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Piazza Affari, revisione indici: cosa cambia per Ftse Mib, Star, Mid e Small Cap

6 Settembre 2024 16:17

Il FTSE Italia Index Series Committee ha annunciato la revisione trimestrale degli indici di riferimento di Piazza Affari, che diventerà efficace dopo la chiusura di venerdì 20 settembre, quindi da lunedì 23 settembre 2024. Per quanto riguarda il Ftse Mib, il paniere principale della borsa di Milano, non ci sono nuovi ingressi o uscite. Cambia invece la composizione dei panieri per Star, Mid Cap e Small Cap. Ecco tutti i dettagli.

Aggiornamento trimestrale indici: nessuna variazione nel Ftse Mib

Per quanto riguarda il Ftse Mib, l’indice delle società più importanti di Piazza Affari in termini di capitalizzazione e liquidità, non ci sono modifiche. Confermate, quindi, tutte e 40 le aziende che compongono il paniere di riferimento della Borsa Italiana.

La lista di riserva comprende Buzzi, Banca Generali, BFF Bank e Webuild.

Lunedì 16 settembre 2024 FTSE Russell pubblicherá un avviso con il numero di azioni e pesi di investibilità per l’indice Ftse Mib, effettivi dopo la chiusura delle negoziazioni di venerdì 20 settembre, quando FTSE Russell pubblicherá anche il nuovo divisor.

I nuovi ingressi negli indici Star, Mid e Small Cap

Nell’indice Star, che racchiude piccole e medie imprese dagli elevati requisiti di governance, trasparenza e liquidità, si segnala l’ingresso di Generalfinance, mentre non ci saranno esclusioni.

Nel Ftse Italia Mid Cap entra Banco di Desio e Brianza, al posto dell’uscente Industrie De Nora. Alla chiusura delle contrattazioni della seduta di ieri, 5 settembre, Banco di Desio e della Brianza ha riportato una capitalizzazione di mercato di 696 milioni, con una performance del titolo da inizio anno pari al +42,3%.

Il Ftse Italia Small Cap vede l’inclusione di Generalfinance, Industrie De Nora, Revo Insurance e SYS-DAT.

Revisione indici: come funziona

La serie FTSE Italia fornisce agli investitori un insieme ampio e completo di indici ponderati per la capitalizzazione, che misurano l’andamento delle società italiane quotate sui mercati MTA e MIV di Borsa Italiana. Gli indici sono stati creati per essere usati come benchmark e per la creazione di derivati, ETF, fondi passivi e prodotti strutturati.

La revisione trimestrale delle azioni che compongono ciascun indice ha luogo a marzo, giugno, settembre e dicembre di ogni anno. I cambiamenti diventano efficaci in seguito alla chiusura delle negoziazioni del terzo venerdì di marzo, giugno, settembre e dicembre.

Il Ftse Mib, formato dalle 40 azioni con maggior liquidità e capitalizzazione del mercato italiano, pesa circa per l’80% della capitalizzazione di mercato di Piazza Affari. Ogni azione può avere un’incidenza massima del 15% e le azioni con un flottante minore o uguale al 5% sono escluse

I requisiti per l’ingresso nel Ftse Italia Star

Come accennato sopra, anche l’ingresso nell’indice Ftse Italia Star prevede dei requisiti molto stringenti in termini di governance, trasparenza e liquidità.

Nello specifico, il flottante deve essere almeno pari al 35% e l’azienda deve presentare almeno tre bilanci certificati redatti secondo i principi contabili internazionali. La capitalizzazione di mercato deve essere compresa tra 40 milioni e un miliardo di euro e la società deve necessariamente avere un numero fissato di consiglieri indipendenti, un comitato per il controllo e i rischi, un comitato per la remunerazione e incentivi al top management.

L’azienda deve inoltre presentare obbligatoriamente i risultati annuali  (entro 90 giorni dalla chiusura) e semestrali (entro 75 giorni), oltre ai resoconti intermedi di gestione del primo e del terzo trimestre entro 45 giorni.

I movimenti tra gli indici Pir

La revisione può prevedere anche eventuali cambiamenti relativi agli indici Pir. I Piani Individuali di Risparmio (Pir) sono stati introdotti nel 2016 per incentivare gli investimenti in PMI italiane non appartenenti al settore immobiliare attraverso agevolazioni fiscali ad hoc.

Gli investitori privati possono allocare in un conto PIR (gestito da banche, Sim, gestori di fondi comuni, assicurazioni) fino a 30mila euro all’anno, fino a un massimo di 150mila. Dopo cinque anni, gli importi investiti possono essere ritirati in piena esenzione dalla tassazione delle rendite finanziarie e delle plusvalenze. I conti PIR sono inoltre esclusi dalla tassazione sulle successioni.

Lanciati nel maggio 2017, gli indici FTSE Italia PIR sono stati disegnati con riferimento ai requisiti di diversificazione del portafoglio previsti dalla disciplina sui PIR.