Notizie Notizie Italia ‘Prima’ di Tria a Eurogruppo. Lagarde: mercati Italia nervosi per incognita misure governo, presto missione FMI

‘Prima’ di Tria a Eurogruppo. Lagarde: mercati Italia nervosi per incognita misure governo, presto missione FMI

22 Giugno 2018 09:00

Nel giorno della riunione dell’Eurogruppo e della prima del ministro dell’Economia Giovanni Tria in un palcoscenico europeo, sui mercati italiani torna la tensione. Lo spread rivede quota 240 con un balzo di 10 punti percentuali, Piazza Affari si conferma il peggior listino azionario in Europa, con le vendite che tornano ad abbattersi sulle banche italiane.  Quello che accade in Italia torna protagonista negli schermi degli operatori di mercato, ma anche a Lussemburgo, dove si sta tenendo il vertice che ospita i ministri delle finanze dell’Eurozona e a cui presenzia anche Christine Lagarde, numero uno del Fondo Monetario.

Lagarde illustra il rischio più grande che incombe sull’Eurozona, portando sul tavolo dell’Eurogruppo i timori sulla guerra commerciale.

“Le tensioni commerciali sono il rischio più grande per l’Eurozona”. Sebbene l’area euro abbia assistito a una espansione al di sopra del suo potenziale nel 2017, “il momentum ora sta rallentando un po’”. E la doccia fredda arriva con la notizia secondo cui il Fondo Monetario Internazionale, probabilmente, sarà costretto a rivedere al ribasso, seppure in moodo “modesto” le stime sulla crescita del Pil dell’Eurozona nel mese di luglio.

Il caso Italia non viene certo ignorato da Lagarde:

“I mercati sono piuttosto nervosi, e ansiosi di capire bene quello che sarà il mix delle politiche italiane” del governo M5S-Lega. A tal proposito, “una delle nostre missioni andrà tra due settimane in Italia, e siamo impazienti di incontrare le autorità per capire esattamente quali sono i loro piani”.

Le recenti dichiarazioni di Giovanni Tria hanno comunque sortito il loro effetto, visto che Christine Lagarde ha anche sottolineato che, pur “non conoscendo ancora il set di misure economiche che l’Italia varerà”, “per ora sentiamo dichiarazioni rassicuranti sulla disciplina di bilancio e di debito in calo”.

Ieri il ministro dell’economia Tria ha tentato di rassicurare anche i mercati – in questo caso fallendo nella missione, visto che gli investitori si sono tutti focalizzati sul caso Bagnai-Borghi – affermando che “la linea del governo è che l’euro non è in discussione”. Una frasi quasi alla Draghi, che ha sempre detto che l’euro è irreversibile.

Lagarde ha fatto riferimento inoltre alla proposta dell’asse franco-tedesco sugli NPL che, se approvata, creerebbe non pochi problemi alle banche italiane.

La Germania e la Francia auspicano una riduzione sotto al 5% e sotto al 2,5% per lo stock di NPL in pancia alle banche dell’Eurozona, rispettivamente su base lorda e netta. Se approvata, le banche italiane (insieme agli altri istituti che presentano stock più elevati di tali soglie) dovrebbero velocizzare in misura ancora più aggressiva gli smobilizzi dei crediti deteriorati che zavorrano i loro bilanci.

“Tutti concordano sul fatto che lo schema di garanzia sui depositi dell’Eurozona sia indispensabile”, ha detto. “L’intera questione ha a che fare con il timing. Andiamo avanti senza aver finito il lavoro, o vogliamo aspettare il momento in cui gli NPL siano inferiori al limite del 5%, rispetto all’ammontare del 14% di ora?”.

“La nostra impressione – ha continuato Christine Lagarde, è che lo schema (di garanzia unica sui depositi) dovrebbe essere concretizzato il prima possibile, perchè la riduzione degli NPL potrebbe richiedere un po’ di tempo”.

Allo stesso tempo, il numero uno dell’Fmi ha rinnovato all’Italia l’invito ad agire con urgenza nella riduzione dei crediti deteriorati. Non sono stati risparmiati altri moniti, interpretati come diretti ancora a Roma:

Lagarde ha affermato  che i paesi caratterizzati da elevati livelli di debito dovrebbero “ricreare cuscinetti di bilancio“, in modo da trovarsi pronti ad affrontare nuovi shock nel caso in cui si presentassero.

Ancora, ha detto, importante non fare passi indietro nelle riforme economiche fino a ora attuate.