Saipem si sgonfia in Borsa dopo grande abbuffata, arriva rinvio a giudizio legato a inchiesta aggiotaggio
Incipit di marzo senza smalto per Saipem, che rimane comunque il miglior titolo dell’intero Ftse Mib da inizio anno. Non solo prese di beneficio. A spingere le vendite sul titolo (-1,86%) è la notizia del rinvio a giudizio deciso dal gup di Milano in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti nell’inchiesta sulla maxi-vendita del 2,3% del suo capitale prima del profit warning del 2013. Il giudice per l’udienza preliminare ha mandato così processo la società dei servizi per l’industria del petrolio insieme a quattro suoi ex manager. Trattasi nel dettaglio degli ex amministratori delegati di Saipem Pietro Tali e Umberto Vergine, l’ex coo Pietro Varone, e l’ex dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili Stefano Goberti. Non è stato invece destinatario del provvedimento – come precisa la stessa Saipem in una nota – l’ex ad per le attività operative Hugh O’Donnell, la cui posizione era già stata stralciata in passato. Il processo inizierà il 23 maggio davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Milano.
Saipem è al banco degli imputati in seguito al profit warning lanciato dall’azienda nel gennaio 2013 e per cui la Procura di Milano ipotizza una presunta manipolazione del mercato che si sarebbe realizzata attraverso la diffusione di alcuni comunicati stampa nell’ottobre 2012 e nel marzo 2013 e una conference call, durante la quale non sarebbe stato rappresentato correttamente lo stato dei conti del gruppo. Nel dettaglio secondo la Procura meneghina, Saipem avrebbe omesso di riferire le previsioni interne che vedevano un calo dell’ebit, inferiore al 2012 per circa 1 miliardo di euro e inoltre non avrebbe rappresentato nel bilancio alcuni extra costi per penali che avrebbe dovuto pagare, per un totale di ricavi superiori a 245 milioni di euro. Dal canto suo il gruppo di San Donato ha detto di confidare che possa risultare confermata la correttezza del suo operato.
La grande corsa in Borsa
Ieri Saipem ha cavalcato i convincenti conti 2018 che hanno registrato ricavi in calo del 5,3% a 8,53 miliardi, ma il quarto trimestre si è chiuso a 2,47 miliardi di euro, in aumento del 16% rispetto al corrispondente periodo del 2017 e oltre le attese degli analisti ferme a 2,10 miliardi. Sopra le aspettative anche l’Ebitda rettificato, salito del 43% a 242 milioni (consensus a 241,1 milioni) mentre il risultato netto è negativo per 115 milioni contro la perdita di 271 milioni dell’anno prima. Alla luce di questa performance, Saipem prevede per il 2019 ricavi intorno ai 9 miliardi di euro, oltre le attese degli analisti che avevano previsto un target a 8,20 miliardi.
Intermonte dà un giudizio buy sul titolo, prevedendo un 2019 ancora all’insegna di un’elevata volatilità. Buy anche per Banca Akros (target price a 6,4 euro) stimando una ripresa dei nuovi ordini nel 2019 anche perché gli attuali prezzi del petrolio sono coerenti con la ripresa del mercato offshore. Exane invece mantiene il rating a Outperform e target price a 5 euro considerando che il quarto trimestre è stato sì solido ma senza il solito rumore.