Risiko auto: Fca e Renault, il progetto di fusione potrebbe ripartire dopo licenziamento Bollorè
I nuovi vertici per Renault e Nissan e le speranze di riavvicinamento tra i francesi e Fca sembrano andare di pari passo. Prima l’annuncio della nomina del nuovo amministratore delegato del big giapponese delle automobili, poi quello (a distanza di qualche giorno) del licenziamento a sorpresa del ceo del gruppo francese. Un nuovo assetto che potrebbe far tornare in auge il possibile matrimonio con Fca, che si era arenato lo scorso giugno.
Questione di govenance
Venerdì scorso il consiglio di amministrazione Renault ha messo ufficialmente la parola fine al mandato dell’amministratore delegato Thierry Bolloré (con effetto immediato), a circa un anno dal suo arrivo. L’uscita di scena di Bolloré era attesa dal mercato, dopo le ultime indiscrezioni, secondo le quali si era creato un clima teso all’interno della dirigenza. In particolare, negli ultimi mesi sarebbero diventati difficili i rapporti tra Bolloré e il presidente Jean-Dominique Senard su alcune questioni chiave, come la fusione con Fca e la gestione dell’alleanza con Nissan. Il board del gruppo transalpino ha così nominato Clotilde Delbos come amministratore delegato ad interim, il tempo necessario per trovare e nominare il successore. La casa automobilistica francese cerca così di voltare pagina dopo decenni di leadership targata Ghosn e nel mirino è finito Bollorè.
Sempre la scorsa settimana, il consiglio di amministrazione di Nissan Motor aveva, invece, nominato Makoto Uchida nuovo ceo del gruppo. La nomina, efficace a partire dal primo gennaio 2020, è arrivata a circa un mese di distanza dalle dimissioni dell’ex a.d. Hiroto Saikawa sostituito ad interim da Yasuhiro Yamauchi.
Fca, si potrebbe ora rimettere in moto il progetto di fusione
Questi avvicendamenti ai vertici inducono a ipotizzare nuovi scenari, come la ripartenza del progetto di fusione con Fca che solo qualche settimana fa in occasione del Salone di Francoforte aveva vista la ferma posizione di chiusura di Renault per bocca dell’ormai ex ceo Thierry Bolloré. “Non ci parliamo più, è il passato, la proposta è stata sul tavolo ma ora non c’è più”, aveva tagliato corto il manager transalpino aggiungendo che c’è un “grande rimpianto” e “sono certo che anche Fca ha un rimpianto”. “La priorità per Renault è la ripresa di Nissan – prosegue Bolloré – ed aiutarla a migliorare sarà molto importante per noi”.
Parola agli analisti che credono nell’aggregazione
“Il fatto che Uchida sia stato responsabile degli acquisti comuni dell’Alleanza Renault-Nissan e che Bolloré rappresentasse ancora la gestione Ghosn (ritenuta ostile dai giapponesi), lascia aperta la possibilità che i rapporti con Nissan possano migliorare, rafforzando l`Alleanza ventennale”, commentano gli esperti di Equita che “come conseguenza non escludono che anche lo scenario di una fusione Renault-Fca possa tornare d`attualità; alcune fonti di stampa riportano che Bollorè fosse contrario alla proposta”.
“L’appeal speculativo relativo a questa opzione è uno dei principali motivi alla base del nostro Buy su Fca”, aggiungono gli analisti della sim milanese sottolineando che “la distensione nel rapporto conflittuale Renault-Nissan e il rafforzamento della loro collaborazione riteniamo sia la condizione indispensabile per ottenere supporto del governo francese per tornare ad approcciare Fca”.
La revisione di entrambi i team di gestione, Renault e Nissan, può fungere da catalizzatore per rimettere in piedi i discorsi interrotti a giugno per una futura fusione con Fiat Chrysler. Ne sono convinti anche altri analisti. Citi, in nota riportata da Bloomberg News, sottolinea come il presidente Jean-Dominique Senard e il direttore finanziario di Renault, Clotilde Delbos, sono i entrambi sostenitori, almeno a voce, di una fusione con il gruppo italo-statunitense.
La fusione Renault/Fca quindi può tornare in auge e rimane un’”opzione solida”, anche se vincolata da ostacoli politici, sottolinea JPMorgan. La decisione di estromettere Bollorè dalla Renault è in ogni caso un segno di quanto la casa automobilistica francese voglia urgentemente sanare la spaccatura con Nissan. Ed Fca è lì ad aspettare.
Intanto a Piazza Affari l’ottava inizia all’insegna della cautela anche per Fca, in un mercato che lascia spazio alle prese di profitto dopo il rally di venerdì sulle attese per un accordo sui dazi. Il titolo del gruppo italo-americano ha strappato un segno positivo dopo un avvio debole, guadagnando ora lo 0,10% a 11,874 euro.