Rating Italia: BTP superano esame Scope. Tutti i giudizi e outlook delle agenzie
Con Scope si chiude la stagione autunnale dei giudizi delle agenzie di rating sull’Italia. Venerdì scorso a mercati chiusi l’agenzia europea ha fatto sapere di avere ha completato la monitoring review per l’Italia. Nel dettaglio, il rating dell’emittente in valuta locale ed estera a lungo termine e del debito senior non garantito è stato confermato a BBB+/Stable Outlook, mentre quello dell’emittente in valuta locale e straniera a breve termine è S-2/Stabile.
E il BTP supera anche questo esame. La prima settimana di dicembre parte con lo spread BTP-Bund che non subisce scossoni e si muove in area 174,7 punti base, con il rendimento del decennale che viaggia a quota 4,116%.
Partendo da proprio dall’ultimo giudizio di Scope di venerdì scorso ripercorriamo in sintesi quali sono state le decisioni delle principali agenzie di rating degli ultimi due mesi.
- Scope e il quadro sull’Italia: tra le sfide quella del debito
- La sorpresa Moody’s, l’outlook ora è stabile
- Fitch non cambia nulla: fermo rating a BBB e outlook stabile
- DBRS e il vantaggio dell’appartenenza all’Ue e sostegno Bce
- S&P Global Ratings, tutto fermo. Crescita rallenterà nel 2023 e nel 2024
Scope e il quadro sull’Italia: tra le sfide quella del debito
L’ultimo giudizio sul debito italiano di questo 2023 è arruivato da Scope venerdì primo dicembre. A mercati chiusi l’agenzia europea ha fatto sapere di avere ha completato la monitoring review per l’Italia.
In particolare, nel report si legge che il rating BBB+/Stabile dell’Italia beneficia di un quadro di politica monetaria e fiscale europea favorevole nell’ambito dell’architettura istituzionale dell’UE e dell’area euro; le dimensioni dell’economia italiana (1,9 trilioni di euro di PIL) e la diversificazione, che, insieme a un elevato reddito pro capite di circa 32.000 euro, un forte settore estero, un debito moderato del settore privato non finanziario e le riserve del sistema finanziario, sostengono la resilienza economica; una struttura favorevole del debito pubblico con un costo medio di finanziamento di circa il 3,1% nel periodo 2022-2026 e una scadenza media del debito di circa sette anni, che mitiga l’impatto dell’aumento dei costi di finanziamento, e la recente stabilità politica del Paese data una situazione ampia maggioranza parlamentare e le prossime elezioni previste per il 2027.
Tra le sfide legate al rating includono finanze pubbliche deboli, alla luce dell’elevato debito pubblico pari a circa il 142% del Pil; strozzature strutturali, che limitano la crescita a medio termine limitando la produttività e la partecipazione alla forza lavoro; e una situazione demografica debole, con un invecchiamento e un calo della popolazione attiva che continuerà a pesare sulle finanze pubbliche e sulla crescita.
In questo contesto, Scope si attende una crescita economica dello 0,7% quest’anno, dopo il 3,7% nel 2022 e lo 0,8% nel 2024 prima di convergere verso circa l’1% nel periodo 2025-28.
La sorpresa Moody’s, l’outlook ora è stabile
Era il giudizio più atteso, era il giudizio più temuto tra tutte le agenzie di rating. In primavera Moody’s ha preferito “sospendere” il giudizio dopo avere minacciato di declassare il rating dell’Italia a ‘junk’ (spazzatura). Invece, le minacce l’agenzia di rating non è passata dalle parole ai fatti ma ha confermato il giudizio al livello ‘Baa3’. La novità sta nell’outlook, che è passato da negativo a stabile.
“La decisione di modificare l’outlook da negativo a stabile riflette una stabilizzazione delle prospettive della forza economica del paese, lo stato di salute del settore bancario e la dinamica del debito pubblico – puntualizzano gli esperti -. Le prospettive economiche a medio termine continuano a essere supportate dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNNR) dell’Italia, e i rischi per le forniture energetiche si sono ridotti. Anche i miglioramenti nel settore bancario, che secondo Moody’s saranno sostenuti, sostengono la crescita economica ciclica. A sua volta, una crescita positiva e sostenuta del PIL nei prossimi anni riduce il rischio di un rapido e significativo deterioramento della forza fiscale”.
Moody’s precisa che il rating riflette “il settore manifatturiero diversificato e competitivo, l’elevato livello di ricchezza delle famiglie, e il basso livello di indebitamento del settore privato che forniscono un cuscinetto nell’attuale shock inflazionistico“.
Detto questo – prosegue l’agenzia – difficilmente un qualsiasi eventuale miglioramento della crescita potenziale nell’arco del prossimo decennio, derivante dall’attuazione e dagli investimenti contenuti nel PNRR, possa compensare a pieno l’impatto di più lungo termine dell’invecchiamento della popolazione”.
Infine, Moody’s si attende un potenziale di crescita del Pil italiano attorno allo 0,8% nell’arco di questo decennio. A partire dal 2023, l’agenzia di rating prevede un graduale calo del potenziale di crescita allo 0,6%, a causa dell’andamento demografico.
Questione debito
“I livelli di debito dell’Italia resteranno elevati“, segnalano da Moody’s secondo cui “il peso del debito italiano rimarrà intorno al 140% del PIL nei prossimi anni, mentre l’accessibilità del debito si indebolirà gradualmente con l’aumento del costo del nuovo debito”. Il rating dell’Italia tiene conto anche del sostegno al credito da parte della Banca Centrale Europea (BCE) che si è impegnata in maniera “credibile ad utilizzare tutti gli strumenti disponibili per rispondere ai forti aumenti dei tassi di interesse non riconducibili ai fondamentali del Paese”. In base alle stime dell’agenzia, il rapporto debito/PIL sarà pari al 140,3% nel 2023, in calo rispetto al 141,7% nel 2022 ma circa 6 punti percentuali in più pre-pandemia.
Equita: Moody’s e la buona notizia per lo spread
“La conferma del rating e, soprattutto, il miglioramento dell’outlook rappresentano una notizia positiva per lo spread BTP-Bund, che, sebbene non scontasse un downgrade, può comunque aiutare il sentiment e avere risvolti positivi soprattutto per i titoli finanziari e obbligazioni bancarie”, segnalano gli analisti di Equita che ricordano come nell’ultimo mese lo spread è passato da 207 a 176 punti base grazie al calo dell’inflazione e all’orientamento delle banche centrali verso politiche monetarie più accomodanti.
Equita ribadisce quanto i rating siano cruciali per l’inclusione negli indici dei titoli di Stato e per l’eleggibilità come garanzia presso la BCE. Tuttavia, aggiungono, un eventuale declassamento non avrebbe avuto implicazioni immediate sulle operazioni di rifinanziamento della BCE, poiché è sufficiente che almeno una delle quattro principali agenzie di rating (S&P, Fitch, Moody’s, DBRS) mantenga il rating investment grade per l’eleggibilità.
“I principali rischi per l’Italia – concludono gli esperti – riguardano le prospettive di crescita per il 2024, che mostra una tendenza al ribasso a causa dei segnali di indebolimento nel ciclo macroeconomico, e l’aumento dell’offerta di titoli sul mercato. Per il 2024, le emissioni nette di titoli di Stato dovrebbero ammontare a 145 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 118 miliardi del 2023”.
Fitch non cambia nulla: fermo rating a BBB e outlook stabile
Venerdì 17 novembre si era espressa a mercati chiusi Fitch. L’agenzia di rating Usa ha confermato la sua valutazione sul rating dell’Italia a BBB con outlook stabile. Secondo l’analisi di Fitch il giudizio sull’Italia è sostenuto dalla sua economia ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto, dall’appartenenza all’Eurozona e dalla solidità delle istituzioni, come spiega la nota dell’agenzia.
L’outlook stabile riflette la previsione di “una stabilizzazione del rapporto debito pubblico/Pil, un’attesa ripresa nell’esecuzione dei progetti finanziati dall’UE che forniscono un moderato sostegno alla crescita, e la continua ampia stabilità della coalizione, che limita il rischio politico più marcato”. Tuttavia, spiegano ancora gli analisti, l’Italia deve fronteggiare “una notevole pressione politica per mantenere gli impegni elettorali”, come emerso “dalle misure di riforma delle pensioni respinte dalla coalizione”.
DBRS e il vantaggio dell’appartenenza all’Ue e sostegno Bce
E’ fine ottobre quando l’Italia incassa anche il giudizio di Dbrs, che conferma il rating BBB (high) e le prospettive stabili. Ma quali sono i fattori che hanno contribuito a questo giudizio? DBRS Morningstar cita diversi fattori, tra cui il doppio vantaggio dell’appartenenza all’Unione Europea (UE), nonché del sostegno della BCE. Gli analisti citano poi un’economia “ampia e diversificata” ma anche l’importanza del settore manifatturiero che ha dimostrato un elevato grado di resilienza nonostante lo shock dei prezzi energetici. “La rapida ripresa delle partite correnti e la posizione di investimenti esteri netti positivi”. Tuttavia, precisano però da Moody’s, “i rating rimangono limitati da un livello di debito pubblico molto elevato, da una potenziale crescita del PIL che resta debole e da un contesto politico che ostacola la stabilità del governo e la capacità di gestire sfide economiche”.
S&P Global Ratings, tutto fermo. Crescita rallenterà nel 2023 e nel 2024
La prima tra le agenzie di rating ad aprire le danze è stata S&P Global Ratings che ha confermato il rating dell’Italia a BBB/A-2, con outlook stabile. Lo scorso 20 ottobre gli analisti hanno sottolineato come “la crescita economica rallenterà nel 2023 e nel 2024 a causa dell’aumento del risparmio del settore privato, dell’inasprimento delle condizioni di credito, del rallentamento del settore manifatturiero e dell’indebolimento del commercio globale“. Entro il 2025, S&P prevede che la crescita del PIL reale dell’Italia tornerà al di sopra dell’1%, grazie all’accelerazione dell’utilizzo dei fondi Next Generation EU, che, secondo S&P, si estenderà probabilmente oltre il 2026.
Il consolidamento del bilancio, hanno rimarcato gli esperti, sarà più graduale di quanto previsto in precedenza a causa del rallentamento dell’economia e dell’aumento degli interessi in percentuale del PIL, che raggiungeranno il 4,2% l’anno prossimo rispetto al 3,6% del 2021.