Preview Fed: Powell confermerà l’approccio prudente?
Prudenza e attesa. Forse sono queste le parole che continua a rincorrersi sempre più alla vigilia delle decisioni che arriveranno domani dalla Federal Reserve (Fed). Con molta probabilità la banca centrale statunitense porterà avanti una linea monetaria cauta. Di questo, almeno, è convinta la maggior parte degli analisti.
Si schiera sul fronte attendista Franck Dixmier, global head of fixed income di Allianz Global Investors. “Alla riunione del 20 marzo il Fomc (il braccio operativo della Fed, ndr) dovrebbe confermare l’approccio prudente – afferma Dixmier – l’istituto ha raggiunto la piena occupazione e la stabilità dei prezzi, mentre le attese di inflazione restano moderate”. Una prospettiva favorevole agli investitori. Tuttavia l’esperto di Allianz GI non esclude un rialzo dei tassi entro fine anno, in caso di maggiore inflazione o di minori rischi in tema di dazi e Brexit. “Non si può tuttavia escludere un rialzo dei tassi a fine anno – sostiene Dixmier – tenuto conto della solidità dell’economia americana e del potenziale di crescita dell’inflazione”
In questo clima generale di attesa, i mercati hanno preparato il “comitato di accoglienza”, fatto di rialzi dei listini azionari su scala globale, dollaro più debole e rialzo delle principali commodity, petrolio in primis. Parola di Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim, secondo il quale “è comprensibile tra oggi e domani un clima più attendista per verificare se le aspettative son fondate”. Al di là della questione tassi sul quale gli operatori sono già posizionati verso l’ipotesi di un taglio tassi entro un anno, si guarderà soprattutto al tema tempistica dello stop al bilancio. “Gli operatori sembrano essere pronti all’ipotesi stop già a giugno ma la Fed potrebbe prendere tempo fino a settembre – mette in guardia Cesarano -, il che potrebbe dar luogo a un temporaneo effetto delusione e conseguenti prese di profitto”. Cesarano aggiunge che per ora e fino almeno a domani (o al massimo fino a fine mese) il clima potrebbe essere complessivamente positivo ma le prese di profitto appaiono, appunto, dietro l’angolo.
“L’eventuale delusione della tempistica del calo del bilancio a settembre anziché a giugno potrebbe riportare temporaneamente il cambio in area 1,1250“, afferma Cesarano rimarcando che “sottolineo il temporaneamente, in vista di un trend più decisamente indirizzato al deprezzamento del dollaro nella seconda parte dell’anno con target 1,18/1,20 in termini di euro/dollaro entro fine anno”. Quando manca meno di una ora alla chiusura delle Borse europee, il cambio euro/dollaro mostra un rialzo dello 0,10% a 1,1347 e l’indice del dollaro recupera terreno ma si muove ancora in calo intorno a 96,31.