Privatizzazioni, capitolo Eni: Tesoro colloca il 2,8%. Spunti dal quadro tecnico
Titolo Eni osservato speciale a Piazza Affari all’indomani della mossa del Tesoro sul fronte delle privatizzazioni. Dopo l’operazione su Mps, il Governo Meloni si muove sul gruppo guidato da Claudio Descalzi e colloca una quota pari al 2,8%.
A Piazza Affari il titolo Eni si accomoda sul fondo del Ftse Mib, mostrando poco prima delle 12 una flessione di oltre il 2% a quota 14,74 euro. Da inizio anno l’azione ha mostrato una certa debolezza con un saldo di quasi -4% YTD.
L’annuncio ufficiale del Mef è arrivato ieri a mercati chiusi, al termine di una giornata che ha visto Bruxelles mandare un nuovo allarme sul fronte del debito. Presentando le nuove previsioni economiche di primavera, la Commissione europea ha avvertito che il debito pubblico italiano è destinato ancora ad aumentare.
Privatizzazioni, capitolo Eni
Il Governo Meloni va avanti spedito sul fronte privatizzazioni e continua a fare cassa. Dopo la mossa su Mps arriva anche quella sul Cane a sei zampe. Ieri sera il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha annunciato l’avvio di una procedura accelerata di raccolta ordini (“accelerated book building – ABB”) per la cessione di 91.965.735 azioni ordinarie del Cane a sei Zampe corrispondenti a circa il 2,8% del capitale sociale della società. L’operazione è avvenuta attraverso un consorzio di banche costituito da Goldman Sachs International, Jefferies e UBS Europe SE in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, con l’obiettivo di promuovere il collocamento delle azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri.
Nell’ambito dell’operazione, si legge in una nota, il Tesoro si è impegnato con i Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners a non vendere sul mercato ulteriori azioni della società per un periodo di 90 giorni senza il consenso degli stessi Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners e salvo esenzioni, come da prassi di mercato. I termini finali dell’operazione saranno comunicati al termine del collocamento.
Osservando l’azionariato di Eni, il Tesoro resta tra gli azionisti di controllo. Nel dettaglio, il Mef ha il controllo di fatto in Eni in forza della partecipazione detenuta sia direttamente sia attraverso Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Post collocamento la quota pubblica resta attorno al 30% grazie alla partecipazione nelle mani di CDP che è attualmente pari al 28,5%.
“Il collocamento eliminerebbe un elemento marginalmente negativo sul titolo sul quale pesava da mesi. Inoltre, dopo l’assemblea di ieri, può essere avviata l’esecuzione del programma di buyback da 1,6 miliardi di euro”, commentano gli analisti di Equita che mantengono la raccomandazione buy e il prezzo di acquisto a 19,5 euro.
Osservando nel complesso la view degli analisti, il consenso Bloomberg indica 17 buy, 9 hold e solo un sell sul titolo Eni. Il target price medio a 17,2 euro, con un rendimento potenziale del 16,5%.
Soci: via libera a cedola Eni
Intanto nei giorni scorsi si è riunita l’assemblea dei soci di Eni che ha dato il via libera al bilancio 2023 e la distribuzione del dividendo annuale 2024 pari a 1 euro per azione. E’ arrivato anche l’OK al discorso buyback. “L’autorizzazione al consiglio di amministrazione a procedere all’acquisto di azioni della società, in più volte, per un periodo fino alla fine di aprile 2025, con il numero massimo di azioni da acquistare pari a 328.000.000 azioni ordinarie per un esborso complessivo fino a 3,5 miliardi di euro (fino a massimo n. 321.600.000 azioni per finalità di remunerazione degli azionisti; e fino a massimo 6.400.000 azioni per costituire la provvista azionaria a servizio del PAD).
Il punto tecnico su Eni
(a cura dell’analista Simone Borghi)
Dal punto di vista grafico, Eni presenta un andamento laterale da ottobre dello scorso anno. Le quotazioni si sono infatti mosse nel trading range tra 14 e 15,8 euro. Fallito il 12 aprile il tentativo di bucare la resistenza a 15,8 euro, il titolo ha virato al ribasso con elevata volatilità e la prova di rimbalzo avviata ad inizio maggio si è annullata completamente oggi con un’apertura in gap down che ha provocato il break della trendline rialzista di breve periodo (linea blu). In tale scenario, la rottura del supporto a 15 euro potrebbe aprire a ulteriori discese verso 14,3 e 14 euro. Al rialzo, invece, il superamento di 14,8 euro aprirebbe la strada ad Eni verso 15 e 15,3 euro.