Salta il matrimonio Fca-Renault: analisti sorpresi si interrogano su soluzioni alternative
Le nozze tra Fca e Renault sfumano (almeno per il momento). Il gruppo guidato da Mike Manley ha deciso di ritirare con effetto immediato la proposta di fusione avanzata al gruppo francese. La nota del gruppo italiano è arrivata in tarda notte e in risposta a quella diramata dal cda di Renault che precisava “il cda non è stato in grado di prendere una decisione a causa dell’auspicio espresso dai rappresentanti dello Stato francese di rinviare il voto ad un consiglio ulteriore”.
La sorpresa di Equita
Gli analisti di Equita si sono detti sorpresi dal ritiro dell’offerta di Fca per una fusione con Renault. Gli esperti della sim milanese hanno confermato la raccomandazione di acquisto, ma hanno messo subito mano al prezzo obiettivo, da 16,8 a 14,5 euro”. Il target scende del 14%, spiegano, togliendo l’upside delle sinergie. “La notizia ci sorprende in quanto: arriva a soli 9 giorni dalla comunicazione pubblica della proposta (talmente dettagliata che ci appariva in gran parte già pre-concordata); aveva ricevuto il sostegno sia del Governo francese (azionista) sia da quello italiano; le richieste del Governo francese (sede legale in Francia, garanzia occupazionale per 4 anni anziché 2, un posto in Cda e extra dividendo per Renault ante fusione) ci apparivano accettabili e non tali da stravolgere l’economia del deal”, spiegano gli analisti che si soffermano su alcune indiscrezioni stampa, secondo le quali sulla decisione avrebbe impattato “il giudizio negativo dei due consiglieri di Nissan, col rischio di compromettere l’alleanza ultra decennale Renault-Nissan-Mitsubishi, sebbene fonti di stampa avessero anticipato una loro astensione”. Altre fonti di stampa, aggiungono da Equita, sostengono che “sarebbe stato il Governo Macron a chiedere di non votare la proposta, preoccupato per le questioni occupazionali.
Chi potrebbe essere a questo punto il nuovo partner. Al momento non circolano soluzioni alternative. “Riteniamo improbabile che possa proporsi Peugeot, in quanto lo scoglio politico francese si ripresenterebbe – spiegano da Equita -. Hyundai e GM restano sullo sfondo. Se qualcuno è interessato riteniamo che possa manifestarsi in tempi brevi”.
Catalyst limitati senza fusione, il pensiero di Mediobanca S.
Senza la fusione con Renault, i catalyst sono limitati. Sono di questo parere gli esperti di Mediobanca Securities che hanno tagliato la raccomandazione su Fca a Neutral da Outperform, con target che torna a 13,7 euro. Tornando di fatto alla situazione di dieci giorni fa: dopo l’annuncio della proposta di fusione Mediobanca Securities aveva infatti aggiornato il rating su Fca a outperform da neutral, aumentando il target a 17,5 da 13,7 euro per tener conto delle sinergie derivanti dalla fusione.
“La fusione con Renault rappresentava un catalyst rilevante per Fca – si legge nel report della banca -, dando alla società l’opportunità di accelerare il processo di elettrificazione della sua flotta e aumentare la penetrazione nei mercati APAC, presumendo che anche Nissan partecipi l’affare. Ad oggi, non vediamo alcun catalizzatore materiale per giustificare un re-rating dell’azione”.
Intanto a Piazza affari Fca è in altalena. Dopo un avvio in forte calo, con ribassi del 3% circa, il titolo ha recuperato terreno fino a virare in positivo, ed ora cede lo 0,22% a 11,66 euro. Performance decisamente negative per Renault che sulla Borsa di Parigi sta perdendo il 7% a 52,13 euro.