Ray Dalio come Trump? ‘Fed ha alzato i tassi al punto da danneggiare gli asset finanziari’
Non è solo il presidente americano Donald Trump a essere contrario a quella che vede come una politica monetaria troppo restrittiva da parte della Federal Reserve. A pensare la stessa cosa sembra essere anche l’investitore miliardario Ray Dalio, lo stesso diventato famoso in Italia per aver scommesso al ribasso contro gran parte dei titoli di Piazza Affari prima delle elezioni politiche italiane dello scorso 4 marzo.
Fondatore di Bridgewater Associates, il gestore ritiene che la Fed abbia alzato i tassi al punto da arrecare danno ai prezzi degli asset. A questo punto, a suo avviso, prima che all’impatto delle sue decisioni sui fondamentali dell’economia, la Banca centrale americana dovrebbe prestare attenzione alle conseguenze che le sue scelte stanno avendo sul valore degli asset.
La Fed, ricorda, ha alzato i tassi di interesse Usa già tre volte dall’inizio del 2018 e si appresta a varare, nella prossima riunione di dicembre, una nuova stretta monetaria.
“Abbiamo portato i tassi di interesse a un livello che sta danneggiando i prezzi degli asset – ha detto il fondatore di Bridgewater Associates, intervistato dalla Cnbc – E ora ci troviamo in una situazione in cui la Fed dovrà guardare ai prezzi degli asset prima che all’attività economica. Si tratta di una posizione difficile”.
Dalio ha risposto tra l’altro con una risata all’assunto secondo cui la Fed dovrebbe alzare i tassi in maniera tale da poter disporre di abbastanza spazio per tornare a poi ad abbassarli, nel momento in cui ce ne dovesse essere bisogno.
“Mi sembra una logica che non sta in piedi”, ha detto. Detto questo, secondo lui gli asset finanziari presentano al momento un valore che riflette a pieno i fondamentali delle società relative, a fronte di un ciclo di business che si trova al settimo o all’ottavo inning.
Da segnalare che Bridgewater Associates è l’hedge fund numero uno al mondo, con asset gestiti per un valore di $160 miliardi.
Le dichiarazioni di Dalio alimentano ulteriormente i dubbi – in primis quelli di Trump, che più che dubbi sembrano convinzioni – secondo cui la Fed sarebbe andata troppo in là ad alzare il costo del denaro.
