Sanzioni Usa contro Iran scatenano assalto a beni rifugio: oro a record in oltre sei anni. Dollaro-yen da flash crash
Sesta sessione consecutiva di rialzi per le quotazioni dell’oro, che inanellano nuovi record. Nelle ultime ore, il contratto spot sul bene rifugio per eccellenza ha testato un nuovo massimo storico in più di due anni, balzando fino a $1.438, 63 l’oncia, valore più alto dal 14 maggio del 2013. I futures sull’oro sono saliti fino a +1,6%, a $1.440,20 l’oncia, Intervistato dalla Cnbc Michale McCarthy, responsabile strategist dei mercati per CMC Markets, ha motivato il trend con le speculazioni di ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, il conseguente deprezzamento del dollaro e le tensioni in Medio Oriente: tutti fattori, ha sottolineato, che forniscono un contesto ideale per i prezzi dell’oro.
A dimostrazione del clima di avversione al rischio, a salire non sono soltanto le quotazioni dell’oro ma anche gli asset considerati rifugio, come lo yen. Il rapporto USD-JPY scende sotto la soglia psicologica di JPY 107.
Il clima di avversione al rischio si spiega soprattutto con il rinfocolarsi delle tensioni geopolitiche che, nelle ultime ore, ha visto protagonista soprattutto le tensioni tra l’Iran e gli Stati Uniti: tensioni che avevano già subìto una sensibile escalation con l’attacco al Golfo di Oman contro due navi petroliere, poi salite alle stelle con l’abbattimento del drone americano, rivendicato dai pasdaran iraniani. Questi, avevano annunciato di aver abbattuto il drone in quanto “spia Usa”, per inviare un “chiaro messaggio” agli americani e dimostrare che Teheran, “anche se non intende fare la guerra a nessuno, è pronta alla guerra”, stando alle parole di Hossein Salami, capo delle Guardie della rivoluzione islamica. L’Iran ha negato che il drone si trovasse in acque internazionali.
Il presidente americano Donald Trump non ha escluso prima di lanciare una serie di raid contro il paese, twittando la scorsa settimana “L’Iran ha commesso un grave errore!”. E ieri ha firmato un ordine esecutivo che impone nuove sanzioni all’Iran.
Stando a quanto riporta la NBC news, le nuove sanzioni impediscono al leader supremo del paese, l’Ayatollah Ali Khamenei e al suo ufficio l’accesso a risorse finanziarie chiave. Sanzioni sono state comminate anche ad alcuni leader dell’esercito che, secondo il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin, sarebbero stati responsabili dell’abbattimento del drone americano. Mnuchin ha aggiunto che, verso la fine di questa settimana, nuove sanzioni colpiranno direttamente anche il ministro degli esteri Javad Zarif. “Abbiamo letteralmente bloccato decine e decine di miliardi di dollari – ha detto Mnuchin, in un briefing con la stampa alla Casa Bianca – Queste sanzioni sono molto efficaci”.
Immediata la reazione di Teheran, con il ministro degli esteri Zarif che ha affermato che, con le nuove sanzioni, gli Usa hanno “chiuso il canale della diplomazia per sempre”.
Tornando al rapporto dollaro-yen, la discesa porta il cambio a capitolare ai minimi dal famoso flash crash di gennaio. Certo non aiutano neanche le ultime indiscrezioni di Bloomberg, secondo cui Trump sarebbe disposto a porre fine anche al patto sulla difesa che gli Usa hanno siglato con il Giappone alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Nuovo schiaffo a Tokyo e all’equilibrio mondiale. Il presidente americano ha ripetutamente criticato il Giappone accusandolo di svalutazione competitiva dello yen, intensificando così gli attriti commerciali con il paese.
Riguardo alle quotazioni dell’oro, il rialzo è stato del 10% dall’inizio di giugno. Indicativo del sentiment è anche il trend dell’ETF garantito dall’oro più grande al mondo, l’SPDR Gold Trust, che lo scorso venerdì ha riportato il guadagno più forte in più di 11 anni. Ma si guarda anche all’incontro tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping, in occasione del G20 di Osaka. “Il principale evento di questa settimana sarà l’incontro tra Trump e Xi, che potrebbe fermare il rally dell’oro nel caso in cui venisse siglato un accordo commerciale tra le controparti – ha commentato Alfonso Esparza, analista senior dei mercati presso OANDA, in una nota riportata dalla Cnbc. Al contrario, se l’incontro non dovesse confermarsi proficuo e l’atteggiamento dell’amministrazione Trump si facesse più aggressivo, le quotazioni dell’oro potrebbero riportare nuovi rialzi, sulla scia dell’appetito degli investitori per i beni rifugio.