Risparmio gestito, l’effetto mercato spinge il patrimonio al rialzo di 60 mld
I mercati si apprestano a chiudere un 2023 positivo grazie, in parte, agli ultimi dati sull’inflazione che hanno rafforzato la tendenza ad anticipare la tempistica di un primo taglio dei tassi da parte di Bce e Fed già a partire dal 2024. L’effetto mercato si è visto anche dalla fotografia fatta da Assogestioni sul patrimonio del mercato italiano del risparmio gestito che ha registrato a novembre un aumento di circa 60 miliardi di euro rispetto al mese precedente.
La mappa del risparmio gestito
A fine novembre, il patrimonio del mercato italiano del risparmio gestito ammontava a 2.255 miliardi di euro, in aumento di circa 60 miliardi rispetto al mese precedente. A evidenziarlo sono i dati provvisori dello scorso mese raccolti dall’Ufficio Studi di Assogestioni, che ha quantificato l’effetto performance in +3%. È diminuita anche l’entità dei deflussi, a novembre pari a -7,1 miliardi, di cui -2,1 miliardi afferenti alle gestioni collettive e -5 miliardi alle gestioni di portafoglio. Infine, le gestioni di portafoglio istituzionali hanno registrato un saldo di raccolta negativo per 5 miliardi.
Forte il trend dell’obbligazionario
La categoria a maggiore partecipazione retail, quella dei fondi aperti, ha fatto registrare 2,3 miliardi di fuoriuscite, riconducibili principalmente ai dati su flessibili (-2,7 miliardi), bilanciati (-2 miliardi) e, in misura minore, azionari (-617 miliardi). All’opposto, si è rafforzato ulteriormente il trend positivo di raccolta dei fondi obbligazionari, che a novembre hanno attratto 3,5 miliardi di nuovi capitali, spingendo gli afflussi da inizio anno a 21,9 miliardi per questa categoria di prodotti.
Un novembre che è entrato nella storia
I dati Assogestioni beneficiano in parte di un novembre sarà ricordato come uno dei migliori mesi nella storia più o meno recente dei mercati finanziari. Il calo dei rendimenti, con un ulteriore irripidimento delle curve, ha portato gli indici obbligazionari globali a registrare le migliori performance mensili dalla Grande Crisi Finanziaria, ovvero da dicembre 2008. Per l’azionario globale, invece, è stato il miglior rally mensile dal 2020.
L’impulso è stato fornito dai dati sull’inflazione, che hanno rafforzato la tendenza ad anticipare la tempistica di un primo taglio dei tassi da parte di Bce e Fed già a partire dal 2024. In particolare, il mercato già scommette su ben sei tagli dei tassi attesi a partire dal mese di marzo.