Regno Unito: Brexit e Cina preoccupano, Bank of England alza il CCB allo 0,5%
Tagliato a zero un anno fa, oggi il Countercyclical Capital Buffer (CCB) sulle esposizioni delle banche britanniche è stato riportato in quota 0,5%. Lo ha annunciato la Bank of England nel suo Financial Stability Report. All’indomani del risultato del referendum sulla Brexit, la BoE aveva fatto sapere, ed ha mantenuto la parola, che il CCB sarebbe rimasto in quota zero fino al giugno 2017.
Com’è nello stile dell’istituto londinese da quando a guidarlo è il canadese Mark Carney, è stato inoltre annunciato che il coefficiente della riserva di capitale anticiclica sarà portato all’1% entro la fine dell’anno. “In mancanza di un sostanziale mutamento dell’outlook, e in linea con una politica caratterizzata da una quota di rischio standard e di movimenti graduali, il FPC (Financial Policy Committee, ndr) prevede di portare il tasso all’1% in occasione della riunione di novembre”.
Il Comitato “si sta occupando della valutazione delle varie eventualità per mitigare i rischi per la stabilità finanziaria legati all’uscita del Regno unito dall’Unione Europea”.
Gli istituti della “Perfida Albione” hanno 18 mesi di tempo per istituire uno speciale “cuscinetto”, un buffer, da 11,4 miliardi di sterline per aumentare la loro resilienza in caso di shock (in particolare è il settore del credito al consumo a preoccupare). Ogni incremento di mezzo punto percentuale del CCB implica capitale aggiuntivo per 5,7 miliardi (e diversi istituti sono già in regola con le nuove prescrizioni).
A livello esogeno il pericolo è rappresentato da Pechino. “L’alto livello di indebitamento fa sì che la Cina sia vulnerabile agli shock e questo potrebbe influenzare l’economia globale e le banche britanniche”. Nella sua scala di valutazione dei rischi, la Banca centrale è passata da “elevato” a “standard” rilevando però che ora ci sono “una serie” di rischi.