Protezionismo, rischio Italia, inflazione latitante. Draghi avrà il coraggio di parlare di fine QE?
“Non c’è alcuna fretta. La Bce ha a disposizione ancora molto tempo per annunciare un qualsiasi cambiamento alla guidance e alla sua politica monetaria”. Così Luigi Speranza, economista presso BNP Paribas, parla intervistato dalla Reuters in attesa della decisione sui tassi che sarà comunicata dalla banca centrale alle 13.45 ora italiana, e della conferenza stampa di Mario Draghi, che seguirà alle 14.30.
In calendario c’è anche l’aggiornamento trimestrale delle previsioni economiche che, stando ad alcune indiscrezioni di Bloomberg, non dovrebbe comportare variazioni sostanziali rispetto all’outlook fornito a dicembre.
Sicuramente, motivi per rimanere ferma anche nel comunicato, la Bce di Mario Draghi ce li ha: l’inflazione dell’Eurozona è ostinatamente debole, e nel mese di febbraio ha testato il minimo in 14 mesi, ben lontana rispetto al target di poco inferiore del 2% della Bce. La forza dell’euro nei confronti del dollaro è a tal proposito un elemento non indifferente nel frenare la crescita delle pressioni inflazionistiche. L’euro oscilla attorno a $1,24, non lontano dal massimo in tre anni testato lo scorso mese.
Un altro motivo è rappresentato dall’alert protezionismo che si è scatenato in tutto il mondo, dopo l’annuncio del presidente Donald Trump relativo alla decisione di imporre dazi doganali sull’acciaio del 25% e del 10% sull’alluminio.
Ancora, c’è il rischio politico Italia, ben presente a tutti. L’esito delle elezioni politiche italiane, pur non provocando nessuna situazione di panico, ha confermato il rischio di Hung Parliament e di ingovernabilità del paese.
Già queste due ragioni – elezioni politiche italiane e rischi di protezionismo – sarebbero sufficienti, forse, a rimandare qualsiasi cambiamento di politica monetaria.
Tuttavia, secondo alcuni analisti, qualche cambiamento potrebbe esserci, e forse proprio oggi.
Draghi potrebbe decidere infatti di preparare i mercati alla fine del Quantitative easing, che formalmente scade nel settembre di quest’anno. Gli analisti intervistati da Reuters parlano della possibilità che la Bce faccia qualche piccolo passo verso l’uscita dal QE, nella giornata di oggi.
Gli stessi indicano che Mario Draghi potrebbe apportare lievi modifiche alla forward guidance. Molto dipende anche dalle nuove proiezioni economiche che saranno snocciolate, sempre nella giornata di oggi, dalla Bce.
Stando ai rumor, l’outlook su inflazione e crescita, dovrebbe essere simile a quello reso noto tre mesi fa, a dicembre.
Qualche variazione ci potrebbe comunque essere. In particolare, le previsioni per il Pil dell’Eurozona relative a quest’anno potrebbero essere riviste al rialzo dello 0,2%.
Ma gli aggiustamenti alle ultime previsioni dovrebbero essere praticamente nulli e semmai risultare in una view più pessimistica sull’inflazione, per il prossimo anno.