Regno Unito: attività manifatturiera sui massimi di sei mesi in vista della Brexit
Alla fine del 2018 si è assistito ad un ulteriore modesto miglioramento delle condizioni commerciali nel settore manifatturiero del Regno Unito, che ha accelerato sui massimi di sei mesi. Nel frattempo, le compagnie britanniche si preparano all’incertezza per l’uscita del paese dall’Unione Europea, prevista fra soli tre mesi.
L’istituto di ricerche di mercato IHS Markit ha reso noto che l’indice dei direttori acquisti per il settore manifatturiero è salito a 54,2 a dicembre, rispetto alle previsioni di una lettura pari a 52,6. La lettura del mese precedente era pari a 53,6.
L’aumento del livello PMI nel mese di dicembre è stato trainato principalmente dalle spinte a breve termine delle scorte e dagli afflussi di nuove attività. L’andamento di entrambi riflette principalmente i preparativi dei produttori e dei loro clienti per la Brexit. Anche la produzione è aumentata, ma ad un ritmo più lento rispetto a quello dei preparati per l’uscita dall’Unione Europa.
“La costituzione di scorte per la Brexit ha stimolato l’attività manifatturiera britannica alla fine del 2018, ma la mancanza di capacità di stoccaggio significa che questo potrebbe non tradursi in una maggiore crescita del Pil”. Lo si legge in una nota di ING, secondo cui “non c’è dubbio che vedremo sempre più aziende che attuano i preparativi per una Brexit ‘no deal’, data l’attuale situazione di stallo in Parlamento”.
ING cita inoltre un’indagine condotta qualche settimana fa dalla CBI: solo il 41% delle imprese britanniche aveva realizzato piani di emergenza in quel momento. Ciò suggerisce che le aziende hanno ancora un certo margine di manovra.
Tuttavia, secondo ING, ci sono un paio di ragioni per le quali si fa fatica a vedere questa maggiore attività che stimola la crescita nel breve termine. “In primo luogo, vale la pena ricordare che il settore manifatturiero rappresenta una quota relativamente limitata della produzione economica (circa il 10% del Pil). Cosa ancora più importante, l’offerta di magazzino è relativamente scarsa, il che lascia alle imprese un margine di manovra piuttosto limitato per aumentare le scorte”.