Saipem, le nuove sfide dopo la tempesta perfetta: rinnovabili a partire da campi eolici offshore
“Sull’industria petrolifera si è abbattuta la tempesta perfetta, negli ultimi tre anni gli investimenti sono stati tagliati del 40% e ancora non vediamo i tempi di recupero dell’industria”. Parola di Stefano Cao, AD di Saipem, che ha parlato delle condizioni del mercato petrolifero e delle nuove sfide dell’azienda, in occasione della celebrazione dei 60 anni del gruppo.
La “tempesta perfetta” che si è abbattuta sul petrolio e che continua tuttora a far sentire i suoi effetti, ha inaugurato secondo il dirigente una nuova era, in cui i prezzi del greggio resteranno forse bassi per sempre.
E’ vero tuttavia che Saipem punta su un business ciclico, fattore che permette all’azienda di beneficiare del rafforzamento dei fondamentali economici:
“La ripresa economica mondiale ci favorisce e questa fase ha generato ulteriori efficienze nella nostra industria”.
Ma è ovvia la necessità di doversi adattare al nuovo contesto: per questo motivo Saipem vuole puntare sulle energie rinnovabili, a partire dai campi eolici off shore.
Saipem tende in particolare a due obiettivi: “la riduzione dei costi di sviluppo e la riduzione del time to market”. Per raggiungerli, Saipem – continua Cao – sta “lavorando a due correnti complementari”.
La prima, dice l’AD in base a quanto riportato dall’Agenzia Nova, “riguarda la tecnologia e l’innovazione”.
Cao fa notare che “in Saipem possiamo affermare che l’innovazione è la sintesi del dualismo tra l’urgenza di implementare azioni concrete a breve termine per reagire alla crisi e la necessità di sviluppare nuove soluzioni per mantenere il nostro vantaggio competitivo a medio e lungo termine”.
Viene sottolineato, a tal proposito, che “negli ultimi 15 anni abbiamo assistito a un enorme sviluppo delle tecnologie e dei processi, con impatti sulle attrezzature, sulle metodologie di progettazione e project management, sugli approcci di costruzione e installazione, così come sullo sviluppo e sull’esercizio degli asset”.
Tanto che “oggi abbiamo a disposizione un’incredibile serie di nuovi “strumenti” che possiamo utilizzare per cambiare il concetto di sviluppo dei giacimenti (nel settore upstream) e di sviluppo degli impianti (nel settore midstream e downstream)”.
La seconda corrente “riguarda il modo in cui operiamo: la centralità del progetto sarà l’elemento di continuità tra il modello applicato in passato e ancora in essere e quello nuovo. Stiamo rimettendo la chiesa al centro del villaggio: il progetto deve essere al centro di tutte le nostre azioni e operazioni”.