Salini-Impregilo: Cdp vorrebbe diventare secondo azionista con investimento di 300 mln
Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) starebbe valutando un intervento di 300 milioni di euro, per ricapitalizzare Salini-Impregilo e costruire il maxi-polo delle costruzioni. Lo rivela oggi Il Corriere della Sera, precisando che in questo modo la Cdp diventerebbe il secondo socio di Salini-Impregilo con una partecipazione vicina al 25%.
Il ruolo delle banche in questo progetto sarebbe quello di mettere sul tavolo circa 150 milioni, se non fosse il mercato a sottoscrivere questo importo. Gli istituti di credito più coinvolti sarebbero Intesa Sanpaolo e Unicredit, che metterebbero a disposizione 50 milioni ciascuna. Altri 50 milioni arriverebbero da Bnp Paribas (che controlla Bnl) e Banco Bpm. Il quotidiano sottolinea che al momento nessuna banca avrebbe ancora deliberato l’operazione. Dei restanti 150 milioni, 100 milioni potrebbe garantirli come linea di credito Morgan Stanley, mentre gli ultimi 50 li metterebbe Salini Costruttori, diminuendo la partecipazione al 45%, sotto la quota di controllo.
Prima intesa sulla governance tra Cdp e Salini
Il Progetto Italia, ossia la realizzazione del maxi-polo delle costruzioni che passa dal salvataggio di Astaldi e che è stato promosso da Salini Impregilo, potenzialmente in asse con Cdp, compie un altro passo avanti verso il buon fine dell’operazione. È quanto riporta Il Sole 24 Ore, facendo riferimento a una prima bozza di massima su quello che potrebbe essere il futuro assetto di governance della realtà aggregata.
“In particolare, si sarebbe stabilito che a Salini Impregilo continuerà a fare capo la nomina dell’amministratore delegato e del general manager, mentre Cdp potrà esprimere il presidente. Candidato, quest’ultimo, che dovrà però emergere da una lista alternativa rispetto a quella dell’azionista di maggioranza (Salini) e che la Cassa dovrà presentare in assemblea per sottoporla al voto del mercato”.
Il ruolo di amministratore delegato sarebbe riservato al numero uno di Salini-Impregilo, Pietro Salini. Ci sarebbero ancora alcuni temi di discussione, in particolare sulla ripartizione dei posti in consiglio di amministrazione e su chi guiderebbe il comitato all’interno del board, “che avrebbe poteri di indirizzo strategico e gestionali non consueti e forse non facilmente conciliabili con le regole di governance che il mercato richiede a una società quotata in Borsa”.
Termini offerta Astaldi posticipati al 15 luglio
Per quanto riguarda l’offerta di acquisto da parte di Astaldi, il cda di Salini Impregilo ha deciso di estendere il termine al 15 luglio. In particolare, Salini Impregilo ha comunicato “il positivo avanzamento delle condizioni apposte all’offerta vincolante (presentata lo scorso 14 febbraio e successivamente prorogata il 28 marzo) relativamente alle tematiche regolatorie e antitrust” e “le interlocuzioni con gli Istituti finanziari, per la definizione ‘Progetto Italia’ in cui la soluzione della procedura concordataria di Astaldi riveste un ruolo centrale”.
‘Salini Impregilo – recita il comunicato ufficiale – comunica di ritenere che il completamento delle fasi istruttorie e deliberative degli Istituti finanziari coinvolti possa collocarsi tra la fine di giugno e la prima decade di luglio p.v. e, pertanto, ha esteso al 15 luglio 2019 il termine indicato nell’Offerta per l’avveramento di talune condizioni, impegnandosi al contempo a fornire un ulteriore aggiornamento entro il 19 giugno p.v., ai fini dell’udienza fissata dal Tribunale di Roma ad Astaldi Spa, per formulare i chiarimenti e le integrazioni richiesti sulla proposta concordataria presentata lo scorso 14 febbraio”.