Rete Tim, arriva l’offerta vincolante di KKR. Focus su ipotesi valutazione e tempistiche
Tim sotto i riflettori a Piazza Affari nel giorno in cui è arrivata l’offerta vincolante su NetCo da parte del fondo americano KKR. Una breve nota conferma l’attesa offerta e indica le prossime date chiave sul futuro della Rete.
Intanto in Borsa Tim ha vissuto una mattinata dai due volti: dopo un avvio rialzista la brusca frenata. Adesso il titolo affonda e si posiziona sul fondo del listino con una flessione di oltre il 3% a 0,2646 euro dopo i recenti rialzi (nelle ultime tre sedute Tim si era messa in Borsa).
L’offerta
Poco dopo l’avvio delle contrattazioni a Piazza Affari, arriva l’attesa comunicazione ufficiale di Tim che comunica al mercato di aver “ricevuto da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (KKR) in data odierna l’offerta vincolante su NetCo, relativa alle attività di rete fissa di Tim, inclusa FiberCop“.
KKR ha inoltre formulato una nuova offerta non vincolante sulla partecipazione detenuta da Tim in Sparkle, in attesa di procedere alla trasmissione di un’offerta vincolante entro 4/8 settimane, al termine delle attività di due diligence in corso, richiedendo un periodo di esclusiva fino al prossimo 20 dicembre.
Tim scrive:
“L’offerta su NetCo scade l’8 novembre p.v., ferma restando la possibilità di discutere i termini di ulteriori estensioni sino al prossimo 20 dicembre. Non appena completata l’analisi, l’offerta vincolante verrà portata senza indugio all’esame del Consiglio di Amministrazione”.
Ipotesi valutazioni, alcuni numeri
Intanto circolano i rumors sulla potenziale valutazione e le tempistiche relative all’offerta. Le condizioni economiche sembrerebbero, secondo le indiscrezioni, leggermente migliorative rispetto alle precedenti, con le indicazioni di enterprice value (Ev) tra 20 e 21 miliardi di euro, innalzabile fino a circa 24 miliardi (comprendendo anche i cosiddetti earn-out relativi alla fusione con Open Fiber e ad altri trigger). In particolare, “La Repubblica” indica, infatti, che un advisor di Tim avrebbe individuato un range valutativo per NetCo tra 24 e 26 miliardi.
Quanto alle tempistiche, secondo “Il Messaggero” l’offerta dovrebbe essere visionata da un consiglio di amministrazione straordinario che dovrebbe anticipare quello dell’8 novembre indicato nel comunicato ufficiale diramato stamattina dal gruppo (l’8 novembre è anche il giorno in cui è previsto il board di Tim per esaminare i risultati del terzo trimestre 2023). La firma, sempre stando al quotidiano romano, dovrebbe avvenire prima della fine dell’anno (il 15 dicembre la data potenziale del signing).
Il nodo Vivendi
Ma sul tavolo c’è sempre in ogni caso il nodo dei soci francesi di Vivendi, primo azionista di Tim con una quota del 24% circa, che nelle scorse settimane ha incontrato il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) su Tim. In più occasioni i transalpini avevano dichiarato la loro opposizione all’operazione di vendita, non ritenendo adeguate le offerte per la Rete al di sotto dei 30 miliardi di euro. Qualcosa sembra però essere cambiato e uno spiraglio di apertura sulla questione sembra essere arrivato solo dopo la notizia dell’ingresso del Mef nella partita per NetCo, ufficializzato ad agosto. Certo è che lo scenario resta incerto.
“Rimane l’incertezza sulla posizione di Vivendi, che dovrebbe avere un nuovo colloquio con il governo nelle prossime settimane“, ricordano gli analisti di Equita che mantengono la raccomandazione di acquisto (rating buy) su Tim, con un target price di 0,4 euro.
“La presentazione di un’offerta vincolante e l’indicazione di stampa che il negoziato avrebbe condotto ad alcuni miglioramenti dell`offerta per Tim sono elementi positivi per il processo, anche se la quantificazione dell`impatto – segnalano gli esperti – richiede una serie di elementi che al momento non sono noti: l`analisi dell`effettivo deleverage, del perimetro di NetCo e del contratto di servizio tra NetCo e ServCo”. Equita valuta 40 centesimi nello scenario di cessione di NetCo e di debito al post deal di 5 miliardi.
La mossa sul debito
Da tempo Telecom Italia è al lavoro sulla questione debito. Un tema che l’amministratore delegato Pietro Labriola ha più volte toccato, rassicurando sul fatto che c’è un piano per la risoluzione definitiva del problema del debito.
Ma guardando indietro è proprio Labriola, alla guida di Tim dalla fine del 2021, il fautore del progetto di vendita della Rete che di fatto rappresenterebbe una pietra miliare per l’azienda. Come sottolineano da Bloomberg News, “sarebbe anche la prima mossa in assoluto per un gruppo di telecomunicazioni in Europa”. In particolare, nell’articolo si ricorda come in Italia il mercatotlc sia molto ‘affollato’ e negli ultimi anni la concorrenza è diventata ancora pù agguerrita con l’arrivo di nuovi player come Iliad. L’operatore francese è entrato nel mercato della telefonia mobile italiano nel 2018, accendendo una vera e propria guerra dei prezzi. Una situazione che “ha lasciato a Telecom Italia poche opzioni se non cedere la propria rete per sperare di far fronte al proprio debito – si legge ancora nell’articolo di Bloomberg -. E con i tassi di interesse in aumento, la necessità di vendere è diventata ancora più urgente”.