Profondo rosso per le borse europee con shock tariffe Trump

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Giornata nera per le borse del Vecchio Continente, in scia ai forti cali di Wall Street, dopo l’ultimo annuncio di Trump sui dazi. Le tariffe reciproche del tycoon sono risultate più elevate del previsto, alimentando i timori di recessione negli Usa e di un aumento dell’inflazione.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 3 aprile 2025
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 termina in calo del 3,6%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib chiude in ribasso del 3,6% a 37.070 punti.
Negativi anche il Dax tedesco (-3,1%), il Cac40 francese (-3,3%), contiene le perdite l’Ibex35 spagnolo (-1,2%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari, scivolano in coda al listino principale Tenaris, Stmicroelectronics, Saipem e Stellantis.
In controtendenza le utilities Terna, Italgas, Snam e A2a.
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Obbligazioni e Spread Btp/Bund
Acquisti sull’obbligazionario, con lo Spread Btp/Bund in lieve rialzo, il rendimento del decennale tedesco in ribasso al 2,64% e il Btp al 3,77%. Il rendimento dei Treasury Usa è sceso brevemente sotto il 4%, con la Fed che potrebbe attuare quattro riduzioni dei tassi di interesse quest’anno.
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Forex, Commodity e Cripto
Sul forex, cambio euro/dollaro in rialzo a 1,106 e dollaro/yen in discesa a 146,1.
Tra le materie prime, il petrolio Brent precipita sotto i 70 dollari al barile con i timori per la domanda in scia ai dazi.
L’oro tocca un nuovo massimo storico a 3.167 dollari l’oncia poi torna in area 3.111$.
Fra le criptovalute, Bitcoin scivola a 82.000 dollari.
Focus sui dazi
Trump ha annunciato dazi di base del 10% sui beni importati negli Stati Uniti, in vigore dal 5 aprile, ma i Paesi che l’amministrazione considera i peggiori trasgressori avranno tariffe aggiuntive a partire dal 9 aprile. Tra i più colpiti la Cina con il 34% (che si aggiunge al 20% già in essere), l’Unione Europea con il 20%, il Vietnam con il 46%, Taiwan con il 32% e la Thailandia con il 36%. Sebbene l’imposta universale sia in linea con le attese, le misure specifiche sono molto più elevate e hanno colpito negativamente il sentiment degli investitori.
Gli economisti prevedono che i dazi porteranno a un aumento dei prezzi negli Stati Uniti, a una crescita rallentata e, in alcuni scenari, a una possibile recessione. La probabilità di un rallentamento economico ora si attesta al 50% o più e gli investitori si preparano a un periodo di elevata volatilità per l’azionario.
L’agenda degli eventi di oggi
Giornata ricca di spunti anche per quanto riguarda dati macro e banche centrali. Il PMI servizi dell’Italia segna un calo a 52 punti e l’indice composito rallenta a 50,5 punti. In Spagna, i PMI segnano rispettivamente 54,7 e 54 punti, entrambi in discesa e al di sotto delle aspettative. Negli Usa, l’indice Ism servizi peggiora a 50,8 punti, con una riduzione della componente relativa ai prezzi pagati. Le richieste di sussidi di disoccupazione diminuiscono a 219 mila unità.
Diffusi anche i verbali della Bce, secondo cui gli ufficiali stanno valutando gli effetti dei dazi sulla crescita e sull’inflazione. Alcuni chiedono una nuova riduzione dei tassi già questo mese, mentre altri spingono per maggiore cautela a causa dell’incertezza sul futuro.