Notizie Notizie Italia Revoca concessioni Autostrade: il dado è tratto? Intanto Atlantia apre capitale a F2i

Revoca concessioni Autostrade: il dado è tratto? Intanto Atlantia apre capitale a F2i

15 Gennaio 2020 10:33

Revoca delle concessioni ad Autostrade, manca poco al giorno del giudizio per la società controllata da Atlantia, holding che fa capo alla famiglia Benetton. L’unico dell’esecutivo giallorosso contrario a infliggere la punizione revoca delle concessioni rimane Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Per il resto, stando almeno ai rumor de La Stampa, il governo Conte bis avrebbe preso la sua decisione: “Autostrade, il governo ha deciso: sarà revoca”.

Così si legge nell’articolo: “Il governo verso la revoca della concessione alla società Autostrade: l’iniziativa forse al consiglio dei ministri di venerdì. Le perplessità dei tecnici del Tesoro. Gli azionisti di Atlantia intanto preparano la contromossa: ‘C’è un contratto, faremo ricorso all’Ue’.

“Se non sarà al Consiglio dei ministri di venerdì – si legge nell’articolo – sarà in quello successivo, ma ormai Giuseppe Conte è deciso: ‘Mi sembra inevitabile la revoca per Autostrade’. Luigi Di Maio è convinto che il premier non retrocederà. Nel Pd invece ci sono molti più dubbi, anche su quando sia più opportuno uscire con la notizia, se prima o dopo il voto in Emilia-Romagna, per non dare a Matteo Renzi un argomento che lo aiuti a fare il guastatore alla vigilia del voto”.

MATTEO RENZI: CON PENALE DA PAGARE PER REVOCA RISCHIAMO DI FINIRE CORNUTI E MAZZIATI

L’ex premier Matteo Renzi torna sul dossier in un’intervista ad Avvenire, dove tra l’altro dice la sua anche riguardo alla durata di questo governo, non mancando di lanciare qualche stoccata al M5S.

Sul caso Autostrade:

“I 43 morti del ponte di Genova sono dei macigni nel cuore. Ma la giustizia è una cosa seria, non è il bar dello sport. Anche secondo me le responsabilità di Autostrade sono evidenti. E il contratto firmato dal governo Berlusconi nel 2008 è eccessivamente vantaggioso per Autostrade. Tuttavia, quando ci sono contratti firmati servono fatti precisi e atti corretti per revocare la concessione. Altrimenti si finisce cornuti e mazziati, con lo Stato che dovrà pagare la penale ad Autostrade. A me sembra assurdo”.

E il suo collega Luigi Marattin di Italia Viva lancia un allarme, in un’intervista a Bloomberg, su quelle che sarebbero le conseguenze di una eventuale revoca delle concessioni ad Autostrade sul rapporto, già non idilliaco, tra l’Italia e la comunità degli investitori italiani e internazionali.

Marattin prende di mira il decreto Milleproroghe approvato a dicembre, che contiene disposizioni per facilitare la revoca del contratto. I cambiamenti delle regole, spiega Marattin, “sono un segnale di poca credibilità per lo Stato, qualunque sia il potenziale investitore con cui si appresti a raggiungere un accordo sulle concessioni, che sia italiano o straniero. Noi vogliamo che (quelle disposizioni) vengano rimosse”.

La regole di cui parla Marattin, soggette a decadere a meno di un’approvazione da parte del Parlamento attesa per il prossimo mese, riducono retroattivamente la penale che il governo dovrebbe pagare in caso di revoca delle concessiono. Ciò significa che la penale che l’esecutivo Conte bis dovrebbe pagare ad Autostrade potrebbe scendere da un valore stimato in 20 miliardi di euro a 6 miliardi di euro circa. Lo scenario incluso nel decreto Milleproroghe ha portato tra l’altro l’agenzia di rating Standard & Poor’s a declassare il titolo Atlantia a junk (spazzatura).

MION: CONTATTI CON F2I PER EVENTUALE INGRESSO IN CAPITALE ATLANTIA

Così si legge in una nota diramata stamattina da Equita:

“Secondo la Stampa il governo avrebbe deciso per la revoca della concessione. Secondo la Stampa se non sarà al consiglio dei ministri di venerdì sarà a quello successivo, ma il primo ministro Conte avrebbe deciso per la revoca della concessione ad ASPI. Nel Partito Democratico rimarrebbe invece ancora incertezza e mancherebbe anche la decisione dell’Avvocatura dello Stato per capire i margini di manovra in caso di contenzioso legale. Il presidente di Edizione Holding (Gianni Mion) in una intervista sottolinea che sono stati commessi errori colossali e che Castellucci avrebbe dovuto lasciare subito dopo il crollo del Ponte Morandi. Dall’altro lato il Messaggero riporta altre affermazioni dello stesso Mion, secondo il quale ci sarebbero contatti con f2i ed un’eventuale entrata della società nel gruppo sarebbe ben accolta. Atlantia sarebbe pronta anche ad aprire il capitale di ADR e di Telepass“.

Equita continua: “Nel caso il governo proceda con la revoca della concessione di ASPI si aprirebbe uno scenario di scontro legale fra Atlantia ed il governo che potrebbe essere molto lungo e con rischi significativi per Atlantia legati alla gestione del contenzioso stesso, alla definizione dell’indennizzo e alla situazione di liquidità di ASPI (9.6 bn di debito e 0.8 bn di cash a settembre 2019), alle garanzie di Atlantia Vs i bond holder di ASPI (3.5 bn)”.

Dalle parole di Mion emergono intanto segnali importanti della strategia che Atlantia intende adottare, a prescindere dallo spettro della revoca delle concessioni ad Autostrade. Così al Messaggero:

È vero, ci sono contatti con F2i, del resto abbiamo da tempo ottimi rapporti con Renato Ravanelli e alcuni dirigenti del fondo che hanno lavorato in Autostrade: se loro sono favorevoli a entrare nel nostro gruppo, sicuramente siamo ben disposti, visto che la società opera nelle infrastrutture». Gianni Mion conferma che, due anni dopo i primi contatti, si può aprire lo scenario del coinvolgimento di un altro partner di peso nel capitale di Atlantia.: F21, il maggior gestore di fondi infrastrutturali d’Italia. Ma il presidente di Edizione, la finanziaria della famiglia Benetton che controlla Atlantia e, a cascata, Aspi, Adr e Telepass, spiega i nuovi obiettivi che si è dato il gruppo e soprattutto l’immutato interesse per Alitalia. «A quest’ultimo proposito – osserva il manager – confermo che Atlantia mantiene la disponibilità a prendere parte della cordata di rilancio della compagnia, all’interno di un piano sostenibile e realizzabile, con partner come Lufthansa».