Salone del Risparmio 2019, spazio anche al tema della quotazione
È ufficialmente partita a Milano la decima edizione del Salone del Risparmio 2019, l’evento italiano dedicato al risparmio gestito, ideato da Assogestioni. Una edizione incentrata alla sostenibilità, su tutti i temi caldi in tema di investimenti. Spazio anche alle aziende, al tema della quotazione nel corso della conferenza “Quotarsi per crescere”, organizzata da Arca Sgr. Tra i relatori Giovanni Tamburi e Raffaele Jerusalmi, oltre a quattro società di ‘fresca quotazione’, come la veneta Piovan, che hanno portato la lo testimonianza.
Il tema della quotazione entra anche al Salone del Risparmio 2019. In attesa dello sbarco in Borsa a metà aprile di Nexi che porta il mondo dei pagamenti digitali a Palazzo Mezzanotte, si è tornato a parlare della quotazione di Eataly di Oscar Farinetti. Lo ha fatto Giovanni Tamburi, presidente e amministratore delegato di Tamburi Investment Partners (Tip), che una partecipazione nel gruppo attivo nella commercializzazione e distribuzione delle eccellenze gastronomiche made in Italy, nel corso della conferenza “Quotarsi per crescere”, organizzata da Arca Sgr, al Salone del Risparmio 2019.
“Eataly si sta preparando da tempo allo sbarco in Borsa. L’abbiamo rimandata più volte perché i numeri non sono quelli previsti“, spiega Giovanni Tamburi al MiCo, dove è in corso la decima edizione del Risparmio. “Tra nuove aperture e investimenti mostruosi, la redditività a regime è in sofferenza – aggiunge il fondatore di Tip -. Alla quotazione, ma potrebbero esserci in mezzo operazioni alternative o operazioni ponte”. “La quantità di fondi che si sono affacciati a Eataly in questi anni è impressionante – continua – rispetto al futuro dell’azienda, siamo molto aperti, non ci cambia la vita quotarla a un prezzo troppo basso. Vogliamo trovare l’operazione strategica giusta per progettare il modello di Eataly dei prossimi dieci anni e dobbiamo cercare di non sbagliare il passo”.
Più in generale, il discorso quotazione è stato affrontato da Raffaele Jerusalmi, numero uno di Borsa Italiana. “Sicuramente la cultura dell’imprenditore italiano è molto cambiata, adesso sono più vicini al mondo della finanza e in parte alla quotazione in Borsa”, spiega Jerusalmi sottolineando che rispetto al resto del mondo negli ultimi 5 anni c’è stato un aumento delle quotazioni.
Bisogna calare il discorso nel contesto e nelle dinamiche internazionali. “Il mondo non va verso la quotazione – aggiunge l’a.d. di Borsa Italiana – negli ultimi anni, se si guarda in particolare alla esperienza statunitense, le aziende quotate hanno visto crescere la loro capitalizzazione, però il numero assoluto di quotate è sceso in maniera significativa, soprattutto per via delle operazioni di M&A”.
Concentrandosi sull’Italia, Jerusalmi ha ricordato che c’è stato aumento del numero di quotazione negli ultimi 5 anni, anche in ragione del fatto che il mercato nostrano “è sottosviluppato in termini di numero di aziende” e per questo ha spazio per crescere. Anche se non mancano le preoccupazioni degli imprenditori, soprattutto in termini di regolamentazione
Il numero uno di Borsa Italiana ha infine messo in luce il fatto che ci sia anche una forte crescita del mondo dei capitali privati, con il mondo del private equity che è in contrasto con la quotazione. Si è poi soffermato sul progetto Elite che oggi conta circa 1.100 aziende, in rappresentanza di circa 40 Paesi. “Una ventina delle società che fanno parte di Elite sono già quotate, mentre una trentina si preparano ad avviare il progetto quotazione”, afferma l.a.d. aggiuggendo che la quotazione non è però l’unica l’aternativa.