Risk off sui mercati su timori recessione. Giù rendimenti Treasury, rally dell’oro
Torna ad accendersi la spia ‘risk off’ sui mercati. Sale l’avversione al rischio e la conferma arriva dalle deboli performance di Wall Street, con gli indici americani in decisa flessione sin dai primi minuti di contrattazioni. Sta andando in scena la decisa discesa dei rendimenti dei Treasury americani, con il decennale che sta continuando a scendere e si sta avvicinando alla soglia di 1,60% sui minimi a tre anni (ieri viaggiava sopra dall’1,70%).
In questo scenario trova ulteriore sponda l’oro che prosegue il suo rally: le quotazioni del metallo giallo, che oggi hanno sfondato la soglia psicologica di 1.500 dollari al barile, continuano a salire, mostrando una crescita di oltre il 2% a 1.515,5 dollari. Segno opposto per il petrolio che perde terreno sui timori di una recessione: il Wti (riferimento Usa) sta cedendo il 2,72% a 52,17 dollari al barile.
Una spirale innescata dalle decisioni delle banche centrali di Nuova Zelanda e India di ridurre i tassi più del previsto e dell’istituto centrale della Thailandia di abbassare a sorpresa il costo del denaro. Le mosse hanno messo in evidenza i timori per un rallentamento della crescita globale a fronte di un aggravarsi della guerra commerciale tra Usa e Cina. Quello che temono maggiormente gli investitori è la parola recessione. Adesso il mercato scommette sulle mosse della Federal Reserve (Fed) che nell’ultima riunione di fine luglio ha abbassato il costo del denaro di 25 punti base.
E proprio in queste ore il presidente americano, Donald Trump, è tornato nuovamente all’attacco della Federal Reserve (Fed), chiedendo altri tagli dei tassi e un ritmo più veloce. E lo fa riferendosi all’azione di altre banche centrali (quella della Nuova Zelanda, dell’India e della Thailandia) che hanno annunciato nelle ultime ore di avere abbassato il costo del denaro. “Il nostro problema non è la Cina, visto che siamo più forti che mai. Il denaro si sta riversando negli Stati Uniti mentre la Cina sta perdendo migliaia di imprese che si trasferiscono in altri Paesi e la loro valuta è sotto attacco – scrive Trump su Twitter -. Il nostro problema è una Federal Reserve troppo orgogliosa per ammettere il suo errore di avere agito troppo in fretta e di avere deciso troppe strette monetarie (e io avevo ragione)”.
Non uno, ma diversi i tweet che il numero uno della Casa Bianca dedica alla Fed. “Deve tagliare i tassi più velocemente e di molto e deve mettere fine alle ridicole strette, ora”, aggiunge Trump che critica anche il fatto “la curva dei rendimenti ha un margine troppo ampio, e non c’è inflazione. È terribile osservare questa incompetenza soprattutto quando le cose potrebbero essere risolte molto più facilmente”. “Vinceremo comunque, ma sarebbe molto più facile se la Fed capisse, cosa che non fa, che siamo in competizione con altri paesi, che vogliono fare bene a nostre spese”, conclude Trump.
Pimco, rendimenti negativi ‘New Normal’
I rendimenti dei Treasury Usa potrebbero finire sottozero. A dirlo Joachim Fels, Pimco Global Economic Advisor, rimarcando che “se le tensioni commerciali continuano a intensificarsi, si potrebbe arrivare a questo scenario (negativo) più velocemente di quanto si possa pensare”. Pimco ha calcolato che circa 14.000 miliardi di dollari di debito pubblico in circolazione nel mondo offrono dei rendimenti negativi. Secondo Fels ci sono però altri due fattori da tenere in considerazione: la demografia e la tecnologia. “L’aumento dell’aspettativa di vita aumenta il risparmio desiderato mentre le nuove tecnologie che fanno risparmiare capitale e stanno diventando più economiche. L’eccesso di risparmio spinge il tasso di interesse “naturale” sempre più in basso “, afferma l’esperto di Pimco, secondo il quale “nuova normalità sembrano essere i tassi negativi”.