranazionali, enti nazionali e centri privati appaiono prossimi a pregiudizi, perché resi su basi parametriche finanziarie convenzionali che non tengono conto dei due pilastri che reggono la nostra economia e società: la forza competitiva delle nostre imprese a livello globale e il nostro buon livello del risparmio”.

“E’ come se l’Italia fosse collocata dentro la ‘caverna di Socrate’ dove le luci fioche della conoscenza che in essa penetrano proiettano sulle pareti un’immagine distorta della realtà. Per giunta in presenza di un continuo vociare a senso unico”. (è la caverna di Platone, ma l’economista la definisce di Socrate, a cui comunque il mito si riferisce),

L’economista rimarca più volte la differenza che sussiste tra realtà e percezione. E’ lui, Paolo Savona, il detentore della verità su come stanno le cose in Italia? Tutte le altre istituzioni sono invece colpevoli di avere pregiudizi nei confronti del paese e non hanno dunque compreso la realtà vera delle cose? Insomma, hanno tutti una percezione distorta dell’Italia?

Elencati anche quelli che sarebbero a suo avviso i punti di forza dell’Italia come la presenza di “alcuni fattori distorsivi legati alla sottovalutazione di alcuni aspetti importanti della solidità economica del Paese”.

“La posizione finanziaria dell’Italia con l’estero  -sottolinea- è sostanzialmente in equilibrio e dal 2013 disponiamo di flussi di risparmio in eccesso rispetto all’uso interno. Contrariamente a importanti paesi sviluppati come Stati Uniti, Regno Unito, Canada, nell’eurozona Grecia e Francia, e nel resto del mondo Turchia e l’intero continente sudamericano, l’Italia non assorbe flussi di risparmio dall’estero, ma ne cede in quantità superiori al suo debito pubblico. Questa condizione può essere vantata principalmente dai paesi ricchi di materie prime, una carenza che l’Italia ha compensato con le sue eccellenti capacità di intrapresa. Per la comunità europea e globale l’Italia non  rappresenta un problema finanziario, ma una risorsa alla quale molti paesi attingono per soddisfare le loro necessità.

CLAUDIO BORGHI: MINIBOT NEL CONTRATTO, CONVINCEREMO TRIA

Tutto questo mentre oggi l’attenzione torna – ormai sembra un appuntamento fisso del giorno – sui minibot di Claudio Borghi. E’ lo stesso Borghi che torna a parlare di quello che anche per i paesi stranieri è diventato l’incubo moneta parallela per l’Italia.

Uscendo dalla sede della Lega in via Bellerio a Milano, Borghi risponde a chi gli chiede un commento sul fatto che Tria sia contrario alla proposta:

“Lo convinceremo”, dice. Poco prima, a margine dell’evento in corso alla Consob dove parlava Paolo Savona, l’economista leghista aveva ricordato che “i minibot sono nel contratto di governo”, aggiungendo anche che, a suo avviso, sembra che le cose vadano meglio in Italia: “Io non mi lamenterei. Adesso mi sembra che i tassi stiano scendendo e che la Borsa vada meglio di tanti altri anni. Credo che l’economia si stia riprendendo, se pur con difficoltà”.

Ancora prima nella giornata di oggi, dopo il no del numero uno della Bce Mario Draghi, del governatore di Bankitalia Ignazio Visco e dello stesso ministro dell’economia Giovanni Tria, per non parlare della platea nutrita di economisti di tutto il mondo, Confindustria aveva bocciato sonoramente l’idea dei minibot.

Così nell’analisi 10 domande (e risposte) sui cosiddetti MiniBOT:

“È molto improbabile che i nuovi titoli di Stato di piccolo taglio, chiamati MiniBOT, citati nella mozione parlamentare del 28 maggio scorso per ridurre i debiti commerciali del settore pubblico nei confronti delle aziende fornitrici, possano risultare utili. Grazie agli sforzi degli ultimi anni, lo stock di debiti commerciali della pubblica amministrazione si è molto ridotto (anche se resta il più ampio in Europa) e i tempi di pagamento sono stati accorciati (ma non in modo omogeneo in tutte le aree del Paese). Ciò di cui c’è ancora bisogno è di accrescere l’efficacia della PA. Inoltre, le imprese italiane – in media – non soffrono oggi di una crisi di liquidità, come nel 2012, quando Confindustria chiese con urgenza misure straordinarie per pagare i debiti commerciali accumulati dalla PA”.

Ancora, si legge:

“L’introduzione dei MiniBOT per pagare i debiti commerciali alle imprese farebbe crescere il livello del debito pubblico in Italia, proprio mentre la Commissione europea ritiene giustificata l’apertura di una procedura per disavanzi eccessivi perché il debito non sta scendendo a sufficienza. Ciò rischia quindi di avere ripercussioni sui mercati finanziari, in termini di rendimenti ancora più elevati sui titoli sovrani. L’Italia ha bisogno, invece, di una strategia credibile di medio termine per ridurre i tassi di interesse e innalzare la crescita economica”

Una bocciatura chiara era arrivata anche da Tria: Quella dei minibot “naturalmente è una cattiva idea”, aveva detto il titolare del Tesoro.